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Super Lega, Agnelli-Ceferin: amicizia tradita e il legame privato

La mossa di Agnelli, presidente della Juventus, ha rovinato la storia del suo rapporto con Ceferin che è stato anche padrino della figlia

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Nella società fluida, quanto sarebbe riservato e tutelato nella sfera del privato diviene oggetto di discussione pubblica e ogni legame sottoposto a una analisi che non trascura nulla. Anche di quanto dovrebbe risultare indeterminato. E così la vicenda Super Lega, che investe calcio e finanza e addirittura l’ordine della moralità secondo le parole spietate di Aleksander Ceferin, si proietta sul piano personale, del rapporto tra il presidente della Uefa e quello della Juventus, Andrea Agnelli.

Il rapporto tra Ceferin e Agnelli: un’amicizia distrutta

Livore, rancore addirittura e una sequenza di dettagli che riemergono nel marasma delle dichiarazioni e delle repliche nello tsunami provocato dal comunicato con cui le 12 società europee hanno reso noto l’intento della scissione.”Ero un avvocato penalista, in vita mia ne ho viste tante, ma mai uno mentire così”, si è sfogato il 53enne sloveno, partito da Lubiana e diventato numero del calcio europeo nel settembre 2016, dopo la caduta dell’inossidabile (ed ex juventino) Michel Platini.

Solo una manciata di anni fa, Agnelli spingeva per una riforma della Champions League, con il progetto di sfondo di una embrionale Super Lega.

Certo, la loro amicizia ha giocato un ruolo: oggi sono in tanti, sui quotidiani a rammentare i rapporti tra i due, i viaggi, addirittura il fatto che Ceferin sia stato il padrino della figlia del presidente della Juventus. E a sovrapporre alla figura pubblica il privato, dunque appiattendo alcuna componente sul tradimento, su una trama quasi letteraria.

Andrea è la delusione più grande. Ho parlato con lui sabato, mi ha detto che quelle sulla Superlega erano solo voci, poi ha spento il telefono. Non mi ero accorto che c’erano dei serpenti al nostro interno. Non so se posso dire davvero cosa penso di loro”, ha detto il noto avvocato diventato il numero uno del calcio europeo.

Le ore precedenti all’annuncio: le mosse di Andrea Agnelli

Domenica la rottura: Agnelli era atteso come presidente dell’Eca, l’associazione dei club europei che con la Uefa aveva messo a punto la riforma delle coppe in effetti poi approvata. Una assenza emblematica, dopo una latitanza telefonica (così riportava la Gazzetta) che a Ceferin non è andata giù. Poi in tarda serata il comunicato ufficiale che ha timbrato la Super League.

“È fuggito dall’associazione che presiedeva, non ho mai visto nulla di simile nella mia vita. Non c’è niente di personale con le altre squadre della Super Lega, con Agnelli sì”, ha dichiarato Ceferin.

“L’avidità è così forte da sconfiggere tutti i valori umani, la proposta della Superlega è orribile. Ora tutti sanno chi sono davvero queste persone. La Uefa non è solo una questione di soldi, porta avanti valori di solidarietà, soprattutto verso i club minori. La Superlega invece sì, è solo una questione di soldi per una dozzina di società, una sporca dozzina mi verrebbe da dire. Per alcuni la solidarietà non vuole dire nulla, esiste solo il denaro nelle loro tasche”, la sua opinione.

Super Lega: il ruolo  di Florentino Perez, presidente del Real

A difendere Agnelli è Florentino Perez, presidente del Real Madrid e uomo decisivo nel quadro della Super Lega. Una difesa d’ufficio, visto il ruolo di Florentino in questa operazione. A gennaio l’incontro con Agnelli era tutto tranne che un incontro cordiale: le premesse per lo strappo erano già più che solide. Il New York Times titola in maniera netta: un colpo basso, quello del presidente bianconero alla Uefa e all’ex amico. Un uomo di grande esperienza e spessore che, quando è stato colto da questa decisione non ha potuto far altro che ammettere la propria vulnerabilità.

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