Il primo italiano a sfatare il cosiddetto tabù olimpico potrebbe essere lui, Andrea Giani. Con la sua Francia darà l’assalto all’oro del volley nella finale contro la Polonia, provando a coronare un inseguimento iniziato nel 1992 a Barcellona insieme agli altri campioni della leggendaria “Generazione di Fenomeni”, che sotto la guida di Julio Velasco vinsero tutto quello che c’era da vincere: a eccezione delle Olimpiadi. Ironia della sorte, per coronare il suo sogno Giani ha spezzato quello dell’Italia. La semifinale con gli Azzurri, di fatto, s’è trasformata ben presto in un monologo, coi vari Ngapeth, Clevenot e Le Goff a fare la voce grossa contro Giannelli, Michieletto e Lavia.
- Volley, Giani all'attacco sul "doppio incarico"
- L'appello a Mattarella contro la fuga di cervelli
- Olimpiadi, quanti tecnici italiani nel Villaggio
- Francia-Italia, la carezza di Giani a De Giorgi
Volley, Giani all’attacco sul “doppio incarico”
Dopo la partita il coach nato a Napoli nel 1970, che da giocatore è stato rarissimo esempio di campione universale (centrale, opposto, poi anche schiacciatore) e da allenatore ha ottenuto ottimi risultati ovunque, ne ha approfittato per lanciare un sassolino. L’oggetto delle sue rimostranze? L’impossibilità per i tecnici della pallavolo di ricoprire il “doppio incarico”: allenatori di squadre di club e, allo stesso tempo di una Nazionale. Una regola che è un dogma solo in Italia e che è rimasta in vigore, ormai, solo per il volley maschile. Di allenatori col doppio incarico tra le donne ce ne sono tanti (Santarelli o Lavarini, giusto per fare qualche esempio), tanto che ormai solo il Ct dell’Italia (Velasco) allena solo la selezione nazionale.
L’appello a Mattarella contro la fuga di cervelli
“L’Italia che esporta manager e cervelli lo fa pure nel mondo dello sport, che, praticato da giocatore o vissuto da tecnico, per me è a sua volta un lavoro”, la filippica di Giani riportata dal Corriere della Sera. Un club che vuole ingaggiare un allenatore tesserato con una Nazionale deve infatti pagare una penale “però questo non accade nel pianeta femminile. Nessuno ha il coraggio di prendere posizione su questa situazione”. Tanto che Giani s’è rivolto addirittura a Mattarella: “Mi piacerebbe che il nostro straordinario presidente della Repubblica dicesse: ma come mai un italiano così lo mandiamo all’estero e non possiamo averlo in Italia?”
Olimpiadi, quanti tecnici italiani nel Villaggio
Uno sfogo in piena regola: “Nel mondo del lavoro i grandi professionisti hanno più incarichi, invece noi del volley ci rinchiudiamo in noi stessi in questo modo. Per la mia passione dovrò trasferire all’estero la famiglia: non per un anno, ma per più anni”. E ancora: “L’Italia come Paese crea dei know how incredibili in più settori e poi li esporta, premiando di fatto i manager anche se vanno a lavorare in aziende rivali delle nostre. La stessa situazione succede anche nello sport: al Villaggio olimpico incontro tanti nostri tecnici, di più discipline, ingaggiati all’estero. Gli stranieri dicono che abbiamo una marcia in più: hanno ragione. E noi la mettiamo a disposizione. Però nel volley nostro, al maschile, non sei premiato, ma anzi ostacolato”.
Francia-Italia, la carezza di Giani a De Giorgi
Le ultime considerazioni sono sull’amico e collega Fefé De Giorgi, che Giani ha “maltrattato” con la sua Nazionale nella semifinale olimpica, vinto in modo netto e incontrovertibile: “É giusto che De Giorgi alleni l’Italia, è il Ct perfetto in questo momento. Ma ci sono altre Nazionali e io ne guido una: è la mia passione, è il mio mestiere, perché dovrei rinunciare? Sono espatriato, vivrò con la famiglia all’estero ma non perché me lo chiede la federazione francese, bensì perché il campionato italiano, il mio campionato che tanto adoro, non mi permette di avere il doppio incarico e di essere tesserato per un suo club”.