Quell’istantanea lì c’era chi l’aspettava da una vita. Da quando cioè LeBron James e Steph Curry hanno cominciato a darsele di santa ragione, gareggiando a chi fosse più bravo dell’altro a portare a casa anelli e titoli di giornale. Adesso che sono entrambi dalla stessa parte della barricata, l’attesa era tutta riferita a un’unica giocata: Steph che alza la palla per LeBron, pronto a schiacciare e a consegnare alla storia un’altra foto epica di una carriera (di per sé) già intrisa di storia.
- Un'azione che è già nella storia: esulta anche Obama
- Bene Edwards, male Embiid: le due facce di Team USA
Un’azione che è già nella storia: esulta anche Obama
Quella giocata, con l’alley-oop di Curry per James, è la copertina della prima serata estiva di Team USA. Che contro il Canada ha già fatto sapere a chi di dovere che a Parigi l’aria che tirerà sarà diversa da quella percepita nelle Filippine nel mondiale dell’anno passato: lì i canadesi estromisero gli americani dalla lotta per le medaglie, stavolta sarà dura trovare qualcuno capace di tirarli giù dal gradino più alto del podio. Anche perché Steph e LeBron hanno subito mandato segnali: chiaro che ancora non possono essere al meglio della condizione, ma la volontà è di alzare l’asticella in prossimità del torneo a cinque cerchi.
Contro il Canada peraltro mancava Durant (acciaccato e preservato), tanto che Steve Kerr in avvio è partito con Holiday, Curry, Booker, James ed Embiid. Non ha fatto partire nello starting five neppure Anthony Davis, che pure poi sulla partita ha inciso segnando 10 punti e catturando 11 rimbalzi nei momenti in cui contavano di più. Anche perché l’avvio non era stato dei migliori: 11-1 di parziale canadese e prime crepe. Poi sapientemente ricomposte strada facendo.
Bene Edwards, male Embiid: le due facce di Team USA
L’uomo della provvidenza, guarda a caso l’unico che c’era anche un anno fa al mondiale, ha il volto di Anthony Edwards. Che ha saputo guidare la rimonta di Team USA (14-2 di parziale per inaugurare il secondo quarto) prima del momento più iconico della serata, quello dell’alley-oop di Curry per James. Se lo sono goduto in tanti, anche Barack Obama, presente sugli spalti per assistere alla prima partita di sempre giocata assieme da quei due che anche durante la sua presidenza si dividevano gli anelli.
Unica nota davvero stonata di serata, la scarsa prestazione offerta da Joel Embiid, uscito per falli dopo soli 12’ sul parquet, apparso a tratti svogliato e senza idee. Di tempo però per migliorare le cose ne rimane ancora molto: Team USA tornerà in campo ad Abu Dhabi il 15 contro l’Australia e il 17 contro la Serbia (contro la quale debutterà il 28 luglio nel torneo olimpico), per poi spostarsi in Europa e giocare a Londra contro il Sudafrica il 20 e la Germania (campione del mondo in carica) il 22. Testa solo al campo, dimenticando anche l’ennesimo forfait (concordato, a quanto pare) di Kawhi Leonard, sostituito con Derrick White anziché Jaylen Brown per questioni… di fit con il roster. Polemiche a non finire: è l’America, bellezza.