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Venezia-Juventus, per Di Francesco lacrime in diretta: lo sfogo dell’allenatore

Per Di Francesco seconda retrocessione di fila all'ultima giornata. La reazione del tecnico dopo il ko con la Juve e quella dei tifosi al Penzo

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Ci ha provato, il Venezia. Ma il rigore di Locatelli e i risultati dagli altri campi hanno condannato i lagunari. Veneti in B, Juventus in Champions. Al triplice fischio hanno colpito non poco le lacrime di Di Francesco: per il tecnico abruzzese si tratta della seconda retrocessione di fila, sempre all’ultima giornata.

Venezia-Juventus, ancora lacrime per Di Francesco

È successo di nuovo. Altro finale di stagione drammatico per il 55ene allenatore di Pescara, che ancora una volta è stato catturato in lacrime dagli occhi delle telecamere. La scorsa stagione, infatti, avevano fatto il giro del web le immagini di Di Francesco consolato dai fratelli Cannavaro.

Nella prima parte del campionato il suo Frosinone era stato tra le rivelazioni del torneo, salvo poi crollare e precipitare in Serie B all’ultima giornata. Ieri è toccato al Venezia, che pure ha provato a complicare la vita alla Juventus. Il vantaggio di Fila dopo 120 secondi, la rimonta subita, il pareggio di Haps, poi il rigore di Locatelli che ha spento ogni speranza: 90′ sulle montagne russe, la giostra del gol, una girandola di emozioni. Ha retto fino al fischio finale, Eusebio. Poi il crollo emotivo. E le inevitabili lacrime.

Come i tifosi del Venezia hanno reagito alla retrocessione

Niente contestazioni. Zero. Tutt’altro. Il Penzo ha reagito come se avesse ottenuto la salvezza. Perché – senza ricorrere a inutili giri di parole – tutti sapevano sin dalla scorsa estate che guadagnarsi la permanenza nella massima serie sarebbe stato come vincere la Champions. Di Francesco ha accettato una sfida ai limiti dell’impossibile e con una rosa con molti esordienti e a gennaio privata pure della stella Pohjanpalo ha combattuto fino alla fine. Levandosi anche qualche sfizio come il pareggio interno col Napoli campione d’Italia.

Già prima dell’inizio della partita da dentro o fuori con la Juve la posizione dei sostenitori era chiara. In curva, infatti, era stato esposto uno striscione con su scritto: “Non c’è categoria che da te mi porti via”. Una dichiarazione d’amore. Quando l’incubo è diventato reale, i tifosi del Venezia hanno invitato Di Francesco a raggiungere la curva per rendergli omaggio. La retrocessione non cancella l’impegno, il sacrificio, il sudore versato per provare a raggiungere il risultato.

Lo sfogo dell’allenatore: il futuro è un rebus

Avesse centrato la salvezza, l’allenatore abruzzese avrebbe ridato slancio a una carriera che ha subito un brusco stop dopo la semifinale di Champions raggiunta con la Roma nel 2018. Con Sampdoria, Cagliari e Verona è andata malissimo, a Frosinone e Venezia il rammarico di essere arrivato a tanto così da un gran risultato.

“La squadra mi ha dato tutto, proprio come la gente. In Italia raramente si vede un club retrocedere tra gli applausi” ha commentato Di Francesco ai microfoni di Sky. “Per il secondo anno retrocedo all’ultima giornata, ma quando vedo anima e cuore non posso rimproverare niente a nessuno”. In settimana l’incontro con la società: chissà che il calore e la stima del pubblico veneto non lo spingano a continuare.

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