È ormai una lotta senza quartiere a suon di comunicati e di interviste quella che ha spaccato il calcio europeo. Da una parte i club dissidenti che hanno dato vita al progetto Superlega, dall’altra le restanti grandi società schierate compatte con i vertici dell’Uefa per difendere lo status quo, ovvero la Champions League attuale e quella che verrà e scongiurare così uno scisma le cui conseguenze al momento non sono prevedibili.
Così mentre il presidente Uefa Aleksander Ceferin studia addirittura contromosse immediate paventando l’esclusione immediata dei club “ribelli” dalle Coppe Europee, e mentre le tre italiane che hanno aderito al nuovo progetto chiariscono di voler continuare a partecipare al campionato nazionale, dalla Spagna arrivano le parole tutt’altro che arrendevoli di Florentino Perez.
Il presidente del Real Madrid e numero uno della Superlega, ha rotto il silenzio intervenendo nella tarda serata di lunedì a ‘El Chiringuito TV’ per spiegare i perché della scelta dei 12 club e il proprio punto di vista sulla nuova frontiera del calcio.
“I maggiori club di Inghilterra, Spagna e Italia sono stati chiamati a trovare una soluzione alla brutta situazione che sta attraversando il calcio e siamo giunti alla conclusione che facendo la Super League invece della Champions League avremmo potuto recuperare gli introiti persi. Quando non hai entrate oltre la tv, l’unico modo è giocare partite più competitive durante la settimana”.
Poi, la spiegazione che fa inorridire i “tradizionalisti”: “La situazione economica del calcio è drammatica. Il movimento sta perdendo interesse e deve adattarsi ai tempi in cui viviamo. Nel 1950 accadde lo stesso con la creazione della Coppa dei Campioni che cambiò il calcio. Ci sarà attrazione nel vedere giocare le grandi e ci sarà più competitività: un Real-Manchester o Barcellona-Milan attrae di più che un match contro una squadra modesta che partecipa alla Champions League”.
Perez sembra puntare ad una mediazione con Uefa e Fifa, pur bocciando la nuova Champions. E non teme la clamorosa esclusione dalla Champions attuale: “La Uefa stava lavorando a un altro formato, quello presentato oggi, che con tutto il rispetto… non capisco. Nessuno lo capisce. Non produce il reddito necessario per salvare il calcio. Esclusioni dalle Coppe? Non capisco perché si arrabbiano, appena possibile parleremo con Uefa e Fifa. Le minacce non portano da nessuna parte. Il tempo dei monopoli è finito bisogna evitare la bancarotta del calcio. I calciatori possono stare tranquilli, non succederà nulla”.
Infine uno sguardo ai numeri e i nomi delle prossime squadre che potrebbero entrare, comprese due italiane. Nulla da fare, per il momento, per Bayern, Psg e Borussia Dortmund, i tre teorici club mancanti al gruppo dei 15, che hanno però per il momento rifiutato l’ingresso:
“La Uefa ci dà 120-130 milioni, con la Superlega sono 400. Sì, noi generiamo quei soldi… Lo stiamo facendo per salvare il calcio. Non c’è nessun interesse finanziario personale. Il PSG ad oggi non è stato invitato e non abbiamo parlato nemmeno con club tedeschi. Ora siamo in dodici e vogliamo arrivare a quindici e se Psg e Bayern rifiuteranno non si annullerà proprio nulla. Sono 15 le squadre che generano valore per le televisioni e cinque arriveranno per meriti sportivi. I club fondatori sono quelli che contano di più in termini di intrattenimento, ma altri, come il Siviglia o come il Napoli e la Roma, avranno la loro possibilità se non quest’anno, il prossimo”.