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US Open Alcaraz-Medvedev, la semifinale a Flushing Meadows che vale una notte in bianco

Il match tra lo spagnolo e il russo è in programma nella notte italiana di sabato 9 settembre. Carlos guida 2-1 nei precedenti: sul cemento le differenze tra i due si livellano. L'Ashe è schierato con Alcaraz

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Appena ha detto che prima o poi qualcuno ci lascerà le penne per via del gran caldo, Daniil Medvedev è stato “accontentato”. Intanto perché la sua semifinale contro Carlos Alcaraz l’hanno programmata nella sessione serale, quando magari l’umidità è un fattore, ma almeno non c’è il sole ad aumentare la temperatura.

Ma soprattutto perché di colpo il cielo sopra Flushing Meadows ha cominciato a farsi più cupo, con nuvole cariche di pioggia che non promettono nulla di buono. Ecco, potrebbe essere questa la variabile impazzita pronta a mettere i bastoni fra le ruote nel confronto tra lo spagnolo e il russo, la cui rivalità è fatta già di tre sfide, nessuna delle quali banali (due a Wimbledon, una in finale a Indian Wells) e finite tutte senza bisogno di dover allungare la partita oltre il minimo necessario.

Carlos comanda con due vittorie a una

Medveded s’è preso la prima al Championship nel secondo turno dell’edizione 2021, quando ancora Carlitos era davvero un pulcino, per giunta alle prime armi sull’erba (però ha imparato in fretta, visto quel che ha raccontato l’ultima edizione…).

Alcaraz ha risposto da campione due volte, tutte nel 2023, vincendo in due set a Indian Wells (6-3 6-2) e poi replicando con un 6-3 periodico nella semifinale di Wimbledon. Il quarto atto della saga, così, diventa per Daniil l’occasione per provare a rimettere le cose in equilibrio, oltre che per vendicare l’amara esclusione dal torneo patita nelle campagne londinesi a inizio luglio.

Medvedev punta all’11

Si affrontano due giocatori che per tanti motivi avrebbero entrambi pieno diritto di mettere piede in finale. Dopotutto si sono spartiti gli ultimi due US Open della storia, e questo basta per considerare la sfida dell’Arthur Ashe alla stregua di una finale anticipata.

Alcaraz nel corso del torneo ha mostrato una solidità che era sembrata essersi smarrita (tra le vittime, anche il nostro Matteo Arnaldi) nel corso delle settimane precedenti: ha lasciato soltanto un set per strada, contro Evans, e seppur ha schivato gli avversari più tosti fino agli ottavi, nei quarti contro Zverev ha dato l’impressione di essere davvero tarato e concentrato su quel che c’è da fare.

Per Alcaraz l’avversario peggiore

L’obiettivo dichiarato è provare a centrare il back to back, ma per farlo dovrà comunque mantenere un livello di gioco sempre elevato, perché il Medvedev visto contro Rublev è forse il peggior cliente possibile che potesse capitargli lungo la via.

Contro il mio amico Andrev so di aver disputato una partita pressoché perfetta, di quelle in cui non mi vergogno di dire di meritare un 10. Ecco, contro Carlos però dovrò giocare da 11, perché 10 potrebbe non bastare

ha commentato il russo dopo il derby vinto un paio di giorni fa. Che è da un lato una dimostrazione di ammirazione nei confronti dello spagnolo, ma dall’altro anche un messaggio da far recapitare forte e chiaro: sul cemento quest’anno Medvedev ha vinto 37 partite, più di ogni altro collega nel circuito, e questo è un dettaglio di cui in un modo o nell’altro c’è da tenere conto.

Di più: il modo col quale ha reagito all’univo vero momento di difficoltà nel torneo, ritrovandosi sotto di un set contro de Minaur, l’ha spinto ad alzare ulteriormente l’asticella.

Il pubblico dell’Ashe dalla parte dello spagnolo

Alcaraz ha la capacità di rendere facili cose apparentemente difficili, e come gioca in drop and volley lui il resto dei comuni mortali della racchetta se lo può pure scordare. Talento sopraffino che ha imparato a variare (e tanto) i colpi, ma che soprattutto riesce sempre a trovare un paio tattico differente a seconda della partita, Medvedev questo lo sa, ma ha specificato anche quale potrebbe essere la chiave di volta del match:

Dovrò cercare di tenere percentuali alte al servizio, cercando soprattutto la linea per costringerlo ad abbassare la qualità della risposta.

Un proposito che si scontra con la necessità di trovare continuità da subito, al netto di fattori che potrebbero in qualche modo infastidirlo (il pubblico dell’Ashe starà quasi tutto dalla parte dello spagnolo, e un po’ di nervosismo per questo potrebbe affiorare).

Sul cemento i valori sono livellati

Vero è che sul cemento i valori tra i due dovrebbero appianarsi, o forse addirittura finire per strizzare l’occhio maggiormente al russo, ma scommettere contro Alcaraz è sempre un rischio difficile da poter essere considerato “calcolato”.

Se la pioggia cadrà per davvero, come dicono le previsioni, entreranno in gioco ulteriori fattori che potrebbero scompaginare i piani tanto dell’uno, quanto dell’altro. Resta il fatto che ha ragione chi dice che questa sia una finale anticipata: la resilienza di Medvedev contro l’estro e la fantasia di Alcaraz valgono una notte in bianco, dal momento che l’orario d’inizio saranno le 2,30 italiane (diretta su SuperTennis TV).

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