Hanno vinto tutte le grandi tranne una, la Juventus, che pare ripiombata, o forse non ne era, mai uscita, da una crisi senza fine. Su questa falsa riga, con le prepotenti vittorie delle due prime della classe, Milan e Napoli, con Inter, Roma, Atalanta alle calcagna, che ha contraddistinto la decima giornata di serie A. A fare la differenza come sempre i nostri “top e flop” con un pizzico di cattiveria e di ironia che non guasta mai. Vediamo chi sono.
Miglior portiere: Reina si riprende la Lazio
Ospina è sempre una garanzia ma il Bologna fa troppo poco per elevarlo a “top” dei portieri, invece la Fiorentina ci prova ma trova un muro redivivo in Pepe Reina che dopo le 4 sberle prese da Simeone e un filotto di prestazioni non all’altezza del suo nome, si rimbocca le maniche e serra i guantoni trascinando, anche e soprattutto lui, la Lazio al ritorno alla vittoria. Ma un bel “bravo” se lo prende anche Tatarusanu. Doveva essere una tragedia l’infortunio di Maignan ed invece se si eccettua la Champions dove il Milan aveva comunque perso già due gare col francese, il “secondo” promosso titolare sta facendo bene, e col Toro primo clean sheet mica male.
Miglior difensore: Koulibaly è abbonato
Quando la classe operaia va in paradiso. Facile star qui a nominare tutte le settimane i vari Koulibaly, Skriniar, Chiellini e compagnia difendente. Ci sono anche loro. Nel turno infrasettimanale c’è stato bisogno anche di D’Ambrosio e lui ha risposto presente, alla grande, prima “para” col corpo un tiro a botta sicura di Luperto indirizzato in porta, poi subito dopo è dall’altra parte, nell’altra area a staccare nella rete dell’Empoli il colpo di testa vincente su assist al bacio di Sanchez. Protagonista come pochi. Menzione d’onore per un altro “lavoratore” del pallone, quel Mario Rui che accompagna il Napoli nel suo repentino ritorno in vetta nel giro di 48 ore.
Miglior centrocampista: Maxime Lopez gela la Juve e strega noi
Il Sassuolo che espugna lo Stadium provocando un’altra Waterloo juventina di questa stagione ha due nomi: Frattesi e Maxime Lopez. Sono loro, uno per tempo, a gelare la Juve nel giorno che doveva essere della “partita da vincere” citando Allegri nel pre gara. Ed invece il centrocampo messo in campo da Dionisi ha imbrigliato quello bianconero e compito di conseguenza, la rete del regista neroverde poi è un contropiede magistrale, il fatto che sia arrivato all’ultimo respiro dà a tutto un qualcosa di speciale.
Citazione d’onore per il solito Lorenzo Pellegrini che pennella una punizione come solo i grandi sanno fare; per Dimarco che segna un altro gol riabilitandosi dopo il rigore sbagliato con l’Atalanta; a Barak infallibile dal dischetto e goleador costante del Verona di Tudor; il sinistro al fulmicotone di Fabian Ruiz che sblocca Napoli-Bologna.
Miglior attaccante: Zapata-Insigne che coppia!
L’elenco degli attaccanti in rete in questo turno infrasettimanale è come sempre lunga, ci sono i gol “pesanti” da tre punti di Giroud e Pedro. Ma dopo alcune settimane difficili e tanti rigori sbagliati, forse troppi, che han fatto pensare a un giocatore disturbato dalle voci sul rinnovo e di mercato, ecco che Lorenzo Insigne piazza due penalties perfetti rilanciandosi e lanciando il Napoli nuovamente in vetta. E poi c’è il solito rullo compressore Duvan Zapata che dopo l’Empoli “mata” anche la Samp a domicilio con la solita strapotenza fisica e non solo.
Flop: c’è la Juve, ma non dovevamo rivederci più?
Il peggio sembrava alle spalle, e già che 10 punti di ritardo nelle primissime giornate erano tanti, pure troppi. Ma la Juventus invece di vedere la luce in fondo al tunnel ha rivisto il buio della sconfitta, del non gioco, delle difficoltà che paiono a questo punto endemiche di questa squadra che segna poco, gioca male e ogni tanto va in amnesia difensiva. Flop tra i flop Alvaro Morata: l’eredità di Ronaldo pesa, tanto, troppo, e si vede. Quasi deleterio alla manovra finisce sempre in fuorigioco e fa sempre, o quasi, la cosa sbagliata al momento sbagliato. Altri flop di turno Kalulu non al meglio nel Milan che fatica col Torino, e Abraham forse stanco e impacciato come mai lo si è visto nella Roma.