Per ora il dualismo rimane. Anzi, se possibile ne esce persino rafforzato: Paola Egonu ed Ekaterina Antropova, sempre e comunque “condannate” a spartirsi posto 2. Anche con Julio Velasco, che ha ammesso di non voler fare una scelta e tantomeno di pensare a loro come giocatrici in grado di coesistere in campo.
Per chi mastica un po’ di volley, chiara è l’antifona: Paola e Kate non vanno snaturate, sono due atlete con un ruolo ben definito e non ha senso sperimentarle in altre posizioni del campo. Soprattutto Antropova, che essendo giovanissima non ha avuto ancora modo di confrontarsi con situazioni di reale difficoltà, quelle che a detta del tecnico di La Plata servono per crescere e cambiare abitudini.
- Velasco tra "fanta volley" e volley "vero"
- Stress test e quant'altro: le gerarchie di Velasco
- Gruppo giovane e futuribile: e le altre big?
Velasco tra “fanta volley” e volley “vero”
Insomma, se Davide Mazzanti ha trascorso un’estate intera a dover districare una matassa mica da ridere, Velasco per il momento non sembra intenzionato a risolvere il problema alla radice. Anche se ha ammesso che magari quando le vedrà arrivare in ritiro si farà un’idea diversa, provando anche a farle coesistere in campo. Per ora il diktat è stato chiaro: meglio avere due opposte forti dalla propria parte, che non dall’altra parte della rete.
Per noi questo rappresenta un grande vantaggio. Abbiamo due giocatrici di talento e qualità che possono aiutarci a risolvere anche le situazioni più complicate. E questa cosa le formazioni avversarie la sanno, e quindi finiranno anche per temerci un po’ di più. Detto questo, oggi c’è una novità rispetto al passato che si chiama “fanta volley”: tutti possono divertirsi e fare ciò che ritengono più appropriato. Io penserò invece soltanto al volley “vero” e al bene della squadra.
Stress test e quant’altro: le gerarchie di Velasco
Velasco s’è mostrato anche un po’ scocciato nel dover ribadire parole e concetti espressi a più riprese. La sensazione che emerge, però, è abbastanza chiara e sembrerebbe far pendere l’ago della bilancia dalla parte di Egonu. E lo si capisce meglio nel momento in cui spiega perché è oggettivamente complicato vedere in campo contemporaneamente le due giocatrici.
“È molto difficile per un’atleta così giovane cambiare ruolo senza aver vissuto momenti di “stress” o comunque particolarmente difficili in quel nuovo ruolo. Questo è un dettaglio di cui poche persone tengono conto: non basta fare le cose bene quando il contesto è facile, ma bisogna farli quando i momenti sono difficili. E come facciamo a saperlo? L’Olimpiade non può rappresentare il momento per fare esperimenti. E andremo ai giochi facendo leva sulle cose che possiamo considerare sicure”.
Non serve uno scienziato per capire a chi erano riferite quelle parole: la “giovane giocatrice” è Antropova, che dunque almeno oggi sembra partire un gradino sotto rispetto a Egonu, ribaltando le gerarchie dell’estate passata.
Gruppo giovane e futuribile: e le altre big?
Velasco insomma ha fatto capire da subito di voler tenere la barra dritta. E ha sostanzialmente ribadito anche di voler puntare su un gruppo giovane e futuribile, tanto che nel giorno della presentazione non s’è parlato di possibili ritorni come quelli di Caterina Bosetti, Cristina Chirichella, Moki De Gennaro o altre giocatrici rimaste escluse dall’ultimo giro di convocazioni.
Se torneranno o meno in azzurro, molto dipenderà anche dall’andamento della stagione corrente, che peraltro ha visto Novara e Conegliano partire forte e mandare subito segnali importanti al resto del plotone. Chiaro però che la curiosità iniziale era tutta rivolta al dualismo tra Egonu e Antropova, che dia primi indizi emersi sembra essere tornato a pendere dalla parte dell’opposto di Cittadella. Anche se la strada che conduce a Parigi è ancora lunga e irta di ostacoli.