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Tennis, l'altra Davis di Fabio Fognini: torna a vincere un torneo a Valencia e attacca Volandri

Fabio Fognini è tornato a vincere un torneo dopo quattro anni e mezzo e l'ha fatto nel giorno in cui l'Italia ha vinto la Davis. Dove Volandri non l'ha voluto.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Mancava una sedia nel box dell’Italia di Davis, quella che ha riportato l’insalatiera nel bel Paese dopo 47 anni di attesa. Quella sedia che per più di un decennio è stata di proprietà quasi esclusiva di Fabio Fognini, forse l’assente più illustre (non ce ne voglia Matteo Berrettini, che pure a Malaga c’era nelle vesti di giocatore infortunato) della spedizione che ha riscritto la storia del tennis italiano. Che poi, ironia della sorte, mentre Arnaldi e Sinner si giocavano la Davis stava giocando la finale di un Challenger proprio in Spagna, a Valencia, a 600 chilometri da Malaga. E nella domenica del trionfo più bello, a suo modo un pezzettino di torta se l’è meritato anche lui, tornando a vincere un torneo dopo quattro anni e mezzo di attesa.

Fognini, uomo Davis: il quarto azzurro di sempre

Fognini è stato il simbolo dell’Italia di Davis dei primi due decenni del nuovo millennio. Un’Italia che non pullulava di talento come la versione attuale ha mostrato di saper fare, ma che spesso e volentieri pendeva dalle giocate del talento di Arma di Taggia. Che in Davis ha disputato complessivamente 55 incontri, di cui 32 in singolare (23 vittorie e 9 sconfitte) e 23 in doppio, gran parte dei quali in coppia con Simone Bolelli, con un record di 12 vittorie e 11 sconfitte.

Una storia durata 14 anni, dal primo match in singolare disputato nel 2008 contro il lettone Ernest Gulbis (e primo ko. netto in tre set) fino al doppio giocato in coppia con Berrettini nel match delle finali 2022, anch’esso perso contro i canadesi Auger-Aliassime e Pospisil. Un’avventura alla quale è mancato il lieto fine, perché nel 2023 Filippo Volandri ha deciso di tenerlo sempre fuori dalle convocazioni, sia nel group stage di Bologna, sia soprattutto nelle finali di Malaga. Esclusione “rumorosa”, che Fognini ha sempre fatto fatica ad accettare.

Il 2023 di Fognini, un anno decisamente complicato

Non è mancata così l’occasione di rincarare la dose anche nelle ore che hanno segnato il momento della festa, con gli Azzurri capaci di sbaragliare la concorrenza nell’atto conclusivo della rassegna. Rispondendo a un commento di un follower in un post che celebrava la vittoria di Sinner, al quale il ligure ha messo un like (l’amicizia va sopra tutto), Fognini ha ribadito che la decisione di non portarlo a Malaga è stata solo e soltanto di Volandri, l’unico che ha ritenuto opportuno escluderlo dal gruppo. Un feeling evidentemente rotto da tempo, che il capitano ha giustificato con la necessità di premiare giocatori che nel corso dell’anno hanno dimostrato maggiormente di meritare la convocazione.

Va detto che il 2023 di Fognini è stato decisamente avaro di soddisfazioni, se si eccettua qualche exploit nelle ultime settimane: su 50 incontri disputati, Fogna ne ha portati a casa 27, di cui 18 però nel circuito Challenger (con 8 sconfitte). Di fatto le vittorie nei tornei ATP sono state appena 9, a fronte di 13 sconfitte. Miglior risultato la semifinale conquistata a Metz (250) un paio di settimane fa, battuto da Hugo Humbert (ma in precedenza aveva demolito nei quarti Lorenzo Sonego, lasciandogli appena tre game),mentre come vittorie copertina restano quelle su Andy Murray a Roma e su Felix Auger-Aliassime al Roland Garros.

“Grazie Fabio”: le parole di Binaghi e Bolelli

La Davis, però, nel cuore di Fabio ha sempre avuto un posto speciale. E non aver potuto essere lì con i suoi compagni a Malaga lo ha ferito dentro, perché una chance per far parte del gruppo sentiva di meritarsela per quanto fatto nei 15 anni di militanza azzurra. Il presidente federale Angelo Binaghi per s’è ricordato di Fognini anche nel momento del trionfo:

Non poteva essere qui con noi a Malaga, ma non possiamo dimenticare ciò che ha fatto per questa maglia nel corso degli anni, per giunta in un periodo nel quale non avevamo certo i campioni che abbiamo oggi. Sono felice che abbia vinto a Valencia, perché così facendo è tornato vicino alla top 100 mondiale (è numero 107, a una cinquantina di punti). L’Italia del tennis ha ancora bisogno del contributo di Fabio nelle stagioni che verranno.

A ricordare il compagni di tante battaglie in doppio è stato anche l’amico Simone Bolelli:

Penso a mio “fratello” Fabio, col quale ho condiviso 15 anni di Davis. Un grazie speciale va a lui, augurandogli di poter tornare con continuità sui suoi livelli.

Finale in crescendo: a Valencia battuto Bautista-Agut

Fognini a Valencia ha battuto in finale Roberto Bautista-Agut, rimontando lo spagnolo dopo aver ceduto 6-3 nel primo set, conquistando i due parziali decisivi al tiebreak (il primo vinto 10-8, il secondo 7-3). Una vittoria che in qualche modo ha rischiarato l’annata tribolata del ligure, che pure non ha mai smesso di lottare e di cercare di pensare positivo, provando a porsi come obiettivo il ritorno nella top 100 mondiale.

A Malaga avrebbe voluto esserci, e certamente al termine della gara vinta da Sinner è stato tra i tanti che hanno gioito per un successo inseguito una vita. Magari avrà gioito meno per Volandri, l’uomo che alla fine ne ha decretato la fine della sua avventura azzurra, pensando che un modo per ricomporre la frattura non potrà esserci negli anni a venire, tenuto conto della nuova ondata di talenti (Arnaldi, ma anche Cobolli e Nardi, pronti a giocare le Next Gen ATP Finals) destinata a invadere la top 100 mondiale.

Dove però un posto potrebbe essere riservato ancora per Fognini, che a 600 chilometri da Malaga ha voluto alzare a modo suo un trofeo, partecipando (seppur a distanza) a una festa di cui avrebbe meritato di far parte.

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