Saranno Kansas City e Philadelphia a giocarsi il 59esimo Super Bowl della storia NFL. E tutto sommato nessuno sembra essere poi tanto sorpreso: i Chiefs confermano la loro attitudine di squadra da corsa, centrando l’atto conclusivo della stagione per la quinta volta nelle ultime 6 stagioni (la terza consecutiva: nessuno ha mai vinto il Super Bowl per tre anni di fila…). Gli Eagles dimostrano che quanto fatto nel corso della stagione non era affatto campato per aria, demolendo letteralmente i Washington Commanders ai quali, dopo un’annata da favola, manca il lieto fine.
- Mahomes è già leggenda: KC vince sempre di misura
- Bills, la maledizione continua: quarto ko. con i Chiefs
- Eagles senza rivali: Philadelphia sogna la rivincita
Mahomes è già leggenda: KC vince sempre di misura
Patrick Mahomes è sulla strada per inseguire e presto raggiungere (e quindi superare) tutti i record di Tom Brady. Perché vincendo la 17esima partita play-off in carriera s’è portato a metà del lavoro rispetto alle 35 di Tom. Che però ha giocato fino a 43 anni, mentre Pat di anni ne ha appena 29, e se dovesse avere una carriera tanto lunga non dovrebbe avere poi molte difficoltà a raggiungere il mito per eccellenza del football americano. Che è anche l’ultimo ad averlo sconfitto in finale, cioè nel Super Bowl 2021, vinto dai Buccaneers contro i Chiefs.
Che saranno a New Orleans il prossimo 9 febbraio grazie a una favolosa difesa che ha saputo intercettare l’ultima preghiera di Josh Allen e dei Buffalo Bills in coda a una partita piena di suspense e colpi di scena, vinta da Kansas City per 32-29.
I Bills, ancora una volta costretti a cedere il passo davanti a quella che ha assunto i connotati della loro nemesi (4 sconfitte in altrettante corse play-off: l’ultima apparizione al Super Bowl è datata 1994, ed è tutta colpa di Mahomes…), recriminano per un paio di chiamate arbitrali che gridano vendetta, soprattutto una mancata conversione di un quarto down che ha fatto infuriare tutta la panchina di Buffalo. Che pure ha sprecato due conversioni da due punti, che nell’economia di una gara tiratissima hanno pesato enormemente.
Bills, la maledizione continua: quarto ko. con i Chiefs
I Chiefs hanno vinto perché hanno Mahomes, ma anche e soprattutto perché godono dello straordinario lavoro di Andy Reid e Steve Spagnuolo (coordinatore della difesa). Che hanno trovato il modo per imbrigliare a dovere Allen, che ha faticato più del solito a lasciar andare il braccio. James Cook, con un favoloso intercetto su Mahomes, aveva illuso i Bills a metà del primo tempo, con l’Arrowhead ammutolito di fronte alla pressione esercitata da Buffalo sui propri beniamini.
Worthy e un touchdown di Pat su corsa hanno ridato fiato al pubblico di casa, ma Hollins e ancora Cook hanno ribadito il concetto che se davvero Kansas voleva tornare al Super Bowl sarebbe servita qualche altra magia supplementare. Sul 29 pari (altro TD di Mahomes e risposta di Collins) si va alla conta: Butker firma il nuovo allungo Chiefs, un incompleto di Allen fa il resto.
Eagles senza rivali: Philadelphia sogna la rivincita
Taylor Swift sarà dunque attesa una volta di più sulle tribune per fare il tifo per l’amato Travis Kelce. Ma troverà un big di Hollywood come Bradley Cooper, tifosissimo dei Philadelphia Eagles, che vanno a caccia di una pronta rivincita dopo la sconfitta beffa subita due anni fa a Glendale. Eagles che hanno fatto un sol boccone dei Washington Commanders, grande rivelazione della stagione, capaci di eliminare dalla corsa play-off la testa di serie numero 1 della conference (i Detroit Lions) ma di scontrarsi letteralmente contro il muro posto da Phila. Che ha dominato in lungo e in largo, imponendosi per 55-23 in un match davvero senza storia.
Saquon Barkley, candidato MVP dell’anno, squarcia letteralmente la difesa dei Commanders segnando 3 dei 7 touchdown di serata degli Eagles, tanti quanti ne manda a referto il quarterback Jalen Hurts (l’altro è di Will Shipley), al punto che mai una squadra aveva segnato 55 punti in una finale di conference.
Il 27-15 dell’intervallo non era una sentenza, ma comunque una chiara indicazione di quello che sarebbe dovuto succedere. Con la partenza a razzo di Phila nella ripresa che basta e avanza per archiviare la pratica e dare a tutti appuntamento a New Orleans tra due settimane. Quando il mondo ancora una volta si fermerà per assistere al più grande spettacolo sportivo (e non solo) che l’America sa offrire. In piena era Trump, sarà un’altra celebrazione dello spirito americano