Un cannibale. Nole Djokovic impiega solo 2 ore e 40′ per vincere la semifinale degli Us Open contro Shelton in tre set 6-3 6-2 7-6 e centra la 36esima finale della sua incredibile carriera per Nole, la decima a New York dove troverà Medvedev che ha battuto Alcaraz), ma il match con l’americano, rivelazione del torneo, è stato caratterizzato da un siparietto polemico.
- Djokovic imita polemicamente l'esultanza di Shelton
- Shelton, risposta fredda alla provocazione del serbo
Djokovic imita polemicamente l’esultanza di Shelton
Dopo il punto vincente nel tie-break del terzo set Djokovic si è appropriato, modificandolo in tono apparentemente provocatorio, del gesto di esultanza che era diventato un marchio di fabbrica del tennista Usa, ovvero il “gesto del telefono”, come a dire sono connesso.
Il serbo ha mimato “la chiusura della chiamata”, prendendosi così gioco del rivale. La reazione di Shelton è stata fredda: i due si sono scambiati una gelida stretta di mano a rete. in conferenza Djoko ha minimizzato: “Queste partite mi tengono vivo, ringrazio questa gente per l’atmosfera. Le cose sono andate molto bene oggi, ma non è stato facile. A 36 anni fare grandi risultati? E’ un mix fra disciplina, lavoro e sacrificio. Sono felice di tutti i traguardi raggiunti. Sarà un’altra finale Slam e non potrei chiedere di più”
Shelton, risposta fredda alla provocazione del serbo
E’ toccato poi a Shelton parlare nel post partita e gli è stato chiesto anche di questo episodio: “Non me ne sono accordo se non dopo la partita. Non mi piace quando sui social mi dicono come dovrei o non dovrei esultare. Penso che se vinci la partita hai diritto a fare ciò che vuoi. Ma fin da bambino mi hanno detto che l’imitazione è la forma di stima e adulazione migliore”.