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Tennis, i legali di Camila Giorgi annunciano: "Presto tornerà in Italia". Da Binaghi critiche all'ex giocatrice

I legali dell'ex tennista annunciano che presto farà ritorno in Italia "per spiegare tutto nelle sedi competenti". Binaghi critico: "Poteva essere la numero 1, se solo ci avesse ascoltato..."

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Nessuno sa dove si trovi, ma Camila Giorgi una “promessa” l’ha fatta: tornerà presto in Italia, almeno stando a quello che dicono i legali Federico Marini e Cristian Carmelo Nicotra. “Camila rientrerà presto in Italia. L’allontanamento dalla residenza di Calenzano è temporaneo e dovuto unicamente a una divergenza di vedute all’interno della famiglia e alla volontà di prendersi una pausa di riflessione per decidere come impostare la propria vita dopo l’abbandono dell’attività agonistica. Nessuna intenzione di sottrarsi agli accertamenti o alle responsabilità, anzi vi è sempre stata massima trasparenza e collaborazione quando è stata richiesta”.

La decisione di Camila: “Aveva bisogno di rallentare”

Se qualcuno aveva ipotizzato che il ritiro dalla scena agonistica fosse legato in qualche modo al coinvolgimento in alcune questioni extra tennis, a sentire i due legali resterà deluso. “Le due cose non hanno nulla a che vedere”, specificano in riferimento all’indagine della Guardia di Finanza e alla richiesta di pignorare 464.000 euro all’atleta.

“Questa decisione di chiudere con il tennis e di spostarsi all’estero è maturata da diversi mesi, perché già dopo la pandemia Camila stava pensando di rallentare progressivamente il suo impegno all’interno del circuito WTA, dato che aveva difficoltà a reggere lo stress dell’attività agonistica. In ogni caso, prossimamente Camila rientrerà in Italia e potrà dare tutte le spiegazioni necessarie, anche tramite i propri legali, nelle sedi competenti”.

Una settimana fa i primi “sospetti”

Il comunicato dei legali della tennista sembra voler scongiurare l’ipotesi di una vera e propria fuga all’estero, che in qualche modo avrebbe preso piede nella ricostruzione fatta dagli addetti ai lavori. Giorgi la settimana scorsa si era fatta rimuovere dall’elenco dell’ITIA, l’organizzazione che per conto della WTA coordina le operazioni antidoping (ogni atleta deve essere sempre “tracciabile” nei suoi spostamenti e indicare un luogo o un domicilio dove può essere raggiunto in caso di testa a sorpresa, come previsto dal regolamento professionistico) e proprio quella rimozione aveva contribuito a rendere fitto il mistero sulla sua decisione di non essere più una giocatrice del circuito.

Adesso che è arrivata la nota dei legali, subito dopo il post sui social col quale Camila comunicava l’effettiva decisione di ritirarsi dalle scene, ogni dubbio circa la volontà dell’atleta è stato fugato. Resta solo da capire cosa ne sarà dei procedimenti finanziari a suo carico, e se davvero le presunte divergenze di vedute in famiglia abbiano finito per inficiare sulla decisione stessa di abbandonare l’attività.

Binaghi: “Camila poteva diventare numero 1, però…”

Interpellato al riguardo, il presidente della FIT Angelo Binaghi ha spiegato di non aver avuto alcun contatto diretto con la Giorgi e il suo entourage, ma di aver appreso della scelta di chiudere l’attività professionistica tramite i mezzi di informazione. “Come federazione in questa vicenda non siamo parte lesa, siamo semplicemente esterni. Poi è ovvio che è un dispiacere immenso per uno dei più grandi talenti del tennis italiano femminile.

Camila aveva le possibilità di raggiungere risultati sportivi superiori a quelli, comunque ottimi, conseguiti, poiché aveva un talento dieci volte superiore e già durante la carriera in noi era nata la consapevolezza di quanto avesse potuto fare di più. Con lo staff di Sinner magari sarebbe stata la numero 1 e non la numero 30.

Se si vuole arrivare al più alto livello possibile, un talento come Camila si sarebbe dovuta circondare dei migliori specialisti a livello mondiale, ma nel suo caso possiamo affermare con sicurezza che ciò non è successo. Noi come federazione abbiamo provato a compenetrare questa barriera e in parte è una nostra mezza sconfitta non essere riusciti a completare, non a sostituire, il suo team”. Intanto l’Agenzia delle Entrate ha presentato un atto di pignoramento verso terzi alla Federtennis.

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