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Tennis, ATP 250 Delray Beach: Arnaldi va sotto e rimonta, ma dopo due ore e mezzo ride Nijikata

Si chiude agli ottavi di finale l'avventura di Matteo Arnaldi a Delray Beach: contro Hijikata dopo due ore e mezzo la spunta l'australiano

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Stavolta la rimonta si ferma sul più bello: Matteo Arnaldi tiene fede al solito copione ma non riesce a piegare la resistenza di un combattente nato come Rinky Nijikata, che la spunta dopo due ore e mezzo per 6-2 3-6 6-4 impedendo al sanremese di conquistare i quarti di finale nel torneo di Delray Beach. Il tutto in coda a una partita giocata ad altissima intensità, dove la differenza l’hanno fatta pochi dettagli, con l’italiano che può recriminare per le tante palle break (ben 8 sulle 9 conquistate) non sfruttate in corso d’opera.

Partenza sprint, poi troppi errori gratuiti

Come da abitudine, Arnaldi deve prima complicarsi la vita e poi sprigionare tutti i cavalli quando deve inseguire. Non fa eccezione il copione di un match che invero sulle prime era sembrato mettersi sui binari giusti, con il ligure a fare incetta di palle break e l’australiano (ma nato da genitori nipponici) costretto ad arrabattarsi per annullarne una dietro l’altra (tre nel secondo gioco, due nel quarto).

La differenza però Hijikata la fa in risposta, perché il servizio di Arnaldi progressivamente perde efficacia e così la seconda parte del primo set si trasforma in una piccola Caporetto, con il rivale che strappa due volte la battuta e scappa via senza apparente difficoltà.

Arnaldi rialza la testa

Il sanremese capisce che è tempo di rimettersi giù di buzzo buono: supera una fase delicata in apertura di secondo set, poi comincia ad alzare i giri del motore sul proprio servizio (finalmente la prima entra con regolarità, e la percentuale di punti conquistati si fa interessante), mandando in crisi la tattica di gara sin lì un po’ dispendiosa dell’australiano. Che pure a sua volta si aggrappa al servizio, ma sbaglia una volée e un dritto abbastanza comodo ai vantaggi nell’ottavo gioco, consegnando il break ad Arnaldi, che agevolmente spedisce la partita al terzo.

L’illusione: la palla break sprecata, il terzo match point fatale

La sfida è in totale equilibrio, con giochi combattuti e turni di servizio che esaltano soprattutto le qualità dell’italiano, che aumenta sensibilmente il numero degli ace. Hijikata però è un cagnaccio: nel nono game salva una palla break dopo uno scambio infinito, nel quale Matteo arriva stanchissimo sull’ultimo dritto in campo aperto (che esce di un metro abbondante).

Nel decimo gioco è il giocatore di origini giapponesi a procurarsi due match point, entrambi annullati da Arnaldi (il primo con una gran seconda, il secondo con una prima ficcante e una discesa a rete). Ma ce n’è anche un terzo, sul quale il ligure non può nulla dopo aver mancato la prima e servito una seconda troppo morbida, con Hijikata che prende il comando dello scambio e al quarto dritto chiude i conti, alimentando tanti rimpianti per una partita che un po’ più di lucidità e attenzione Arnaldi avrebbe potuto fare tranquillamente sua.

A Delray Beach resta in gioco soltanto Flavio Cobolli, che nella tarda serata di giovedì sfiderà Zachary Svajda (numero 138 ATP) con l’opportunità di centrare l’ingresso nei quarti di finale per la prima volta in carriera.

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