Gianmarco Tamberi chiama l’Italia: il telefono non si usa più, al massimo qualche chat. Gimbo usa Instagram per arrivare a quante più persone possibili. Scrive agli amici, agli italiani, ai tifosi. Un post per chiedere aiuto: da solo stavolta gli pare troppo difficile.
Una diavoleria del destino: calcolo renale e febbre a una manciata di giorni dalla prova di salto in alto olimpica: anziché partire per Parigi a tempo debito, ha fatto una capatina in ospedale pensando alla beffa peggiore.
- Il colpo di teatro: calcolo renale
- La cura, poi Parigi
- La gara più difficile di tutte
- Sono già le Olimpiadi di Gimbo
Il colpo di teatro: calcolo renale
Dopo tre anni di fatica immane e di rinunce in funzione di un solo obiettivo – la medaglia d’oro dei Giochi 2024 per rendere indelebile anche quella di Tokyo 2020 – il colpo di teatro è un dolore lancinante al fianco mentre Gimbo è lì lì per fare i bagagli. Talmente forte, quella fitta, da provocargli febbre alta e innescare la solita reazione a catena di un corpo che non sta bene.
Quando i medici gli hanno palesato la diagnosi e cura, a lui è bastato così: un campione del mondo i calcoli al massimo li fa, non ne resta vittima. E quello al rene non è un impedimento tale da spegnergli un sogno.
La cura, poi Parigi
Il dolore s’è fatto meno intenso con l’inizio della terapia farmacologica, la febbre è calata, Gimbo è partito per la Francia. Tempo per allenarsi non ne ha avuto più. Arrivati a questo punto, resta buona la preparazione di un triennio micidiale in cui s’è scolpito l’immagine della Tour Eiffel nella mente e ha pensato solo ad allenarsi come un dannato.
Spazio per affinare i preparativi in pista non ce n’è: domani si va a gara e limare i dettagli, ormai, è solo un esercizio psicologico per trovare dentro la misura della vita.
La gara più difficile di tutte
Conta la testa più di tutto ma il cuore che pompa ci mette del suo: Tamberi ha scritto all’Italia nel giorno della vigilia. Ha chiamato a raccolta tutti. Mittente il portabandiera, destinatario un Paese intero:
Domani sarà molto probabilmente la gara più difficile di tutta la mia vita. Ora non si tratta più di sapere come io stia, ma di che cosa sarò in grado di fare. Lotterò con tutto me stesso, certo che il lavoro fatto fino a 3 giorni fa non può essere sparito nel nulla. Ho sempre detto che il cuore e la testa fanno la differenza, ora semplicemente è arrivato il momento di dimostrarlo.
La richiesta di un salto collettivo: serve la spinta di mani metaforiche, l’intensità di una folla che diventa comunità.
Sono già le Olimpiadi di Gimbo
Ore 10.05, so che non dovrei chiedervelo, ma adesso come adesso ho davvero bisogno di sentire il vostro sostegno Ho bisogno di sapere in quanti domani mattina scenderanno in pedana al mio fianco. Voi siete la mia forza, e ora, di quella forza, ne ho bisogno più che mai.
Sono già le Olimpiadi di Gimbo: il personaggio ormai non si discute più. Gli resta ora da immortalare per sempre l’atleta nell’Olimpo dello sport. Per uno così, la chiama si raccoglie e basta. Rispondere presente non è nemmeno uno sforzo. Diventa un piacere immenso.