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Tennis, le prime immagini di Nadal al lavoro con Fils nell'academy in Kuwait

Primo allenamento nella Rafa Academy di Kuwait City per il tennista di Manacor, impegnato col giovane Fils

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il vantaggio di avere una sede della propria academy in pieno Medio Oriente, dove la temperatura è sempre piuttosto gradevole (meno che nelle ore centrali del giorno, dirà qualcuno), è uno dei motivi che ha spinto Rafael Nadal a trasferirsi in Kuwait per completare la fase di preparazione al grande rientro nel circuito ATP. Rientro previsto a Brisbane tra poco più di tre settimane, quando dopo undici mesi e mezzo di attesa il mancino di Manacor tornerà a disputare un match ufficiale.

Un evento atteso da milioni di appassionati, preludio probabilmente a quello che sarà l’ultimo scorcio di carriera di Rafa, che ha segnato sul calendario gli appuntamenti con Roland Garros e olimpiadi (che si giocheranno entrambi sui campi in terra rossa di Parigi), luogo ideale per chiudere la sua lunga parabola da atleta e aprire poi la porta a un futuro tutto da scrivere.

In campo con Fils: il dritto mancino fa ben sperare

Nadal è sbarcato in Kuwait pochi giorni dopo aver annunciato il suo ritorno alle competizioni con un messaggio postato sul proprio canale X. E sempre sul social che una volta si chiama Twitter (e in contemporanea su Instagram) sono comparsi un paio di video che hanno acceso entusiasmi e speranze: ritraggono Rafa impegnato in allenamento con Arthur Fils, il giovane tennista francese, reduce dalla partecipazione alle Next Gen Finals di Jeddah. Fils è lo sparring partner scelto dal tennista spagnolo durante le sedute programmate nella sede dell’academy di Kuwait City.

I video lasciano un po’ il tempo che trovano, ma sembrano andare nella direzione sperata: Nadal ha fatto vedere di saper ancora spingere col dritto mancino col quale ha fatto proseliti in giro per il mondo, col giovane francese costretto a giocare sempre sulla difensiva. Scambi abbastanza intensi che lasciano ben sperare, oltre a strappare gli applausi dei pochi (fortunati) presenti sugli spalti.

Nadal torna, ma non vuole una “banale” passerella

Maglia arancione d’ordinanza, rigorosamente senza maniche, inedito cappellino bianco rovesciato, al posto dell’amata fascia: questa è la prima immagine di Nadal dopo 11 mesi di assenza dalle competizioni, per certi versi piuttosto fedele a quella rimasta nell’immaginario collettivo dopo anni di battaglie.

Nei giorni scorsi Rafa ha fatto capire di voler tornare in campo con l’intenzione di poter competere per qualcosa di importante, e non certo per concedersi una banale passerella d’addio di cui (parole suo) non sentirebbe proprio il bisogno. Chiaro però che lo stesso Nadal ha specificato di non sapere cosa aspettarsi da questo ennesimo rientro, probabilmente l’ultimo della sua carriera: tutti si aspettano di rivederlo spingere come ai bei tempi, ma soltanto il campo potrà dare le risposte desiderate.

Per ora i fan si accontentano di rivederlo con in mano una racchetta, a mostrare i suoi colpi di precisione e potenza che gli hanno permesso di vincere 92 tornei (di cui 22 slam) e stazionare per 209 settimane alla posizione numero 1 del mondo. La road map verso Brisbane prevedeva appunto un periodo di lavoro a Kuwait, in condizioni atmosferiche simili a quelle che Rafa incontrerà una volta atterrato in Australia.

Giocare divertendosi: questo il Rafa pensiero

In un altro video su Instagram, il maiorchino ha raccontato quelle che sono le sue sensazioni a pochi giorni dal ritorno nel circuito. “Bisogna essere realisti e capire che le possibilità che il 2024 sia la mia ultima stagione nel circuito sono piuttosto alte. Potrebbe accadere che saprò competere per metà stagione, oppure per tutta, o che non sarò più facile di farlo. Non possono non fare i conti con questa possibilità, perché questa è la verità. Nella mia tesa tutto questo è ben presente, per questo so che qualunque cosa accadrà giocherò divertendomi. Non so come reagirà il mio corpo, ma voglio darmi un’opportunità. Se il mio fisico dovesse rispondere bene alle sollecitazioni, perché dovrei fermarmi”.

La scelta di operarsi allo psoas lo scorso giugno ha cambiato le prospettive del tennista di Manacor, che prima di mollare (come d’abitudine) vuol giocarsi tutte le carte a sua disposizione. E a Kuwait ha ricominciato a scaldare il motore.

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