Non sarà Zoran Terzic il commissario tecnico che proverà a riportare l’Italia del volley femminile nei piani alti delle rassegne internazionali: il tecnico balcanico ha gentilmente declinato la proposta arrivata nei giorni scorsi dalla FIPAV, che alla vigilia del Consiglio Federale che dovrà decidere a chi affidare il nuovo corso azzurro era sembrata voler convergere da subito sul nome dell’attuale tecnico della Dinamo Kazan, non che allenatore della nazionale russa (quindi inattivo, poiché anche la FIVB ha vietato alle selezioni russe di partecipare alle competizioni internazionali come risposta all’attacco militare operato dai russi in Ucraina).
Domani e venerdì è previsto il confronto a livello federale per convergere su un nome che possa essere considerato quello giusto per garantire una successione “serena” a Davide Mazzanti, che attende solo di vedere ratificata la comunicazione del suo esonero dopo l’estate decisamente critica (sia sotto l’aspetto tecnico che di gestione della rosa) che l’ha visto protagonista.
Fipav, decisione non immediata
Giuseppe Manfredi, il presidente FIPAV, ha detto che non c’è fretta: le prime convocazioni del nuovo commissario tecnico sono previste soltanto a maggio, al termine della stagione dei club, e con 7 mesi d’anticipo prendere decisioni affrettate e (peggio ancora) avventate non sembra una buona idea.
Ma la verità che, essendo venuta meno la carta Terzic, la sensazione è che la federazione si ritrovi di nuovo a navigare a vista. Perché Julio Velasco rimane il nome che va per la maggiore, ma la sensazione è che il tecnico argentino non muoia affatto dalla voglia di sedersi su una panchina che scotta, sebbene tutto il movimento gliel’abbia chiesto a mani giunte dopo la debacle europea e al preolimpico.
L’ostacolo sulla via di Velasco
Su Velasco pende la spada di Damocle del “doppio incarico” (da quest’anno allena a Busto Arsizio), e le regole FIPAV impediscono al momento che un commissario tecnico possa anche allenare una squadra di club durante la stagione.
Norma, va detto, che verrebbe modificata in un amen, ma qualcuno in federazione continua a sostenere che un tecnico a tempo pieno sia meglio di uno impegnato da ottobre a maggio in giro per i campionati d’Europa, con minor tempo per concentrare le proprie attenzioni sulle giocatrici in quota nazionale.
Ad ogni modo, Manfredi ha fatto sapere che
il nome non arriverà a stretto giro di posta.
Il Consiglio Federale dovrà cercare di individuare il profilo giusto, ma per l’annuncio ufficiale ci sarà da pazientare qualche altro giorno. Anche se a fine settimana si capirà già da che parte tirerà il vento.
Le possibili alternative
Detto di Velasco, chi potrebbero essere i papabili di cui si parlerà al tavolo FIPAV? Difficile avanzare nomi: il sogno proibito, cioè Daniele Santarelli, resterà alla guida della Turchia (oltre che di Conegliano). E le voci di un possibile ritorno di fiamma per Massimo Barbolini, oggi tecnico a Scandicci, si sono sopite in fretta.
Qualcuno ha provato ad avanzare la candidatura di Marco Mencarelli, attuale tecnico del Club Italia, senza trovare però sponde. La sensazione è che, qualora Velasco non dovesse decidere di correre in aiuto alla FIPAV, il casting sarebbe ancora rivolto all’estero, perché sul panorama italiano non sembrano esserci profilo adatti a gestire una situazione non certo facile come quella che attende la nazionale femminile da qui a Parigi 2024.
La contemporanea presenza di Paola Egonu e Ekaterina Antropova, i ritorni di Caterina Bosetti e Moki De Gennaro, la gestione di altre atlete che gravitano ormai in orbita azzurra richiedono esperienza, competenza e una visione che possa andare oltre le recenti incomprensioni che hanno segnato le vicende della nazionale femminile. E la FIPAV in tutto questo è la prima che avrebbe da trarne giovamento.