Fa un po’ più fatica del dovuto, ma alla fine Lorenzo Sonego ottiene quello che voleva, avanzando agli ottavi dell’ATP 500 di Dubai, dove ad attenderlo troverà nientemeno che la testa di serie numero 1 del torneo, Daniil Medvedev. E avrà così l’occasione per fare da “stopper” per l’amico Sinner, che gioirebbe all’idea di una vittoria del compagno di doppio di Davis, eventualità che impedirebbe automaticamente al russo di dare l’assalto alla posizione numero 2 del ranking mondiale da qui alla fine della stagione sul cemento (cioè fine marzo). A quel punto sarebbe tutta una faccenda tra Sinner e Alcaraz, da disquisire già a Indian Wells.
- Sonego fa e disfa contro Nagal, ma alla fine si prende... Medvedev
- Musetti, crisi senza fine: anche Cazaux fa festa
Sonego fa e disfa contro Nagal, ma alla fine si prende… Medvedev
Sonego però, dovesse vincere, lo farebbe soprattutto per se stesso. E contro Sunit Nagal, l’indiano che s’è fatto conoscere e apprezzare anche per quanto di buono fatto agli Australian Open (la sua storia rimane da libro cuore: l’estate scorsa lamentava 900 dollari appena sul conto corrente, in rotta con la federazione indiana per un rifiuto ad andare in Davis, ma poi in Australia l’orizzonte è cambiato), s’è portato avanti col lavoro. Come? Faticando appunto un po’ più del dovuto, costretto a rimettere le cose a posto nel terzo set dopo essersi fatto scivolare malamente il secondo, quello nel quale Nagal ha fatto vedere i colpi migliori del proprio repertorio.
Sonny ha aperto meglio il campo nel primo set, accelerando prepotentemente nel settimo game dove ha colto l’opportunità di brekkare il rivale, poi nel gioco successivo ha annullato la palla del contro break ed è andato a chiudere sul 6-4. Nel secondo, avanti 30-0 sul 5-5, incredibilmente il torinese ha buttato via il primo game sul proprio servizio, forzando dei colpi senza molta logica. Nagal ne ha approfittato vincendo 7-5, poi però è calato fisicamente nel terzo parziale e non c’è stata partita (è intervenuto anche il medico per provare a “sbloccare” i muscoli dell’indiano, ma il finale è stato di 6-1). Chiaro che con Medvedev l’impresa appare proibitiva, visto l’andazzo altalenante di Sonego, ma intanto qualcosa si muove.
Musetti, crisi senza fine: anche Cazaux fa festa
La crisi di Lorenzo Musetti continua invece senza tregua come se davvero non ci fosse un punto di non ritorno. A Dubai il carrarino è incappato nella terza battuta d’arresto consecutiva all’esordio in un torneo, stavolta contro Arthur Cazaux che ha approfittato in modo mirabile dei passaggi a vuoto (pochi, per la verità) del tennista toscano. Il quale ormai è a un passo dal salutare la top 30 mondiale: nonostante una prova un po’ più apprezzabile e continua rispetto alle ultime, la resa alla fine è stata inevitabile, facendo lievitare a 14 sconfitte su 20 partite disputate il ruolino da ottobre in qua.
E per quanto sia vero che il cemento rimanga una superficie un po’ indigesta a Lorenzo (decisamente più a suoi agio sulla terra: tra un mese comincia la sua stagione preferita), certo i dubbi restano e con essi anche le perplessità legate a una crisi che comincia a rivelarsi più lunga del dovuto.
Peraltro contro il francese la sconfitta è arrivata in coda a una partita che ha girato su pochi punti, ma dove il braccio di Musetti si è dimostrato una volta di più tirato negli scambi che di fatto hanno deciso la sfida. Cazaux ha servito benissimo con la seconda, vincendo il 69% dei punti, poi sfruttato il secondo match point in un tiebreak del secondo set che Lorenzo ha un po’ buttato via quando l’inerzia sembrava essere dalla sua parte (6-4 7-6).