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Tokyo 2020, Italia: il retroscena dietro il flop di Benedetta Pilato

La 16enne tarantina manca clamorosamente la qualificazione alla finale dei 100 rana: colpa della troppa pressione a 16 anni, ma anche dell'assenza in Giappone del proprio allenatore, non convocato dalla Federazione.

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La giornata di domenica 25 luglio non passerà certo alla storia per l’Italia in chiave olimpica.

Prima la scherma, con le ragazze del fioretto che hanno mancato per la prima volta il podio nella prova individuale dopo averlo frequentato consecutivamente per 33 lunghi anni di trionfi, scanditi dai successi di una leggenda dello sport italiano come Valentina Vezzali, ma anche di Giovanna Trillini ed Elisa Di Francisca.

In precedenza, nella notte italiana, anche Gabriele Detti era stato protagonista di una controprestazione, mancando il podio nella finale dei 400 stile libero, obiettivo raggiunto invece dal nuotatore livornese a Rio 2016.

A proposito di nuoto, però, la vera sorpresa in negativo della giornata azzurra è stata Benedetta Pilato.

Il talento del nuoto italiano, classe 2005, ha clamorosamente mancato la qualificazione alla finale dei 100 rana fissando il tempo di 1’07”36, ben al di sotto rispetto ai propri standard e in particolare a quell’1’06″02 ottenuto a dicembre agli Assoluti di Riccione, che le era valso la qualificazione alla prima Olimpiade della carriera.

Il paragone con Federica Pellegrini, che ad Atene 2004 stupì il mondo conquistando il bronzo nei 200 stile libero, prima medaglia del nuoto femminile italiano ai Giochi dai tempi di Novella Calligarsi a Monaco ’72, era nato spontaneo, ma i fatti lo hanno per il momento respinto, nonostante la 16enne promessa del nuoto azzurro sia già la detentrice del record Mondiale dei 50 rana.

Benedetta ha infatti disputato “una gara orribile” (20° tempo complessivo), come dichiarato con onestà e tristezza dalla stessa tarantina al termine della propria deludente prova, “coronata” peraltro da una squalifica per bracciata irregolare’.

Quali le cause di un simile flop?

Facile pensare alle eccessive pressioni su un’atleta catapultata sulle prime pagine, da minorenne, e caricata eccessivamente in un appuntamento così importante come l’Olimpiade.

La stessa Benedetta ha implicitamente avvalorato questa tesi: “Mi sono stancata tantissimo. Mi sentivo bene nel riscaldamento. Non ho idea di cosa è successo, è andata così. Troppa pressione? Può darsi. Ora vediamo a mente fredda”.

In realtà si può aggiungere un altro retroscena per spiegare la giornata deludente. A riportarlo, già nella mattinata di domenica, era stato ‘Il Corriere della Sera’.

Pilato non ha infatti potuto contare a Tokyo sulla presenza del proprio allenatore Vito d’Onghia, non convocato dalla Federazione nuoto, in quanto sprovvisto di patentino.

Facile comprendere lo smarrimento della giovane azzurra senza un riferimento come il proprio tecnico, che l’ha seguita fin dai primi passi in piscina, costruendo anche un vero e proprio staff di lavoro, composto da un bio meccanico, da un medico e da un preparatore atletico personale.

Benedetta e la Federazione affronteranno sicuramente presto il tema, in visto dei prossimi appuntamenti importanti, ma intanto la prima Olimpiade della carriera potrebbe essersi già conclusa, qualora la ragazza non venisse schierata nella staffetta mista.
 

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