Fine dei Giochi per Aldo Montano, l’Olimpiade di Tokyo sarà l’ultimo atto della sua carriera. La medaglia d’oro ad Atene 2004 sarà il portavoce della nazionale maschile della sciabola: “Saranno Giochi purtroppo senza pubblico ma è già molto che si è riusciti a riproporli dopo un anno – spiega Montano, prima dell’imbarco sul volo Alitalia all’aeroporto di Fiumicino – Certo, per me gareggiare nel 2020 sarebbe stato meglio perché 42 anni si sentono. È bello però chiudere una carriera con un’Olimpiade in più: credo sia vissuta in modo diverso, tutto in modo più difficile, complicato. Non sarà la versione spettacolare che può regalare un appuntamento a cinque cerchi come normale che sia, ma è già tanto che ci siamo”.
“La sciabola azzurra negli ultimi anni è andata bene, è una bella squadra e funziona – aggiunge – certo, c’è una Corea veramente forte ma qualche volta dovrà pur fare un passo falso. Magari proprio ai Giochi. E poi Ungheria, Germania, Russia sono al nostro livello, forse qualcosina meno. Siamo messi abbastanza bene. Speriamo di confermare la nostra storia seppur sia una gara particolare in cui può succedere qualcosa cosa. E la pausa di un anno più o meno tutti l’hanno subita e quindi arrivi a Tokyo con un grande punto interrogativo. Vedremo chi si è preparato meglio”.