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Volley femminile, Egonu e l'Italia: "Ora sono più matura, ma i giudizi fanno sempre male". E Zhu la sfida

L'opposto di Milano ha parlato a Elle del suo stato d'animo: "Sono rientrata in Italia più serena, ma la gente ancora non pensa che possa essere una persona normale".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Domani sera sarà chiamata a salvare letteralmente Milano, che un piede nella fossa. Prima però Paola Egonu ha pensato bene di concedersi una volta di più alla curiosità dei tanti appassionati che non passa giorno nel quale non vogliano scoprire qualcosa in più su di lei. Personaggio ben oltre il mondo della pallavolo, un’icona di stile che ha trovato una sua dimensione che la rende uno dei volti più noti non soltanto a livello sportivo. E che in un modo o nell’altro trova sempre il modo per lasciare il segno. Anche quando tutto sembra remare dalla parte meno desiderata.

La fuga in Turchia “per tornare più forte”

Dice di essersi tatuata addosso la parola “pazienza”, perché lei di pazienza ne ha sempre avuta poco. “Non ce l’ho e quando qualcosa non va per il verso giusto vado subito fuori di testa”, confessa nell’intervista esclusiva rilasciata a Elle. Dove emerge uno spaccato diverso dal solito: si parla tanto del suo ritorno in Italia, della serenità ritrovata dopo le estati più difficili (quella 2022, chiusa con lo sfogo seguito alla finale per il bronzo mondiale con l’Olanda, e quella 2023, passata a fare la riserva di Antropova), della voglia di sentirsi importante ma pur sempre “umana” come le altre, sognando però di andare a Parigi e regalare all’Italia quella medaglia che volley femminile ha sempre visto indossare alle altre nazionali.

“Quando me ne andai in Turchia, nell’autunno del 2022, avevo bisogno di staccare da tutto e da tutti. Quel tempo m’è servito per ritrovare me stessa e fare pace con quel passato così ingombrante. Tutti si aspettano tanto da me, senza pensare che dietro Paola c’è pur sempre una ragazza con i suoi alti e i suoi bassi, le sue giornate buone e quelle meno buone. L’Italia nei 9 mesi passati a Istanbul mi è mancata, ma quando sono tornata ero più matura e serena rispetto a quando me n’ero andata. E avevo metabolizzato quanto successo durante il mondiale”.

“Anche le top player hanno le loro giornate storte”

Contro Scandicci, Paola sarà chiamata all’ennesima impresa sportiva della sua carriera. Un’eliminazione in semifinale, per giunta senza nemmeno passare per la “bella”, avrebbe quasi del clamoroso pensando alle ambizioni dell’Allianz. “Questo conferma quanto già detto, e cioè ciò che la gente pensa e ciò che si aspetta da me.

Anch’io ho le mie giornate storte e le mie insicurezze: quando sei forte e viene considerata una top player hai sempre gli occhi di tanti puntati addosso. Anche nelle situazioni più banali, tutto viene ingigantito a regola d’arte. Ma essere una top player non ti mette al riparo dai problemi della vita di ogni giorno”.

L’invidia e l’accusa più cattiva: “Mai fatto scelte per soldi”

Parla anche di invidia, Egonu, specificando che “se la gente che critica si concentrasse su se stessa, magari potrebbe fare grandi cose”. E tra tante accuse gratuite ricevute, una sembra averle fatto più male rispetto a tante altre: “Dicono che ogni scelta che ho fatto sia stata guidata dal denaro. Nulla di più sbagliato: non sono ancora in quella fase dove sono i soldi a guidarmi, anche se magari un giorno succederà. Oggi faccio quello che mi sento di fare: in Turchia sono andata perché volevo allenarmi con Giovanni Guidetti e giocare con atlete di livello top che stimavo.

Sono giovane ed emotiva e seguo ancora ciò che mi dice il cuore. I soldi sono importanti, perché danno sicurezza e perché ripagano tutti i sacrifici fatti, ma non sono tutto nella vita. E quanto alle critiche, sto imparando a farmele scivolare addosso”.

Zhu, l’Egonu di Cina: dalle critiche al riscatto

I riflettori si accenderanno anche domani sera su Paola, chiamata a ribaltare l’inerzia di una serie di semifinale che per Milano equivale già a un dentro o fuori. Contro Scandicci però non sarà facile: oltre ad Antropova, l’opposto con il quale dovrà spartirsi il posto 2 in nazionale nell’estate alle porte, c’è la cinese Zhu a fare paura, fresca peraltro di ritorno in nazionale dopo tre anni di assenza.

Una giocatrice che ha spesso e volentieri esaltato la formazione toscana, e che come Egonu ha attraversato momenti molto delicati, seguiti soprattutto al flop dei giochi olimpici di Tokyo con la selezione cinese (dopo che a Rio era arrivato l’oro). “Avevo anche pensato di smettere, poi alla fine mi sono detta che non potevo darla vinta a chi giocava con i sentimenti degli altri e lentamente ho riannodato tutti i fili, ha ammesso Zhu.

Che meglio di tante altre colleghe può dire di conoscere ciò che ha provato (e ancora oggi prova) Egonu. Alla quale domani vorrà dare un altro dispiacere, magari auspicando di ritrovarsela di fronte a Parigi con una medaglia in palio.

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