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Superlega, il Governo italiano fa tremare la Juventus: gli scenari

Ufficiale l'appoggio di Palazzo Chigi all'opposizione alla Superlega nel procedimento presso la Corte di Giustizia Europea: ora la Juventus si trova isolata.

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In extremis, ma alla fine la presa di posizione del Governo italiano in tema di Superlega è arrivata. Ed è stata quella più prevedibile oltre che politicamente corretta e pure lungimirante, nel quadro dei rapporti tra il paese e la Uefa.

Da Palazzo Chigi è infatti arrivata la decisione di costituirsi a difesa dell’Uefa nel giudizio sulla Superlega incardinato presso la Corte di Giustizia Europea.

La comunicazione del Governo è stata ufficializzata attraverso una nota diffusa dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Valentina Vezzali.

“Il governo italiano ha deciso di costituirsi nel procedimento dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Ue – si legge – in merito alle questioni pregiudiziali sottoposte dal Tribunale di Commercio di Madrid nella causa C-333/21. La decisione segue il parere espresso dalla sottosegretaria allo Sport anche in seguito alle interlocuzioni avute in settimana con la Figc”.

L’Italia si unisce quindi ai paesi che hanno scelto di assecondare l’invito dell’Uefa e della Federcalcio spagnola, opponendosi fermamente alla creazione della Superlega.

La decisione arriva quattro giorni l’adesione del Governo spagnolo, che aveva inviato una lettera alla Corte di Giustizia europea attraverso la propria avvocatura di stato, sostenendo così la battaglia dell’Uefa. Un passo fatto poi da diversi altri paesi, dalla Francia al Portogallo fino alla Danimarca.

Ora la mossa dell’Italia, che sposa sia quanto affermato dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal numero uno della Figc Gabriele Gravina (“Riteniamo sia questione di principio a difesa di un sistema calcistico aperto e meritocratico”) aveva detto il presidente federale, sia la linea appoggiata fin da subito dal premier Mario Draghi, contrario dalla prima ora alla creazione del torneo “elitario”, la cui nascita, lo scorso 21 aprile, aveva portato a 48 ore di autentica tempesta all’interno del calcio europeo, prima che il progetto venisse drasticamente ridimensionato, con il ritiro di nove dei dodici club fondatori, ad eccezione di Barcellona, Juventus e Real Madrid, le uniche società rimaste dall’altra parte della barricata.

Così questa decisione, seppur prevista, permette da una parte all’Italia di mantenere rapporti di con l’Uefa in vista della candidatura all’organizzazione di Euro 2028, dall’altro isola ulteriormente la Juventus, ora sola a combattere insieme a Barcellona e Real Madrid contro l’Uefa e i governi di mezza Europa.

La battaglia della Superlega, ormai sempre più politica che sportiva, non è ancora finita, ma per le tre grandi d’Europa si fa sempre più dura.

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