Può la rabbia per un successo sfuggito per un errore arbitrale consentire a un allenatore di sbottare violentemente in tv? Per Stefano Agresti no. Il giornalista di Tuttosport esprime nel suo editoriale su calciomercato.com tutta la sua indignazione per lo sfogo di Spalletti dopo Fiorentina-Inter e scrive. “Abbiamo assistito in tv a uno degli episodi più sconcertanti degli ultimi tempi. Spalletti ha invaso gli schermi di Sky con un’arroganza e una maleducazione senza precedenti, come se ne fosse il padrone. Al centro della querelle, i rigori concessi in Fiorentina-Inter. Due episodi sui quali tutta la platea si era appena espressa in modo univoco, perfino troppo: c’era il penalty per i nerazzurri, non quello per i viola. Ebbene, l’allenatore ha aggredito verbalmente Caressa, che conduceva la trasmissione, con una tracotanza inaccettabile: non gli bastava che avessero sostenuto una tesi in linea con la sua, molto interista; voleva che non esprimessero alcun dubbio. Ed è andato oltre: “Siete tifosi, giudicate così per questo”.
VAR O NON VAR – In un mondo serio e normale, avrebbero dovuto cacciare Spalletti da Sky: non ti puoi permettere di fare insinuazioni del genere, vai pure altrove a parlare in questo modo. Anche perché, a dirla tutta, a quel tavolo non c’erano tifosi della Fiorentina, ma uno chiaramente interista (molto più dell’attuale allenatore dei nerazzurri): Bergomi, una bandiera. Lo hanno fatto, secondo voi? Lo hanno salutato con un arrivederci e grazie? Macché: hanno consentito a Spalletti di dire qualsiasi cosa, hanno accentuato i toni (“abbiamo sostenuto che quel rigore non c’era mai nella vita, che dobbiamo fare di più?”), hanno ripetuto dieci volte che comprendevano il suo sfogo. E sono arrivati perfino a trasmettere di nuovo una parte della trasmissione nella quale sostenevano che quel rigore della Fiorentina non c’era: un tristissimo Var nel quale si sono riascoltati i commenti dei convenuti.
L’ARROGANZA – Loro, forse, comprendono Spalletti. Noi, da telespettatori, siamo indignati da tanta arroganza. Anche perché, se il metro è quello della comprensione, allora un giocatore che insulta l’arbitro per un errore va a maggior ragione perdonato. Primo, perché reagisce a caldo, sul campo; secondo, perché spesso è pure giovane e quindi meno attento nella gestione delle emozioni. Invece fanno i moralisti per condannare un Balotelli qualsiasi per un gestaccio, e giustificano un allenatore di sessant’anni che si comporta così. Già: cos’è più inquietante, l’arroganza o l’arrendevolezza all’arroganza?