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Volley femminile, gli allenatori in A1: Santarelli veterano, Velasco e Bernardi al debutto

Il massimo campionato italiano di volley femminile è pronto a riaprire i battenti, potendo godere anche di un parco allenatori che inevitabilmente è destinato a stuzzicare la fantasia degli appassionati

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

L’hanno ribattezzata la “stagione stellare”, perché quella che porterà a Parigi 2024 sarà un’annata che il volley italiano – maschile e femminile indistintamente – confida di tramandare ai posteri come una delle più belle di sempre. La nuova stagione della serie A1 del volley femminile arriva in coda a un’estate di tribolazioni, illusioni e battaglie dialettiche, ma che le polemiche se l’è portate via pensando che tra qualche ora sarà solo e soltanto il campo a parlare.

Perché il massimo campionato italiano è pronto a riaprire i battenti, potendo godere anche di un parco allenatori che inevitabilmente è destinato a stuzzicare la fantasia degli appassionati.

Il numero 1, i debuttanti, il guru e il navigato

Perché c’è quello che ad oggi è il numero uno indiscusso della categoria (Daniele Santarelli, anche ct della Turchia), c’è uno che ancora oggi resta il più conosciuto in ambito pallavolistico anche per i meno avvezzi alla materia (Julio Velasco) e un altro che a sua volta ha impresso il suo marchio indelebile nel gioco, tanto da essere nominato “giocatore del XX secolo” prima di passare dall’altra parte della barricata (Lorenzo Bernardi).

E poi c’è un guru come Massimo Barbolini, un tecnico bravo e navigato come Marco Gaspari, e ancora altri coach in grado di offrire qualità e valore alla competizione. Perché non si allena per caso nel campionato delle stelle. E tutti vorranno dimostrare di avere qualcosa in più dei colleghi.

Daniele the best

Meglio di Daniele Santarelli in questo momento però è oggettivamente difficile fare. Campione del mondo e d’Europa in carica con le nazionali di Serbia e Turchia, campione d’Italia in carica con Conegliano, con la quale riparte alla conquista (se possibile) anche di trofei continentali.

Sulla carta l’Imoco resta la squadra da battere, sebbene la concorrenza si sia alzata a dismisura. Santarelli è colui che più di ogni giocatrice può spostare gli equilibri: il capolavoro estivo fatto con la Turchia, dove è riuscito a far coesistere Vargas e Karakurt (quest’ultima spostata in banda per far spazio alla cubana naturalizzata turca), ha detto che nessuno nell’universo del volley riesce a incidere quanto e meglio del coach di Foligno.

Santarelli è pronto a riprendersi il club

Sogno proibito della FIPAV per la successione di Mazzanti, bloccato però dal “vincolo” del doppio incarico che la federazione non vuol rimuovere (comunque fino a Parigi 2024 non se ne parla, e forse bisognerà attendere anche oltre), Santarelli è pronto a riprendere il club che dal 2016 ha reso grande, portandolo a conquistare 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 5 Supercoppe, due mondiali per club e una Champions League, più una striscia monstre di 76 partite senza sconfitte.

Gaspari, l’occasione più ambita

Prima di Santarelli l’Imoco aveva dato una chance a Marco Gaspari, classe 1982, quando però ancora le Pantere non erano le Pantere del recente passato.

Oggi però il coach di Ancona sa di avere l’occasione della vita: l’Allianz Milano lo ha confermato per la quarta stagione in panchina, proprio nell’anno in cui la società ha deciso di andare all in prendendo Paola Egonu con il chiaro intento di spodestare Conegliano dal trono nazionale e puntare a far bene anche in Europa.

Un’investitura importante per un tecnico che giovanissimo, dieci anni fa, venne eletto come il migliore dell’annata 2012-13, quando sfiorò lo scudetto nella finale contro Piacenza.

Barbolini e l’impresa con Scandicci

Chi proverà a competere per il tricolore sarà anche Massimo Barbolini, che alle soglie dei 60 anni vuol regalarsi un’altra annata super con la Savino Del Bene Scandicci.

Il tecnico più vincente tra i 14 del massimo torneo (5 scudetti, 8 Coppe Italia, due Supercoppe, 4 Champions League, un mondiale per club, tre Coppe CV, una Challenge Cup, Una Top Team Cup e una Supercoppa Europea, più due ori europei con la nazionale nel 2007 e nel 2009) in Toscana ha trovato una dimensione a misura d’uomo, ma dopo un triennio di crescita costante vorrebbe cominciare a incassare il gettone.

Si affiderà alla sua sconfinata esperienza e alla verve di giocatrici come Antropova, Herbots e Zhu che non mancheranno di far parlare di sé.

La prima volta di Julio

Julio Velasco è universalmente riconosciuto come l’uomo che ha cambiato la pallavolo italiana. Ma in oltre 40 anni di carriera mai aveva ceduto alle lusinghe del volley femminile. Busto Arsizio gli ha permesso di colmare questa “lacuna”: la UYBA gli ha affidato una squadra giovane e senza troppe pretese, che ha come obiettivo principale il raggiungimento di un buon piazzamento in regular season per provare a lanciarsi poi all’assalto dei play-off, e magari avanzare in semifinale (più in là sarà dura).

Se dice Velasco e pensi alle squadre di club ti viene in mente Modena, che negli anni ’80 mise in bacheca 4 scudetti. Poi la lunga parabola con la nazionale azzurra, quella della “generazione dei fenomeni”, prima di girovagare per il mondo e tornare qualche anno fa per dirigere il settore tecnico federale delle giovanili, quello che ha dominato in lungo e in largo la scena tanto in campo maschile, quanto femminile.

Adesso la sfida più insolita, preludio (forse) alla chiamata alle armi con la nazionale in vista di Parigi 2024, quando la FIPAV gli affiderà il compito di far coesistere Egonu, Antropova e uno stuolo di giocatrici reiette da Mazzanti, ma pronte a tornare sulla scena.

La sfida di Mister Secolo

Un fido scudiero di Velasco fu certamente Lorenzo Bernardi, col quale ha condiviso i trionfi azzurri degli anni ’90. “Mister secolo” da allenatore ha dimostrato comunque di meritare credito e fiducia, se non altro per aver condotto Perugia allo scudetto 2018, unico nella storia del club umbro.

Anche in Turchia “Lollo” ha lasciato il segno, vincendo il campionato 2016 con l’Halkbank, poi la sua stella si è un po’ eclissata, anche se a Piacenza ha contribuito alla crescita di un gruppo che poche settimane dopo il suo esonero ha vinto la Coppa Italia.

Adesso, prima assoluta per lui, la scelta di switchare sul femminile con Novara, squadra che si ripresenta con qualche legittima ambizione, benché sembrerebbe avere qualcosa in meno delle tre candidate alla vittoria finale (Conegliano, Milano e Scandicci). Avventura stimolante e che incuriosisce: se una come Caterina Bosetti ha detto che da uno come Bernardi c’è solo da imparare, allora sarà bene prendere appunti. E di sicuro basta la sua presenza per offrire al campionato ancor più interesse.

Chi vuole i play off: Marco Bregoli

A Chieri da 5 anni ormai viaggia col pilota automatico Giulio Cesare Bregoli, che peraltro ha incassato lo scorso febbraio la fiducia del club che gli ha prolungato il contratto fino al 2026 ancor prima di vedere la squadra alzare la Challenge Cup, primo titolo assoluto della sua storia.

Un binomio tra i più longevi del massimo campionato italiano, forte anche delle conoscenze acquisite nel decennio passato quando ha allenato anche all’estero.

Marco Musso e Casalmaggiore

L’obiettivo per la nuova stagione? Provare ad abbattere il tabù dei quarti di finale play-off, che sin qui si sono rivelati sempre fatali.

Un obiettivo condiviso da Casalmaggiore, dove è sbarcato Marco Musso, in uscita da Busto Arsizio dove negli ultimi tre anni ha ricoperto il ruolo di primo allenatore, ma dove è dal 2008 che aveva posto le fondamenta, scalando tutta la gerarchia dello staff tecnico.

A Bergamo è arrivato Matteo Solforati

A Bergamo è arrivato Matteo Solforati, che nelle ultime due stagioni ha allenato in A2 a Mondovì e che sul palcoscenico della massima serie è al debutto assoluto dopo 11 anni di esperienza nelle categorie inferiori.

Al Bisonte Firenze hanno invece deciso di proseguire con Carlo Parisi, già arrivato a inizio 2023 a stagione inoltrata: il coach campione d’Italia con Busto Arsizio nel 2012 (quell’anno vinse anche Coppa Italia e CEV Cup) avrà il compito di guidare una squadra rinnovata, dove la stella sarà probabilmente la giapponese Ishikawa, ma dove l’obiettivo sarà centrare l’accesso ai play-off dopo le tribolazioni dell’anno passato.

Novità e tradizione: Bellano e Marchiaro

A Firenze ha lasciato un bel ricordo di sé Massimo Bellano, che a sua volta a inizio 2023 è subentrato in corsa sulla panchina di Cuneo, che l’ha confermato dopo l’ottimo finale di stagione che ha portato i piemontesi a raggiungere la salvezza, rinnovandogli il contratto fino al 2026 anche per provare a sfruttare la sua abilità di far crescere i giovani, acquisita durante i tanti anni trascorsi nei quadri tecnici federali.

A Pinerolo conferma abbastanza scontata per Michele Marchiaro, da 4 stagioni al timone di una squadra che saputo riconquistare il massimo palcoscenico nazionale nel 2022 e che l’ha mantenuto, seppur un po’ a fatica, nella stagione passata.

Pistola al Vallefoglia, e Sinibaldi all’Itas

Al Vallefoglia la scelta della società è stata quella di affidare la panchina ad Andrea Pistola, che ha salutato Casalmaggiore dopo una sola stagione: marchigiano doc, torna nella sua regione con l’obiettivo di garantire un’annata al riparo da brutte sorprese.

Quanto alle due neopromosse Trento e Roma, le scelte sono state all’opposto: l’Itas ha voluto puntare su Marco Sinibaldi, pronto a riaffacciarsi sul palcoscenico dell’A1 dopo l’esperienza della stagione passata a Montecchio, in A2.

Per tre anni capo allenatore di Chieri, Sinibaldi è reduce da un’esperienza estiva come vice di Beltrami nella nazionale B femminile, dove ha avuto modo di vedere da vicino alcune delle potenziali ragazze da inserire nella nazionale A.

Roma conferma Cuccarini

Roma invece ha confermato Giuseppe Cuccarini, il tecnico più “anziano” del campionato (dopo Velasco), campione d’Italia con Bergamo nel 2002 e vincitore di un campionato turco nel 2008 con l’Eczacibasi e due campionati polacchi con la Chemik Police (2015 e 2016).

Una figura di spessore e provata esperienza per una squadra, quella della Capitale, decisa a inserirsi da subito nel novero delle possibili outsider del torneo.

Sebbene, quindi, il fattore Egonu parrebbe indirizzare il campionato di A1 femminile in direzione Milano, la variabile della guida tecnica ci suggerisce maggiore cautela: incideranno, eccome, gli allenatori e nulla sarà scontato né prevedibile.

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