Emozioni da Lega Pro. Dalla delusione della scorsa estate alla cavalcata trionfale coronata con la promozione in Serie C, la prima per l’Alcione Milano. Un salto di categoria targato (anche) Fabio Morselli, capace di realizzare 15 gol in campionato e di guadagnarsi un posto in copertina al termine della storica stagione 2023/24. I sogni nel cassetto non mancano, complici le ambizioni della proprietà orange, ma ora è tempo di festeggiare e godersi il presente, con un occhio al futuro.
C’è il nome di Fabio Morselli sulla prima volta dell’Alcione Milano tra i Pro
L’obiettivo era chiaro. Raggiungerlo, non era poi così scontato. Soprattutto se parti sapendo di dover metabolizzare un contraccolpo psicologico, figlio di un cavillo burocratico che ti toglie un risultato conquistato sul campo, vincendo i playoff della Serie D 2022/23 e rivelandosi la prima squadra in graduatoria ripescaggi. È la storia di un riscatto, ma anche di un progetto. Vincente, di sicuro. Storie che si intrecciano quelle dell’Alcione Milano e di Fabio Morselli, capocannoniere della formazione meneghina, promossa per la prima volta in Serie C grazie alla vittoria del girone A della quarta serie, che si confessa in esclusiva a Virgilio Sport.
La prima volta dell’Alcione tra i Pro, non la prima per Fabio Morselli. Ma con gli orange, la terza stagione è stata quella giusta. Inevitabile partire dalle emozioni provate in queste settimane.
“Un’emozione bellissima, perché era un obiettivo che ci eravamo prefissati tre anni fa, quando decisi di scendere dalla C per intraprendere questo percorso. Non è stato facile, perché non sono mancate le difficoltà, perché quando sei in D ci sono, è innegabile. Siamo contenti di aver raggiunto l’obiettivo negli anni prefissati, anche se c’eravamo riusciti già l’anno scorso ma per questioni burocratiche non siamo stati ripescati. Sensazioni bellissime”.
Difficile, come detto, dimenticare l’estate 2023, tra turbolenze e sogni infranti. Non deve essere stato facile ripartire e rigenerare le motivazioni.
È stata una bella botta, non lo nego. Per tutti quanti. Eravamo partiti il 17 luglio per giocare la Serie C, poi 3-4 giorni dopo è uscita la sentenza ufficiale e si è saputo che avrebbero ripescato la Casertana e non noi. Sicuramente, non ce l’aspettavamo, però siamo un gruppo veramente unito e quella cosa lì ci ha dato la motivazione giusta per guardare avanti. Le prime settimane sono state dure, toste, mentalmente e fisicamente, però ci siam parlati e ci siamo detti di lasciare alle spalle questa vicenda, per guardare avanti e prepararci bene per il campionato che dovevamo fare. E penso si sia visto subito. Ognuno aveva una motivazione per andare in C: da chi voleva dimostrare di essere all’altezza a chi voleva misurarsi con una nuova categoria, chi c’era l’anno scorso e voleva riprendersi quanto perso l’anno prima. Tutti avevamo qualcosa che ci spingeva e ce l’abbiamo fatta.
Bilancio positivo, anche grazie a compagni di reparto di alto livello.
Per la stagione, posso essere solo contento. Fare 15 gol in un anno non mi era mai capitato prima, quindi sicuramente sono contento. L’aiuto dei compagni è stato fondamentale, mi hanno dato una mano, anche perché da solo 15 gol non si fanno. Davanti eravamo quattro attaccanti forti, ci siamo anche un po’ divisi i gol. Io sono stato un po’ più continuo forse, per numero di gol, ma l’aiuto alla squadra è arrivato da parte di tutti.
Una C ritrovata, a tre anni dall’ultima volta. Maturità, acquisita anche quella?
“Rispetto a tre anni fa, quando ho fatto la C a Legnago, mi sento maturato, migliorato, rispetto a quando avevo 22-23 anni, quando non ero ancora riuscito a raggiungere questo tipo di maturità. Ho fatto una scelta forte scendendo di categoria e scegliendo l’Alcione, ritagliandomi anche la possibilità di sbagliare, per poi riavere la chance di rifarsi la domenica successiva. Rispetto al primo e al secondo anno, in questa stagione sono stato più continuo. La società mi ha dato una grossa mano, il mister mi ha dato tanto, perché mi hanno concesso anche di sbagliare un po’ di più. Posso solo ringraziarli”.
Qual è il segreto del progetto Alcione?
“La società era conosciuta più per il settore giovanile fino a 3-4 anni fa. Poi, tre anni fa, hanno iniziato a investire anche nella prima squadra, rifacendo campo, spogliatoi, palestra nuova, investendo sulle strutture e sulla prima squadra. È un lavoro che parte da lontano, è una società seria, che ti permette di lavorare senza particolari pressioni, che in altre piazze potrebbero crearti problemi. E questo ha aiutato anche me. I risultati si son visti dopo questi tre anni”.
Tempo di futuro, anche per Morselli. Iniziano ad accendersi le prime sirene di mercato, ma quali sono le sue ambizioni?
“Ancora devo parlare con l’Alcione in vista dell’anno prossimo, sicuramente ci sarà modo nelle prossime settimane. C’è da chiudere bene la stagione, con l’ultima di campionato e la Poule Scudetto. Dopo, si inizierà a parlare. Mi farebbe piacere rimanere all’Alcione, però ancora non si può sapere. Bisogna vedere anche cosa vorrà fare la società, vedremo”.
L’Alcione giocherà la sua ultima partita in campionato, contro il Vado, nella storica Arena Civica “Gianni Brera”, impianto sportivo in cui ha esordito l’Italia nel lontano 1910.
“L’emozione è tanta, perché giochi in un impianto storico per il calcio italiano e per Milano. Un’emozione che ti resta per tutta la vita. Domenica sarà una bellissima stagione, perché festeggeremo di nuovo la Serie C e sarà un’emozione immensa. La società sta pensando di far sfilare tutte le squadre, insieme al settore giovanile. Anche quelle che non hanno ancora vinto. Per l’anno prossimo, speriamo non ci siano altri intoppi. Sicuramente giocare in uno stadio così ci darà ancora più motivazioni”.
Nonostante il differente bacino d’utenza e storie completamente diverse, scatta inevitabilmente il confronto con le altre due realtà di Milano. Perché seguire l’Alcione?
“Se dovessi incontrare qualcuno, gli direi che è una bella realtà. Una realtà piccola, che nei prossimi anni farà parlare di sé. Gli direi di non fermarsi all’apparenza. Inter e Milan stanno facendo e hanno fatto la storia del calcio italiano ad alti livelli. Magari l’Alcione può riuscirci nei prossimi anni e quindi gli darei di iniziarci a seguire. Realtà simili all’Alcione tra i Pro? Piccole come l’Alcione non ne vedo. Ho avuto modo di seguire un po’ il Picerno, guardando i tre gironi, e hanno fatto sicuramente un campionato importante. Vediamo se saranno la favola nei playoff, però come realtà non ne vedo alla pari dell’Alcione”.
Dediche e sogni di Fabio Morselli.
“La dedica per questa stagione non può non andare alla mia famiglia, che mi è sempre stata vicino, anche e soprattutto nei momenti difficili. Ne abbiamo passate tante Insieme e quindi la dedica va a loro. Sogno nel cassetto? Di sogni ne ho, anche se non sono più giovanissimo. Sono ancora in tempo per provare a fare altre categorie, anche oltre la C, ma dipende solamente da me e dall’ambiente in cui ti trovi. Di sicuro, sono in un ambiente che può consentirmi di esprimermi al meglio e speriamo di riuscirci”.