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Tour de France 17° tappa: Pogacar cade, crolla, molla. Vingegaard è Giallo sole. Ciccone fino alla fine

Il Re Pescatore ipoteca la vittoria finale anche per la giornata no dello sloveno, crollato letteralmente tra la botta psicologica incassata ieri e la botta fisica rimediata a inizio tappa

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Prima o poi nella vita ci passano sopra tutti, almeno una volta: Ligabue (il cantante, non il pittore) l’ha definito “il giorno di dolore che uno ha” e che a Courchevel è toccato in sorte a Tadej Pogacar, crollato letteralmente tra la botta psicologica incassata ieri nella cronometro e soprattutto la botta fisica rimediata a inizio tappa in una caduta che di fatto ha chiuso anzitempo i giochi per la maglia gialla.

Perché quello ripartito per i successivi due terzi di tappa non era Pogacar, almeno non quello che il mondo ha conosciuto da due anni e mezzo a questa parte: la prima vera crisi della carriera dello sloveno fa felice Jonas Vingegaard, che nell’ultima frazione sulle Alpi chiude ogni velleità di rimonta del rivale, lasciando abbondantemente alle sue spalle e rifilandogli oltre 5’.

Come è andata la tappa

Nella generale sono quasi 8’ quelli di vantaggio, con Adam Yates sul podio virtuale ma attardato di più di 10’. Insomma, il Re Pescatore ha chiuso i giochi nell’arco di 24 ore, ribadendo di essere fuori portata per chiunque.

L’ultima tappa alpina de l’è presa Felix Gall, sempre più rivelazione del Tour 2023: l’austriaco è andato in fuga e ha resistito al ritorno dei big, che nel finale hanno pregustato anche la rimonta, svanita per una manciata di secondi.

Bravo però lo è stato anche Giulio Ciccone, che ha preso punti preziosi nella classifica della maglia a pois, dove ora il rivale più temibile è proprio Gall, che proverà a strappargliela di dosso nelle prossime giornate. Ma con Vingegaard ormai già certo di fare il bis a Parigi (imprevisti permettendo), domani torneranno a giocarsi la tappa finisseur e velocisti: le ultime emozioni di una corsa altrimenti “uccisa” dalla superiorità del danese.

Le pagelle della tappa (i migliori e i peggiori)

  • FELIX GALL 10. Erano più di 60 anni che un austriaco non conquistata la vetta più alta del Tour, ed erano decenni che l’Austria aspettava un talento così brillante in salita. Felix è la fotografia del suo nome: felice per l’impresa e ora deciso a strappare a Ciccone la maglia a pois. Sarà lotta all’ultimo punto: tutto può succedere.
  • JONAS VINGEGAARD 9. Fa tutto alla perfezione, facilitato certo dalla crisi nera di Pogacar. Quando Kuss accelera, lui lo segue e la battaglia al Tour chiude i battenti. Impensabile fino a poco più di 24 ore fa, logico per quanto visto dopo. È il più forte e l’ha dimostrato quando più contava.
  • SIMON YATES 8. Ha cominciato il Tour alla grande con l’attacco a Bilbao e la volata col fratello, ma e sull’ultima vera tappa alpina che dimostra di essere comunque meritevole di considerazione. Guadagna posizioni e completa la festa di famiglia, con Adam che vede ormai il podio. Lui non è molto lontano e in casa Jayco AlUla comincia già la festa.
  • GIULIO CICCONE 7,5. Finché le gambe reggono, i GPM li fa tutti suoi. Poi alla fine è un po’ in riserva, ma si è prefissato un obiettivo e (per ora) lo tiene in piedi con ostinazione e forza di volontà. Trentuno anni dopo Chiappucci, se la pois tornerà in Italia sarà una gran cosa. Ma Gall ora fa paura.
  • TADEJ POGACAR 5. La crisi è più figlia della botta presa ieri che non quella della caduta di inizio tappa. Che pure c’è, gli fa sanguinare il ginocchio e brucia nell’animo, oltre che bel fisico. Pogi c’ha provato: probabilmente non ce l’avrebbe comunque fatta, perché si era capito già alla fine della seconda settimana che è Vingegaard stava meglio. Così però c’è di che prendersela con la sfortuna. Applausi per la dedizione con la quale arriva, anziché salire sull’ammiraglia e salutare tutti.
  • CARLOS RODRIGUEZ 4,5. Altro giro perso dallo scalatore Ineos, che ora vede il podio pressoché compromesso perdendo altro terreno da Adam Yates (e c’è Simon vicino). L’ultima settimana sin qui è stata un calvario e la sensazione è che stia davvero raschiando il fondo del barile.

La classifica generale dopo la 17esima tappa

  • 1 – VINGEGAARD Jonas Jumbo-Visma 67:57:61
  • 2 – POGAČAR Tadej UAE Team Emirates 7:35
  • 3 – YATES Adam UAE Team Emirates 10:45
  • 4 – RODRÍGUEZ Carlos INEOS Grenadiers 12:01
  • 5 – YATES Simon Team Jayco AlUla 12:19
  • 6 – BILBAO Pello Bahrain – Victorious 12:50
  • 7 – HINDLEY Jai BORA – hansgrohe 13:50
  • 8 – GALL Felix AG2R Citroën Team 16:11
  • 9 – KUSS Sepp Jumbo-Visma 16:49
  • 10 – GAUDU David Groupama – FDJ 17:57

La tappa di oggi

Nessuno avrebbe osato immaginare di vedere Jonas Vingegaard avanti di 108 secondi a 4 tappe dalla fine del Tour (5 con la passerella di Parigi). Nessuno, tranne che il danese, che nella crono di Clombloux ha rovesciato la corsa, nel senso che l’ha riportata indietro di 30 anni, quando le crono facevano solchi impossibili da chiudere per qualsiasi rivale.

Tadej Pogacar ne avrà di chance per provare a ribaltare il Tour, ma non avrà molto margine per farlo: la 17esima tappa, con partenza da Saint Gervais Mont Blanc della frazione che porterà la carovana a Courchevel rappresenta il penultimo ostacolo per Vingegaard, che dovrà cercare di rispondere colpo su colpo alle velleità del rivale sloveno.

Il racconto della 17° tappa del Tour de France 2023: il percorso

Che dalla crono non è uscito ridimensionato, perché in fondo è stato il danese a fare la storia: Pogi non vuol arrendersi e avrà 5 GPM per provare a inventarsi qualcosa. Magari con l’aiuto di Adam Yates, da ieri risalito al terzo posto nella generale davanti a Carlos Rodriguez, che ipotizzando un gioco di squadra nel Team UAE Emirates potrebbe andare in fuga e fungere da grimaldello per stanare la maglia gialla.

A quel punto potrebbe davvero succedere di tutto, ma dipenderà anche dalle energie rimaste in corpo dopo 16 tappe estenuanti.

Le difficoltà della 17esima tappa

L’ultima tappa alpina presenta asperità considerevoli: la più dura è posta a fine giornata, arrivo classico del Tour nel campo di atterraggio degli elisoccorsi. Prima ci sono da affrontare Col des Saisies (13,5 km al 5%), Cormet de Roselend (20 km al 6,6%), Col du Tra (salita di 11,5 km, con il GPM posto a Longefoy dopo 6 km al 7,5%, i più duri), e appunto Courchevel.

Qui c’è da fare attenzione alla lunghezza: 28 km al 6%, ma divisi tra il primo tratto (11 km al 6,5%), quello più semplice (salita pedalabile o discesa) con cui si arriva a Méribel e gli ultimi 11 km all’8,5% di media e punte fino al 24%.

Dalla vetta al traguardo ci sono soltanto 6 km, non tutti di discesa: c’è un primo strappo in doppia cifra di circa 400 metri a 2,5 km dall’arrivo e poi l’impennata finale (punte al 18%) da far tremare i polsi. Resta da capire dove vorrà provare ad attaccare Pogacar, ma Vingegaard saprà come difendersi, specie se sarà quello visto nelle ultime tappe.

L’Italia confida in un exploit di Giulio Ciccone, che nella crono ha rafforzato la leadership nella classifica della maglia a pois, ma che ora deve provare a mettere altro fieno in cascina nel tentativo di evitare pericolosi ritorno dalle retrovie. Perché il Tour è ancora lungo, è tutto può succedere.

Classifica generale dopo la 16esima tappa

  1. VINGEGAARD Jonas Jumbo-Visma 63:06:53
  2. POGAČAR Tadej UAE Team Emirates 1:48
  3. YATES Adam UAE Team Emirates 8:52
  4. RODRÍGUEZ Carlos INEOS Grenadiers 8:57
  5. HINDLEY Jai BORA – hansgrohe 11:15
  6. KUSS Sepp Jumbo-Visma 12:56
  7. BILBAO Pello Bahrain – Victorious 13:06
  8. YATES Simon Team Jayco AlUla 13:46
  9. GAUDU David Groupama – FDJ 17:38
  10. GALL Felix AG2R Citroën Team 18:19

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