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Tennis, Federer e il mea culpa su Djokovic: "All'inizio non lo consideravo all'altezza mia e di Nadal"

Lo svizzero ha raccontato di aver sottostimato le capacità del serbo a inizio carriera. "Aveva dei limiti e dei difetti tecnici e per questo non pensavo potesse essere al nostro livello"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Meglio tardi che mai. Anche quando si tratta di rispetto, quello che Roger Federer sia di aver nutrito sempre nei confronti di Novak Djokovic. Anche se c’è stato un tempo in cui, per stessa ammissione dello svizzero, quel rispetto che nel tempo il serbo s’è meritato sul campo non era per nulla scontato. Ad esempio agli inizi della carriera del primatista di settimane in vetta al ranking ATP (fanno 428), quando nessuno gli dava troppo credito e soprattutto nessuno si sognava di metterlo in mezzo ai due mostri sacri del tennis del primo scorcio di nuovo millennio, che rispondevano al nome di Roger Federer e Rafael Nadal.

Re Roger: “Nole aveva difetti tecnici, ma c’ha lavorato sopra”

In un’intervista rilasciata al Telegraph, l’elvetico ha spiegato di essersi sentito in colpa per non aver dato a Djokovic le attenzioni e il rispetto che avrebbe meritato nella prima parte della sua carriera. “Ricordo che all’epoca, quando Nole era praticamente agli inizi, sebbene ci fosse tanto clamore attorno a Djokovic non ero del tutto convinto di ciò che avrebbe potuto fare.

Lo dico senza girarci troppo intorno: non penso di non aver dato a Novak il rispetto che meritava, e tutto ciò a causa dei suoi difetti tecnici. Perché mi sembrava che Novak avesse una presa di diritto davvero estrema e il suo rovescio non fosse così fluido come poi è diventato nel corso degli anni. Una volta che ha corretto alcuni di questi aspetti ed è diventato un giocatore mostruoso, solo a quel punto ho capito quanto fosse grande”. Un’ammissione di colpa che ha finito per far sentire Re Roger persino in debito con quello che (numeri alla mano) s’è rivelato essere un degnissimo successore nell’olimpo dei grandi del tennis mondiale.

“Non volevamo un guastafeste tra me e Nadal”

Nell’intervista, Federer ha spiegato che c’è stato un tempo in cui ha lasciato trasparire anche un po’ di sana gelosia nei confronti di colui che strada facendo gli avrebbe sottratto alcuni tra i record più significativi accumulati nel corso della carriera. “In quell’idea che Nole non fosse all’altezza mia e di Nadal credo ci fosse anche un senso di frustrazione per il fatto che, essendo diventato forte in poco tempo, finiva per vestire i panni del guastafeste.

Quando Novak si è avvicinato a me e Rafa probabilmente molte persone hanno pensato che non c’era bisogno di avere un altro big nel nostro universo, perché bastavamo già io e Nadal. Chiaro però che ci stavamo sbagliando, e Djokovic è stato bravo a dimostrarlo sul campo. E poi anche fuori ha dimostrato di essere una gran bella persona, che tiene tanto alla sua famiglia”.

Parole che fanno comunque onore a Federer, che nell’immaginario collettivo viene visto come l’antitesi di ciò che è stato Nadal, col quale ha dato vita a una delle rivalità più belle del mondo dello sport. Con Djokovic però il confronto è stato altrettanto entusiasmante, seppur la gente abbia amato più quello tra Roger e Rafa: con Nole il bilancio è di 27-23 a favore del serbo, in un lasso di tempo durata complessivamente 15 anni.

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