Viaggia col pilota automatico l’Italia di De Giorgi: dopo il 3-0 all’esordio sulla Germania, anche nella seconda gara della prima settimana di VNL arriva un 3-0 che non lascia spazio a troppe interpretazioni. Anche perché l’Iran s’è dimostrato decisamente inferiore ai calibri schierati da Fefé, che hanno dovuto rincorrere soltanto nella prima metà del primo set, salvo poi rompere gli indugi e alzare notevolmente il livello del proprio gioco. Punti preziosi in chiave ranking, ma in fondo ormai tutti sanno perfettamente che la qualificazione a Parigi 2024 è soltanto una questione di tempo (pardon, di matematica). Tanto che forse sarebbe il caso di cominciare a pensare a come sfatare una volta per tutte il tabù Nations League, trofeo mai finito nella bacheca della nazionale maschile.
- Partenza lenta nel primo set, poi il cambio di marcia
- Michieletto apre la via, Romanò mette giù tutto
Partenza lenta nel primo set, poi il cambio di marcia
Il tutto in una serata nella quale De Giorgi è ripartito dalle solite (e solide) certezze. Dentro tutti i titolari, con la conferma del sestetto di partenza ammirato contro la Germania. Continuità è la parola chiave e per l’Iran (che non è più la mina vagante di qualche anno fa) non c’è molto altro da fare, se non sperare in qualche blackout azzurro. Che puntuale arriva dopo che Russo con due monster block aveva messo subito il suo timbro sulla partita.
Gli asiatici scappano sul +3 con Amin, l’opposto di Verona, che fa breccia nella difesa italiana. In realtà Giannelli e compagni si fanno male da soli, inanellando una sequenza di errori al servizio da far impallidire anche i più pessimisti del fondamentale (9 errori soltanto nel primo set).
Eppure la differenza tecnica è troppo evidente per pensare di finire sotto quando la palla scotta: dal 13-15 in favore dell’Iran matura un 12-4 di parziale azzurro dove un po’ tutti mettono lo zampino, da Michieletto che torna devastante in attacco a Russo, Lavia e Giannelli che stampano tre muri a breve distanza che tolgono ogni sorta di certezza ai giocatori avversari. Un altro muro, stavolta di Galassi, serve per chiudere i conti sul 25-19. A conti fatti, le difficoltà azzurre di serata si sono già esaurite nel primo scampolo di partita.
Michieletto apre la via, Romanò mette giù tutto
Anche perché la ripartenza italiana nel secondo set è decisamente di altro tenore rispetto a quella del precedente: subito allungo sul 5-2 con Lavia e Romanò protagonisti, con l’Iran che prova a riportarsi a contatto sul 9-7 prima di subire una sequenza di tre punti consecutivi targata Michieletto (un muro e due ace), che continua a rispedire al mittente ogni attacco della formazione iraniana e a dispensare giocate di altissima scuola, dominando letteralmente la scena in un momento della partita nel quale i ragazzi di Marco Aurelio Motta (il coach brasiliano dell’Iran) non sanno più dove andare a sbattere. È sempre Galassi a sigillare il set point (25-18) e mandare l’Italia al terzo con tanti buoni propositi.
L’avvio lo griffa capitan Giannelli (muro e rigiocata di classe sopraffina), ma è a muro che gli azzurri fanno sfracelli: Galassi e Lavia scavano un solco importante spedendo i vice campioni d’Europa sul 7-2, poi ci pensa il servizio a rendere ancora più agevole il compito di serata (ace per Giannelli e ancora Romanò, decisamente ispirato come nei giorni migliori: 18 punti ed efficienza offensiva altissima). La partita è segnata e si chiude senza patemi sul 25-11, con tanti saluti e zero pensieri.
Sabato alle 19 c’è il Giappone, che sin qui ha vinto tutte e tre le gare disputate contro Argentina, Serbia e Cuba. Domenica poi alle 15 c’è la sfida con il Brasile, padrone di casa, sin qui deludente (ko. con Cuba e vincente al tiebreak contro l’Argentina). Il test che serviva per aumentare autostima e capirci un po’ di più in questo primo scorcio di estate.