Perugia è la prima finalista, Trento dovrà giocarsi tutto alla bella. Solo a pensarlo una manciata di giorni fa, nessuno c’avrebbe creduto: alla Sir capace di sfatare una volta per tutte il tabù rappresentato dall’Allianz Milano, la sua conclamata bestia nera, ma soprattutto a Monza in grado di ristabilire la parità in una serie che dopo le prime due partite sembrava destinata a esaurirsi a strettissimo giro di posta. Invece l’Itas Trentino dovrà guadagnarsi la chance di andare a difendere il tricolore conquistato nella passata stagione domenica prossima, in casa, raggiungendo appunto Perugia in quella che un po’ tutti consideravano la finale più scontata della storia. Una visione che evidentemente il Vero Volley ha ritenuto non adeguata ai propri standard.
- Monza l'ha fatto di nuovo: Di Martino "mura" Trento
- Perugia, lo scherzo dura poco: vittoria in rimonta a Milano
- Pensiero stupendo: la Sir punta al poker di trionfi stagionali
Monza l’ha fatto di nuovo: Di Martino “mura” Trento
L’impresa dei ragazzi di Eccheli è ancora una volta clamorosa. E se gara 3 aveva rappresentato a detta di tanti una coincidenza quasi fortuita, gara 4 ha detto che il Mint ha tutte le carte in regola per conquistare un’altra finale dopo quella di Coppa Italia, persa contro Perugia.
Mint che ha lasciato sfogare l’Itas nel primo set, perso di un’incollatura dopo essere stata a lungo avanti, per poi scatenare tutti i cavalli del motore dal secondo parziale in poi: Maar al solito è stato l’ago della bilancia, difficilissimo da arginare per la difesa di Trento, al quale ha riservato un trattamento niente male (19 punti, senza ace ma con due muri). Il solito Loeppky (17) e il sempre più solido Takahashi (14) hanno sparato le cartucce giuste in una serata in cui la parte del leone l’ha fatta anche Gabriele Di Martino, un centrale che a 27 anni comincia ad attraversare la fase della maturità pallavolistica, autore di 11 punti (di cui 5 a muro) e di alcune giocate arrivate nei momenti più importanti della serata.
Dove Trento ha attaccato tanto, ma pure male: 15 punti a testa per Michieletto e Lavia, ma con percentuali di efficienza offensiva troppo basse (40% e 33%) che hanno finito per essere pagate a carissimo prezzo, così come la serata storta di Rychlicki, sostituito a metà del terzo set da Nelli.
La sbandata l’Itas l’ha accusata soprattutto nel quarto set, durato appena 21’ e finito 25-11 a favore di Monza: segno evidente di un blackout pericoloso, che mette i campioni d’Italia spalle al muro a meno di 72 ore da una gara 5 non preventivata, dove davvero potrà succedere qualunque cosa.
Perugia, lo scherzo dura poco: vittoria in rimonta a Milano
Un rischio che Perugia, memore di quanto accaduto lo scorso anno contro Milano, non se l’è sentita di voler correre: la Sir ha chiuso i conti in gara 4, interrompendo una striscia di 4 ko. consecutivi all’Allianz Cloud (tutti per 3-2) che durava da più di un anno tra play-off e regular season.
Perugia ha vinto perché dispone di un collettivo di classe assoluta, in grado di risalire la corrente dopo un primo set giocato malissimo, con tanti errori al servizio e una ricezione decisamente in affanno. Milano, come in gara 3, non se l’è fatto ripetere due volte ed è scappata via, trascinata da un super Kaziyski. Il quale nel secondo set (molto più equilibrato) s’è procurato anche la palla per andare sul 2-0, annullata da Plotnytskyi.
In quel momento, quando davvero se l’è vista brutta, la Sir di colpo ha cambiato registro: ha trovato con l’ucraino un ace fondamentale, poi ha chiuso i conti alla prima opportunità con Ben Tara, una bocca da fuoco spesso illeggibile per qualsiasi difesa. E nel terzo è stato ancora un altro turno al servizio di Plotnytskyi a sparigliare le carte e a mandare Milano a distanza di sicurezza.
Pensiero stupendo: la Sir punta al poker di trionfi stagionali
L’Allianz ha avuto un ultimo sussulto a metà del quarto set, provando a prendere un break di vantaggio, ma un parziale di 7-0 (con 5 punti di Semeniuk) ha definitivamente spezzato una lancia a favore di Perugia, che si gode anche un Russo in formato maxi (10 punti con un muro, un ace e turni al servizio spesso debordanti).
Per la Sir è la sesta finale scudetto della storia: il bilancio è 1-4, ma quest’anno le finali i ragazzi di Lorenzetti non le hanno mai sbagliate. E godranno anche di un po’ di riposo in più, che di questi tempi (col calendario tanto fitto) proprio non guasta.