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Alex Schwazer: dall'oro olimpico all'avventura di Pechino Express

Squalifiche, processi, il no a Tokyo: Alex Schwazer ha vissuto molte vite, nella sua carriera di atleta. Ha conosciuto il successo sportivo e l'oblio; oggi è un allenatore

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Aveva tentato, fino all’ultimo istante, di poter accedere a una possibilità di riscatto sportivo, oltre che morale, dopo la squalifica subita accedendo alle Olimpiadi in calendario a Tokyo. Le cose sono andate diversamente, ma Alex Schwazer, 37 anni compiuti a dicembre, è un uomo diverso.

Ha sbagliato, lo ha capito, lo ha riconosciuto ma non intende vanificare e sprecare il talento che ha e che ha preservato, allenato e coltivato. Lo rivediamo oggi, dopo un dramma umano e sportivo che costituisce un precedente incancellabile, pronto a diventare protagonista non in marcia ma in televisione. L’atleta, oro a Pechino nella 50 km è tra i protagonisti di Pechino Express (e non si gioca sulle parole).

La carriera di Alex Schwazer: l’oro olimpico di Pechino

Schwazer ha assaporato una gloria insperata quando ha varcato per primo il traguardo, a Pechino, in una giornata meravigliosa e irripetibile per le condizioni nel 2008, quando era poco più di un ragazzino.

Avrebbe dovuto replicare a Londra, ma un controllo anti doping lasciò emergere la sua positività a sostanze proibite e svelò quanto dolore e quanta dipendenza vi potesse essere, pur avendo capito le proprie potenzialità.

Prima positività al doping: il sogno infranto

Ammise l’errore, Alex. Fu una conferenza stampa atroce, quasi surreale per il contesto e per le condizioni che vennero descritte da Schwazer e che testimoniarono quanto potesse essere profonda la scivolata, che coinvolse com’è noto dalle cronache e dagli atti che seguirono anche la fidanzata di allora, Carolina Kostner.

Ma nulla di paragonabile a quanto accadde dopo, quando grazie alla fiducia e al piano di allenamenti e recupero studiato con e per lui dal prof. Sandro Donati, Schwazer tornò ad essere l’uomo inafferrabile che avevamo ammirato a Pechino e il sogno di un ritorno alle Olimpiadi di Rio divenne più che una aspirazione. Un sogno, perché è alla vigilia dei Giochi Olimpici di Rio che Alex risulta nuovamente positivo ai controlli anti doping.

La seconda positività alla vigilia di Rio 2016

Il 21 giugno 2016 viene diffusa la notizia della positività di un campione di urine prelevato il 1º gennaio 2016, risultato negativo ad una prima analisi standard. Valutazioni sul rapporto del testosterone portano a un successivo test più approfondito (test IRMS), che rivela la presenza nelle urine di metaboliti di testosterone, accertando quindi l’effettiva positività.

Lo staff di Schwazer si difende affermando che il testosterone era in quantità minime e non in grado di avere effetti dopanti. Nella conferenza stampa convocata lo stesso giorno, l’atleta ed il suo staff respingono le accuse di doping definendole “false e mostruose” ed annunciano una denuncia contro ignoti, perché risulterebbero delle incongruenze nel controllo antidoping. In questa fase iniziano i primi sospetti.

La vicenda si chiude con no ai Giochi di Rio

Si apre un nuovo capitolo, dato che l’8 luglio 2016 la IAAF sospende con effetto immediato in via cautelare il marciatore azzurro, dopo che anche le controanalisi danno esito positivo al doping. Il legale di Schwazer annuncia che farà ricorso, denunciando una manipolazione esterna sul campione di urine prelevato il 1º gennaio.

L’8 agosto 2016, in sede olimpica a Rio de Janeiro, viene discusso il ricorso sotto l’arbitrato del TAS due giorni dopo il ricorso viene respinto e Schwazer viene squalificato per 8 anni. La squalifica cancella anche i suoi risultati del 2016, vale a dire la vittoria nella 50 km dei campionati del mondo di marcia a squadre di Roma ed il secondo posto ottenuto nella 20 km del meeting di marcia di La Coruña. E’ una batosta non da poco.

Le nuove analisi e la tesi della manipolazione del campione

Nuove analisi portate avanti nel luglio 2018 nell’ambito dell’indagine penale per doping nel riguardi di Schwazer dal perito nominato dal GIP, il comandante del RIS dei Carabinieri di Parma Giampietro Lago, rivelano un’alta concentrazione di DNA all’interno dei campioni di urina risultati positivi, il che secondo la difesa dell’atleta dimostrerebbe i presunti interventi di manipolazione.

La vicenda giudiziaria è più complessa e lunga di quanto lo sia stata quella seguita alla sua prima positività, anche perché la volontà dell’ex atleta è di uscirne “pulito”.

Il 3 dicembre 2020 la procura di Bolzano chiede l’archiviazione del procedimento penale, mentre il 18 febbraio 2021 il Gip del Tribunale di Bolzano dispone infine l’archiviazione del procedimento penale per “non aver commesso il fatto”, ritenendo “accertato con alto grado di credibilità razionale” che i campioni di urina “siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi e, dunque, di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta come pure del suo allenatore, Sandro Donati”.

Pugno duro della WADA: addio Tokyo

La WADA, in un comunicato stampa del il 22 aprile 2021 contesta le conclusioni riportate nelle carte processuali. Nello stesso mese, i legali di Schwazer presentano richiesta di sospensione della squalifica al tribunale federale svizzero, nel tentativo di permettere all’atleta di partecipare ai Giochi di Tokyo e realizzare il sogno di correre “pulito”. Com’è noto, la richiesta viene respinta dal tribunale elvetico. E per lui si apre un nuovo capitolo della sua esistenza.

Il presente da allenatore e a Pechino Express

Sposato e padre di due figli, Alex ha deciso di dedicarsi alla corsa in qualità di allenatore e di non disdegnare altre proposte. Come quella di partecipare a Pechino Express, che segna il suo debutto in un ruolo ancora diverso dove potrà dimostrare ancora le sue qualità fisiche.

Alex Schwazer: dall'oro olimpico all'avventura di Pechino Express Fonte: ANSA

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