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US Open Djokovic-Medvedev: dove vedere la finale di Flushing Meadows. Precedenti: 9-5 Nole

Decima finale a Flushing Meadovs per Djoko, terza per Daniil. Il serbo ha vinto tre volte, il russo una. Tra i due 14 precedenti: il bilancio è di 9-5 per Novak. Due volte contro nel 2023: un successo per parte

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Novak Djokovic contro Daniil Medvedev nella finale del’US Open 2023: sarà una bella serata (fuso italiano) di tennis. All’Arthur Ashe Stadium non si comincerà prima delle 22.30: diretta tv su Supertennis e diretta streaming su SupertenniX. Quanto atteso e preventivabile l’epilogo tra Novak e Daniil?

La variabile Alcaraz fa pendere sempre e comunque la bilancia su di lui: stavolta, quando s’è trattato di alzare l’asticella non c’è riuscito. Merito del russo che si sta ritrovando alla grandissima: se a distanza di due anni si replica il medesimo ultimo atto dello Slam americano, vuol dire che tanto casuale, la presenza di Medvedev, non è. Carlito in semifinale l’ha subito: fisico, testa, tenuta, resistenza, concentrazione.

La 47esima finale in carriera di Novak arriva all’US Open, terra newyorkese: per Nole Djokovic la soddisfazione è pure doppia, dopo l’esilio forzato che lo ha tenuto lontano dagli Stati Uniti per un paio di anni, quelli in cui per accreditarsi a Flushing Meadows era necessario presentare il certificato di vaccinazione anti Covid.

Resta solo l’ultimo ostacolo

Novak non l’ha mai allegato, quel documento: la maniera in cui prendersi cura di sé, cosa introiettare in corpo è roba che ha preteso di decidere in autonomia. Tra il serbo e lo Slam numero 24 di una carriera che nelle battute conclusive ci sta restituendo un Djoko diverso – coinvolgente, padrone assoluto della scena – resta solo Daniil Medvedev, il russo che non è Carlos Alcaraz – alzi la mano chi non voleva lo spagnolo in finale, se non altro per assistere all’ennesimo duello senza esclusione di colpi in un passaggio del testimone che sta facendo la fine di Godot: arriva, arriva, e non arriva mai – ma che, lo ha dimostrato proprio contro Carlito in semifinale, ha tutto per occupare il suo posto nel mondo nella finalissima statunitense.

Davanti a Charlize Theron, davanti a Tom Brady e Kevinc Durant: la platea di stelle che ha reso omaggio a Medvedev mentre prendeva a pallate Alcaraz è stata una cornice di tutto rispetto.

Nole è un altro e il pubblico apprezza

Nole è cambiato: negli ultimi tempi ha messo in mostra una versione di sé che trascende dalle precedenti. Di indole non è mai stato istrionico, uno capace di entusiasmare, di trascinare, di trovare empatia con un pubblico che sta cominciando a guardarlo con occhi diversi.

Dalla maglietta strappata a Cincinnati dopo aver battuto Alcaraz in finale al termine di una clamorosa rimonta, fino all’esultanza che ha scimmiottato quella di baby Shelton al termine di una sfida di semifinale dominata dal serbo: è un altro Djoko. Padrone della scena, non più solo del campo.

L’ultimo dei mohicani

Senza Nadal, senza Federer: la sensazione è che stia entrando alla perfezione nei panni dell’ultimo dei mohicani, l’estremo baluardo di una generazione destinata a cambiare pelle.

Il tennista più vincente di sempre sta rimarcando il territorio con la sicumera di chi s’è caricato in spalla uno status certificato: di nuovo numero 1 al mondo, a prescindere dall’esito della sfida contro Medvedev, è una tenuta fisica impressionante.

Diranno che l’ha agevolato il tabellone: parte bassa più agevole di sicuro ma ciò non cancella il percorso netto di un giovanotto di 36 anni che ha mostrato qualche segnale di stanca solo nell’approccio alla sfida contro il serbo Laslo Djere che stava per mandargli di traverso i sedicesimi. Avanti due set anche grazie a una prima di servizio da percentuali monstre, il 28enne ha subito il ritorno di Djoko proprio quando Nole è finito all’angolo. Novak s’è ripreso il derby e ha fugato ogni dubbio nei tre parziali successivi, in cui è tornato dominatore.

Nole ha spento il sogno americano

Tolto Djere, per il resto è stato impeccabile: nessun altro set concesso né prima – avversari modesti sia Muller che Zapata Miralles – né dopo, quando Gojo, Fritz e Ben Shelton hanno finito per fare gli sparring partner di Nole.

Ha spento il sogno americano, facendo fuori i due beniamini del pubblico: prima Fritz, poi Ben. E il 25enne Taylor Fritz, tra le altre cose, è stato l’unico top ten che gli ha riservato il tabellone. Come dire: diverse cose si sono incastrate bene, altre le ha indirizzate Djoko, mostrando tenuta fisica e mentale impressionanti.

Djokovic-Medvedev: i precedenti

Daniil e Nole giocano uno contro l’altro dal 2017: la bellezza di 14 precedenti – 12 sul cemento – tra due tennisti che si danno quasi 10 anni di differenza. La carta di identità dice 36 Djokovic, 27 Medvedev; il testa a testa tra i due pende dalla parte del serbo con 9 vittorie e 5 sconfitte.

Due volte contro nel 2023, Adelaide e Dubai. Una vittoria a testa. In Australia, Nole 2 set a zero, negli Emirati identico risultato a maglie invertite. L’unico altro precedente a Flushing Meadows risale al 2021, l’ultima apparizione di Nole prima della pandemia. Finalissima. Il serbo non ne ha un ricordo felice: quella gara la perse in maniera netta, triplo 6-4 per Daniil che si portò a casa un break decisivo in ciascun set.

Dove vedere la finale dell’US Open

La bella novità dei diritti acquistati da Sueprtennis ha messo nelle condizioni di gustarci il grande tennis in chiaro: non fosse per la maledizione del fuso, si è tornati ad avere la possibilità di assistere free a uno dei tornei più importanti della stagione.

Si tratta di una opportunità attesa 24 anni, l’auspicio è che non debbano passarne altrettanti per tornare a beneficiare del palinsesto gratuito.

Non fa eccezione la finalissima tra Djokovic-Medvedev: in chiaro dalle 22.30 su Supertennis, su Sky canale 216 e in streaming su SupertenniX.

Nole decima finale, terza per Daniil

Decima finale all’US Open per Djoko che l’ha vinto tre volte: 2011, 2015, 2018. Rivincerlo a distanza di 12 anni dal primo successo sarebbe l’ennesimo modo per frantumare le barriere del tempo e rimarcare il valore effimero della carta di identità.

Per Daniil si tratta della terza finale newyorkese, il bilancio è in perfetta parità: nel 2019 perse una battaglia epica contro Rafa Nadal, dopo avergli rimontato due set si fece brekkare al quinto e mollo il game sul 6-4. Poi la marcia trionfale del 2021: era in formissima, Medvedev, e Nole non fece in tempo nemmeno a portarsi a casa un set.

Aaron Rodgers, l’amico di Novak

Platea di vip annunciata: tra chi il tennis lo segue davvero e chi non perde l’occasione per sfruttare la vetrina di sicuro non mancherà Aaron Rodgers, il qb dei Jets che a New York ormai è di casa.

Il legame tra la stella dell’NFL e mister Slam è solido e duraturo: sono amici di vecchia data e non perdono l’occasione per sostenersi a vicenda. Quel che è certo è che Djoko si appresta a vivere una finale anomala: stavolta il pubblico penderà dalla sua parte.

Il tifo stavolta è per lui

Un po’ perché la storia che si trascina dietro è talmente esemplare che si vanno a incastonare ammirazione e rispetto. Un po’ perché la nuova versione del serbo s’è finalmente lasciata alle spalle l’alone di freddezza che lo ha accompagnato per lunghi anni della carriera.

E che Djoko, oggi, si piaccia e si voglia proprio così è lì da vedersi: ha deciso tempo e modi per preparare l’uscita di scena e la sta conformando esattamente così. Chissà che, a valutarla col senno di poi, non abbia pensato che sarebbe stato più bello se si fosse scoperto tanto padrone della scena anche tempo prima.

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