Storia di un retroscena che a raccontarlo oggi fa davvero specie, ma che ai tempi aveva, secondo l’ex presidente della Lazio, un senso compiuto. Ma si sa, che nel mondo del calcio ci sono tante decisioni buone e altre meno, altre diventano intuizioni meravigliose, altre clamorosi flop. E’ la storia di quasi tutto il calciomercato…
E queste storie le conosce molto bene anche Sergio Cragnotti che tra il 1992 ed il 2003 ha costruito quella che è stata la Lazio probabilmente più forte di tutti i tempi. Grazie all’acquisto di tanti top players i biancocelesti hanno vinto uno Scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa Europea. Un palmares invidiabile, a cui però manca la ciliegina sulla torta, ovvero l’intuizione di chiudere quello che si sarebbe potuto rivelare il suo colpo più importante in assoluto: Cristiano Ronaldo.
A discolpa dell’ex presidente Cragnotti c’è da ricordare che l’allora Cristainao Ronaldo non era nemmeno lontanamente il CR7 di oggi: era ancora un giovane talento che giocava in Portogallo, mentre Cragnotti sognava Ronaldo, il fenomeno che andò all’Inter.
“Cragnotti rispose ‘Non rompetemi il….., portatemi quello vero'”, è il ricordo di Piero Chiambretti, conduttore di Tiki Taka. E Alessandro Moggi, ovvero colui che propose l’operazione a Cragnotti, presente in collegamento con il programma ha confermato tutto. “Confermo assolutamente. Fummo noi della GEA a portare la cosa sul tavolo di Sergio Cragnotti, ma all’epoca Cristiano era un giovane ragazzo di grandissime speranze di 18 o forse addirittura 17 anni e la risposta fu ‘Portatemi Ronaldo il Fenomeno, quello vero e non questo qui’. Anche un presidente grande e illuminato può sbagliare”.