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Tennis, Cahill a ruota libera su Sinner: "Fondamentale gestire le forze. Il 2024 è l'anno buono per uno slam"

Il super coach australiano parla del talento altoatesino. "Il 2023 è stato l'anno della svolta, a partire da quando batté Tsitsipas a Rotterdam. SInner vive il tennis con gioia: questo fa la differenza"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

In un modo o nell’altro Darren Cahill sa di dover dire grazie a Jannik Sinner. Che a sua volta di grazie al super tecnico australiano ne deve rivolgere tanti: per come ha contribuito alla crescita come uomo e (soprattutto) come atleta, per come ha saputo accompagnarlo nel corso di un anno e mezzo nel quale il giocatore di San Candido ha visto cambiare l’orizzonte davanti a sé. Una svolta radicale di cui entrambi oggi raccolgono i frutti: Cahill, eletto con Vagnozzi allenatore dell’anno dai colleghi, e pure Sinner, che nel 2024 proverà ad alzare ulteriormente l’asticella.

Le tappe della svolta: un 2023 in crescendo

Intervistato dal Corriere della Sera, Cahill ha ripercorso le tappe principali dell’ultima stagione, provando a individuare anche i momenti chiave che hanno portato alla definitiva esplosione di Sinner. “Anche se può sembrare strano, la vittoria su Tsitsipas nel secondo turno del torneo di Rotterdam (era inizio febbraio) è stata la chiave di volta dell’intera annata, perché ha rappresentato il momento in cui le cose hanno cominciato a prendere un’altra piega. Tsitsi era una sorta di bestia nera per Jannik, che da quel momento ha cambiato prospettiva.

Di lì a poco sono arrivate la semifinale a Indian Wells e la finale a Miami, poi in estate la vittoria a Toronto, dove magari i rivali non sono stati i più temibili, ma dove il salto in avanti a livello mentale è stato enorme. Anche se il punto di non ritorno è stata la vittoria a Pechino contro Medveved: da quel momento in poi è uscito dalla comfort zone, e niente è stato più come prima. E nemmeno le due vittorie su Djokovic sono state superiori per importanza a quella ottenuta a Pechino”.

La preparazione verso la nuova stagione

Cahill lavora nello staff di Sinner dal giugno del 2022 e da allora tante cose sono cambiate. Il record in questi 18 mesi racconta di 84 partite vinte e 24 perse (77,7% di percentuale di vittorie), 64-15 se si prende in esame il solo 2023 (81% di successi). Numeri che hanno permesso al tennis altoatesino di scalare le posizioni e passare dalla numero 13 alla numero 4 del mondo. E tutto ciò è stato reso possibile anche dalla sapiente gestione degli impegni, senza ingolfare determinati periodi e senza sovraccaricare eccessivamente un fisico che nel frattempo è cambiato.

“Ogni torneo è pensato in funzione di un determinato percorso. Ad esempio la scelta di non disputare tornei prima degli Australian Open è figlia della consapevolezza che, avendo chiuso la stagione il 26 novembre, era importante proteggere la mente e il corpo. Anche lo sci dei giorni di Natale sulle nevi di casa era finalizzato a consentire a Jannik di sentirsi bene con se stesso. Questa cosa l’ho fatta tanti anni con Agassi e ha sempre funzionato”.

Il calendario 2024: tutti gli appuntamenti già fissati

Gestire bene il calendario è divenuta ormai una necessità. Era già capitato a settembre, quando lo staff tecnico portò Sinner a rinunciare alla fase a gironi di Davis Cup a Bologna. “Sapevamo che, se non lo avessimo fermato dopo gli impegni estivi in America, ci sarebbero state ripercussioni nelle settimane successive. A Vienna, Torino e Malaga abbiamo invece portato Jannik al picco della forma, e i risultati ci hanno dato ragione. Per il 2024 si ripresenterà il solito problema nella selezione dei tornei a cui prendere parte: i 4 slam, i 9 Masters 1000 e il torneo olimpico sono i principali. E poi c’è la Davis, da valutare se anche nella fase a gironi o solo in ottica final eight.

Quanto agli ATP 500 e 250, dipenderanno da diversi fattori. Soprattutto i 250, utili per gestire la pressione derivante dal fatto di essere favoriti. Perché abbiamo detto di si al torneo olimpico? Perché a Jannik piace difendere i colori della propria nazionale. A Malaga era gioioso: ricordo di non averlo mai visto così sorridente come quando, dopo aver preso una pallata in testa in doppio, scherzava con Sonego su quanto accaduto”.

Le aspettative e la “promessa”

Chiaro che nel 2024 l’asticella finirà per alzarsi anche a livello di aspettative. E qui Cahill spiega quale potrebbe essere l’upgrade, o almeno quello nel quale sperano di imbattersi lui e il suo staff: “Sinner è pronto per vincere un torneo dello slam, e potrebbe accadere già in Australia. Però bisogna andarci cauti e per gradi: adesso è importante lavorare sull’spetto fisico, mettendo su un po’ più di massa e proteggendo legamenti, giunture e ossa. Jannik oggi si fida molto più del suo corpo rispetto a quanto succedeva prima, ma deve imparare a convivere con lo stress e la fatica. Di bello c’è che, ovunque vada, tutti fanno il tifo per lui: la sua semplicità e l’idea di vulnerabilità e accessibilità che trasmette lo rendono molto empatico con la gente. E poi è uno che gioca a tennis divertendosi, e questo ai tifosi piace”.

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