Ora si può dire: la Roma di Mourinho è in crisi. Dopo la sconfitta per 6-1 contro il Bodo/Glimt, il pari in rimonta contro i norvegesi all’Olimpico, nonchè il k.o contro il Milan in campionato, la squadra capitolina cade anche contro il Venezia nel 12esimo turno di Serie A.
Superata dall’Atalanta, la Roma deve fare i conti anche con il ritorno sulla scena della Juventus, ora distante appena un punto dai capitolini. Campionato lungo, ma lotta per la Champions infuocata per i ragazzi di Mourinho, che hanno ottenuto un solo successo nelle ultime cinque gare.
Furioso per le direzioni arbitrali contro Roma e Bodo/Glimt, almeno relativamente alla sfida di ritorno, Mourinho aveva tuonato anche in conferenza stampa. Ora l’episodio del rigore assegnato contro i giallorossi per il contrasto tra Cristante e Caldara.
Il risultato? Mourinho, ai microfoni di Sky, è polemico:
“Non parlo di arbitri, perchèmi devo proteggere, rimanere con le mie sensazioni e non dire niente, esprimere quello che sta succedendo”.
A DAZN, Mourinho, ha continuato in tali termini:
“Devo stare emozionalmente controllato sul secondo goal. Purtroppo siamo qui per parlare, ma l’arbitro non è qui, nè il VAR. La nostra vita è così, dobbiamo digerire e soffrire quando si perde. Le regole di solito sono fatte per chi non capisce di calcio, ma sono loro i potenti che decidono. A fine stagione si cerca di arrivare un equilibrio sugli episodi, ma quando si accumula tutto settimana dopo settimana si inizia e pensare di stare zitti. Mi sono chiesto perchè, ma non posso rispondere”.
Mourinho non è contento di alcune cose, ma soprattutto della mancanza di alternative:
“A livello di atteggiamento, se posso piangere è la mancanza di concentrazione e di qualità tecnica per fare un determinato tipo di movimento. Per atteggiamento generale non ho però niente da dire. Abbiamo ovviamente dei problemi, quando si cerca di costruire una squadra bisogna avere un’idea di gioco, ma quando la rosa è squilibrata e si perde un giocatore per squalifica o infortunio, l’allenatore diventa di reazione e di costruzione. Non abbiamo due giocatori per posizione”.
L’ex mister del Tottenham ci tiene però a precisare, abbattendo allo stesso momento i desideri dei tifosi:
“Non è una critica alla mia società, perché sa ciò che ha fatto e ciò che sta facendo. Voleva pulire e riorganizzare, dopo aver perso Spinazzola e Dzeko. Non è l’anno per sognare in grande, ma tocca a me alzare ambizione e motivazioni. La nostra meta è il quarto posto, ma per qualche motivo siamo scivolati al sesto-settimo posto”.