Continua ad essere inquinata l’aria dopo i fatti di Milan-Lazio, un’epopea che sembra infinita. Nata dopo la gara di campionato, con l’ormai celeberrimo sfottò di Kessie e Bakayoko che esibivano la maglia di Acerbi sotto la curva come un trofeo di guerra, e continuato con tutto il seguito di polemiche, veleni, cori razzisti e striscioni da apologia di reato. Un calderone in cui dentro c’è tutto, politica, discriminazione, degenerazione, identificazione e che regala al mondo una pessima immagine del calcio e della società italiana. Nel contesto si inserisce l’editoriale di Mauro Suma su Milannews. Il direttore di MilanTv trova un altro colpevole in tutta la vicenda, Ciro Immobile. E lo attacca duramente,
L’ACCUSA – Non usa mezzi termini Suma che va giù pesante: “caro Ciro, sei stato veloce quella sera. Ti sei sentito libero di dire che Kessie e Bakayoko erano dal tuo punto di vista “piccoli uomini” e lo hai comunicato urbi et orbi. Sei altrettanto libero di dire la stessa cosa per quelli che erano in piazzale Loreto e che tifano per te nella tua curva tutte le volte che scendi in campo? Nel nostro piccolo speriamo di sì, altrimenti saremmo costretti a pensare che è facile prendersela con due “piccoli” neri, mentre è molto meno facile fare la stessa cosa con una serie di persone che più che tifare per te sembrano tenere in ostaggio i tuoi pensieri”.
A DIFESA DI RINGHIO – Dopo aver ribadito che a suo modo di vedere Gattuso è un ottimo allenatore, tradito solo dal…sistema nervoso (“Lavorare nel posto che ama di più al mondo probabilmente lo logora a livello di serenità personale”) ed aver manifestato il proprio endorsment su Sarri (“sarebbe il miglior modo per riavvolgere il nastro della storia”), Suma torna ad attaccare e stavolta sceglie i politici, quelli dell’Uefa e quelli di casa nostra: è il secondo duello perso da Matteo Salvini (gli unici consensi che ahinoi raccoglie ancora oggi Gattuso sui social sono per difenderlo dai suoi attacchi) molto più infervorato quando deve attaccare la squadra o l’allenatore o la dirigenza del Milan, che nell’andare ad arrestare i protagonisti dell’orribile teatrino nostalgico inscenato alla vigilia del 25 aprile da gente che doveva essere fermata all’istante”.