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Alcaraz col Re di Spagna, Sinner... da solo: l'assenza della politica italiana a Wimbledon fa discutere

Al trionfo di Sinner a Wimbledon non ha preso parte alcun rappresentante politico o istituzionale: Alcaraz aveva Re Felipe, Jannik alla fine ha ringraziato... i raccattapalle.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Re Felipe VI di Spagna è tornato a casa con la coda fra le gambe. Ma di politici o esponenti istituzionali italiani, a Wimbledon, neppure l’ombra: Sinner ha scritto la storia dello sport tricolore, ma in tribuna non c’erano ministri o chicchessia legati al mondo della politica italiana. E la cosa ha fatto un po’ scalpore: quando Renzi nel 2015 andò a Flushing Meadows per assistere alla finalissima tra Vinci e Pennetta (e all’epoca era Presidente del Consiglio) le polemiche furono roventi, anche perché diede buca all’inaugurazione della Fiera del Levante. Stavolta è l’assenza della politica applicata alla racchetta (e non solo) ad aver fatto gridare allo scandalo.

Mattarella e la (possibile) ripicca per il forfait di Jannik di gennaio

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, è grande appassionato di sport. Ha seguito dal vivo tanti eventi, tra gli altri Europei di Pallavolo e anche finali di Coppa Italia di calcio, ma a Wimbledon non c’era e qualcuno ha subito lanciato il sasso nello stagno: l’assenza del Capo dello Stato è forse diretta conseguenza dell’assenza di Sinner dello scorso gennaio, di ritorno dalla vittoriosa campagna australiana, all’incontro celebrativo del tennis italiano tenuto al Quirinale?

Probabile che la decisione di non volare in Gran Bretagna fosse diretta conseguenza di altri impegni istituzionali pregressi, mentre nel caso di Giorgia Meloni l’assenza è tutta da attribuire alla delicata questione di Dazi tra USA e UE (Italia inclusa) che ha tenuto banco nel fine settimana.

Abodi ammette: “Ero stanco, ma non dividiamoci per nulla…”

Ma a Wimbledon non è andato neppure il Ministro dello Sport, Andrea Abodi: la recente “sconfitta” alle elezioni per eleggere il nuovo capo del CONI (Luciano Buonfiglio era il “delfino” di Malagò, mentre Abodi portava Luca Pancalli, così come Angelo Binaghi, presidente FITP) potrebbe aver avuto un peso nella decisione del numero uno del ministero dello sport di non andare in Inghilterra. “Semplicemente avevo bisogno di una domenica di riposo, e credo che se si possa far festa anche senza essere presenti fisicamente non sia affatto una cosa sbagliata”, ha commentato Abodi in mattinata a “Radio Anch’io Sport”.

“Il fatto che non ci fossero rappresentanti del Governo è un dispiacere, ma a volte è difficile riuscire a far conciliare tutti gli impegni. La cosa più assurda però sarebbe disunirsi di fronte a una vittoria di tale portata”. Un concetto in qualche modo ripreso anche da Paolo Bertolucci, commentatore Sky che ha evidenziato quanto l’assenza di personaggi legati al mondo della politica abbia fatto più “rumore” di quanto non avesse potuto fare l’eventuale presenza di qualche istituzione sugli spalti londinesi.

Alcaraz ringrazia Re Felipe, Sinner… i raccatapalle

Qualcuno ha evocato i tempi magici della finale del mundial di calcio 1982, con Sandro Pertini festante in tribuna per il 3-1 con il quale l’Italia batté la Germania Ovest. Applicata al mondo del tennis, la vittoria di Sinner è paragonabile a quella di un mondiale di calcio: sono però cambiati i tempi, i rapporti e le distanze, anche il modo di fare comunicazione e di vivere certi eventi.

Per l’Italia a Wimbledon c’erano in veste di rappresentanti ufficiali l’Ambasciatore Italiano a Londra, Inigo Lambertini, accompagnato dalla moglie Maria Grazia Gragnano, ma oggettivamente nulla a confronto di Re Felipe VI di Spagna (con lui anche il Ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska), che ha provato a consolare Carlitos, incappato nel primo stop sull’erba dei Championships dopo 20 vittorie consecutive.

Da Sinner 2022 a Sinner 2025 in mezzo c’è stato di tutto, ma la politica italiana se n’è un po’ infischiata. E così, mentre Alcaraz ha ringraziato il Re per la sua presenza, Jannik s’è limitato a dire grazie alla famiglia e ai suoi collaboratori dello staff, prima di elogiare i raccattapalle del torneo londinese. Evidentemente più importanti di un branco di politici che insolitamente hanno perso un’occasione d’oro per mostrarsi al mondo col vestito più buono.

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