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Tour de France 20 tappa: Pogacar ci mette il cuore, Ciccone si prende la maglia a pois

Lo sloveno s'è andato a prendere una vittoria che serviva al morale. L'italiano, 31 anni dopo Claudio Chiappucci, è il primo italiano a venire incoronato a Parigi con il pois in bella vista

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La 20esima tappa del Tour de France ha detto almeno tre cose: per Jonas Vingegaard è iniziata la lunga passerella verso Parigi. Tadej Pogacar ha corso di cuore e di classe e s’è andato a prendere una tappa che serviva al morale. Giulio Ciccone, 31 anni dopo Claudio Chiappucci, sarà il primo italiano a venire incoronato a Parigi con la maglia a pois in bella vista: l’abruzzese della Lidl Trek l’ha voluta fortemente, sacrificando anche un bel piazzamento nella generale (per un paio di giorni è stato terzo virtuale) pur di riportare a casa l’iconico simbolo del primato degli scalatori.

Giulio, missione compiuta!

Missione compiuta grazie a una prima parte di gara perfetta, grazie alla quale ha conquistato i punti necessari per tenere a debita distanza Felix Gall e Jonas Vingegaard. I quali si sono “consolati” chiudendo secondo e terzo dietro a Pogacar nell’arrivo a ranghi ristretti di Le Markstein, con i gemelli Yates al quarto e quindi posto (Simon prima di Adam).

Pinot ha dato spettacolo

Una tappa che ha vissuto come da previsioni sulla fuga iniziale, stavolta però non andata a buon fine come nei giorni precedenti: il gruppo ha marciato spedito e compatto e sull’ultima salita i big si sono dati battaglia, non avendo più nulla da perdere o conservare. Soprattutto Pinot, all’ultimo Tour, ha dato davvero spettacolo, ricucendo un primo strappo mentre i tifosi a bordo strada lo osannavano.

Pogacar chiude con un sorriso un Tour che resterà indelebile nella sua mente per la crisi dell’ultima settimana, Vingegaard semplicemente dimostra di essere davvero il più forte.

Domani passerella sui Campi Elisi: per Philipsen l’obiettivo è il quinto successo parziale, naturalmente in maglia verde.

Pagelle della 20esima tappa (i migliori e i peggiori)

  • GIULIO CICCONE 10. Bravo, anzi bravissimo. Perché studia alla perfezione il percorso e a metà tappa è già sicuro di aver centrato l’obiettivo che si era prefissato, cioè la maglia a pois. Trentuno anni dopo Chiappucci, il ciclismo italiano manda segnali di vita. Per ora va bene cosi, più avanti chissà se si potrà osare di più…
  • FELIX GALL 9. È la rivelazione di questo Tour e lo chiude con una doppia piazza d’onore (di tappa e nella classifica scalatori) che nulla toglie al suo straordinario percorso. Un talento che può sbocciare e migliorare e che andrà monitorato con attenzione negli anni a venire.
  • SIMON YATES 8,5. Mette nel mirino quei 18 secondi che lo dividono da Rodriguez e, seppur senza abbuoni, riesce nell’impresa di scavalcarlo nella generale, mettendosi appena dietro al fratello Adam e a un tiro di schioppo dal podio. Comunque lo si voglia inquadrare, questo Tour a casa Yates merita di essere celebrato a dovere.
  • TADEJ POGACAR 8. Reazione d’orgoglio per Pogi, che smaltire le tossine della sue giorni che lo ha allontanato dalla maglia gialla (soprattutto mercoledì) ritrova la gamba e in volata piazza l’acuto col quale ribadisce al mondo intero che la luce è sempre bella accesa.
  • THIBOUT PINOT 7,5. All’ultima recita assoluta al Tour, con una grande forza di volontà cerca di resistere all’attacco finale di Pogacar e compagnia cantante, riuscendo a limitare i danni. La folla lo acclama e lo saluta come si merita un beniamino del popolo, che avrà vinto poco ma che di cuori ne ha scaldati tanti.
  • CARLOS RODRIGUEZ 5. Ha chiuso la terza settimana in riserva, scivolando addirittura al quinto posto quando prima della crono pareva blindato al terzo. Un po’ di inesperienza e una Ineos Granadiers lontanissima dai fasti di un tempo (si salva solo Kwiatowski) gli hanno precluso il grande risultato, ma può comunque consolarsi all’idea che di occasioni così ne avrà ancora molte.

La classifica generale dopo la 20esima tappa

  • 1 – VINGEGAARD Jonas Jumbo-Visma 79:16:38
  • 2 – POGAČAR Tadej UAE Team Emirates 7:29
  • 3 – YATES Adam UAE Team Emirates 10:56
  • 4 – YATES Simon Team Jayco AlUla 12:23
  • 5 – RODRÍGUEZ Carlos INEOS Grenadiers 12:57
  • 6 – BILBAO Pello Bahrain – Victorious 13:27
  • 7 – HINDLEY Jai BORA – hansgrohe 14:44
  • 8 – GALL Felix AG2R Citroën Team 16:09
  • 9 – GAUDU David Groupama – FDJ 23:08
  • 10 – MARTIN Guillarme Cofidis 26:33

La tappa di oggi

Nulla che possa ribaltare il discorso per la maglia gialla, ma l’ultima tappa “reale” del Tour prima della passerella di Parigi qualcosa da dire ce l’ha per davvero. E attende soprattutto Giulio Ciccone, alle prese con l’ultima battaglia della sua grand boucle per difendere la maglia a pois: con 37 punti in palio e appena 6 di vantaggio su Felix Gall, l’abruzzese della Lidl Trek dovrà cercare sin dalle prime asperità dii giornata di non farsi scappare via niente e nessuno che possa scalzarlo dal trono degli scalatori.

Il racconto della 20° tappa del Tour de France 2023: il percorso

Nella Belfort-Le Markstein saranno ben 6 i GPM di giornata, seppur non così impervi: ai comincia con il Ballon d’Alsace (11 km al 5.2% di media) e il Col de la Croix des Moinats (poco più di 5 km al 7%), cui farà seguito quasi subito il Col de Grosse Pierre per altri 3 km chilometri all’8% di pendenza media.

Un po’ di falsopiano e poi dritti al Col de la Schlucht (4,3 km al 5.4%). negli ultimi 35 chilometri ecco il gran finale: prima c’è il Petit Ballon, salita di prima categoria di 9 km all’8.1% di media e massime del 10%.

Fughe, imboscate e Pogacar

In cima mancheranno 25 chilometri al traguardo, di cui 9 di discesa poi ultima salita di giornata con il Col du Platzerwasel, ultima salita del Tour, che misura 7 chilometri all’8.4% con massime del 10%. A quel punto in coma mancheranno 7 chilometri all’arrivo di Le Markstein.

Tappa adatta a fughe o imboscate, specie ora che in gruppo non c’è molto per cui valga la pena dannarsi l’anima. C’è un però: Tadej Pogacar.

Abbandonata ogni velleità di vittoria finale, per lo sloveno è l’ultima occasione utile per lasciare un segno in un Tour che, alla fine, lo ha visto sì grande protagonista ma i minuti dalla maglia gialla, tra una crisi e una difficoltà, sono diventati quasi otto.

La classifica generale dopo la 19esima tappa

  • 1 – VINGEGAARD Jonas Jumbo-Visma 67:57:61
  • 2 – POGAČAR Tadej UAE Team Emirates 7:35
  • 3 – YATES Adam UAE Team Emirates 10:45
  • 4 – RODRÍGUEZ Carlos INEOS Grenadiers 12:01
  • 5 – YATES Simon Team Jayco AlUla 12:19
  • 6 – BILBAO Pello Bahrain – Victorious 12:50
  • 7 – HINDLEY Jai BORA – hansgrohe 13:50
  • 8 – GALL Felix AG2R Citroën Team 16:11
  • 9 – KUSS Sepp Jumbo-Visma 16:49
  • 10 – GAUDU David Groupama – FDJ 17:57

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