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Alice Bellandi, chi è la protagonista dell'oro che salva il judo e un'altra Italia dopo Carini-Khelif: risalita, staff, bacio a Jasmine

Judoka che vale l'oro olimpico è originaria di Roncadelle, come Giovanni De Gennaro. La sua verità su amore, sostegno e le sfide della vita e dello sport hanno toccato ed emozionato. Per lei la premier Meloni, Malagò e Al Bano

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Alice non lo sapeva che l’oro olimpico sarebbe arrivato. Era una bambina vivace, dinamica e i suoi genitori reputarono che fosse corretto incanalare questa forza d’impeto nello sport che educa, forma e dona nel sacrificio una consapevolezza che sa tradursi in risorsa, quando c’è la necessità.

Alice Bellandi ci ha donato un oro atteso, ma non scontato per quel che abbiamo osservato in questi giorni olimpici e che hanno suggerito alla Federazione di fare le proprie rimostranze, ricevendo una risposta inevitabile ma dura. Spietata. Invece è arrivata lei, la sua naturalezza in un bacio alla compagna Jasmine, nell’abbraccio alla premier Giorgia Meloni, al suo gruppo di lavoro che l’ha seguita e sostenuta con la stessa determinazione che abbiamo visto sul tatami. Un oro che la commuove più e quanto il resto.

Alice Bellandi, la bimba che giocava a calcio e ha preferito il tatami

Da piccola, come si legge nella sua bio, mamma e papà capirono presto che Alice aveva un potenziale differente ma non decidono per lei che aveva già dimostrato un temperamento forte. La iscrivono a diversi corsi quando è ancora piccolissima e ha poco più di tre anni.

Sembra che nel calcio fosse già una promessa, un po’ più grandina, tant’è che milita nei pulcini e arriva a essere notata: al momento di un provino, per il Brescia, lascia stare. Il tatami le provoca emozioni pià intense, sente che si tratta della strada più giusta per lei e la segue.

Non si presenta al provino e lascia che il pallone appartenga ai ricordi della sua memoria. Alle medie si focalizza sul judo e non ha alcun cedimento o incertezza. Cresce, diventa brava e dal Judo Club Cappelletti passa alle Fiamme Gialle.

Chi è Alice Bellandi

Ma Alice è vera. Autentica e anche nelle dichiarazioni trapela questa sua propensione a generare automaticamente sintonia, empatia per via di questa assenza di filtri. Quasi senza pelle quando ammette di non essere stata una predestinata, a rifiutare etichette che la incasellano in una narrazione posticcia.

A Parigi 2024 riesce a centrare il sogno dell’oro e a salvare la spedizione italiana di judo, giunta a queste Olimpiadi con aspettative notevoli. Sappiamo com’è andata, tra lacrime e proteste. Poi è arrivata lei, con il suo carico emotivo e nervoso che l’ha condizionata come ha condiviso con toni netti, altrettanto definiti.

Alice Ballandi e Angela Carini, stesso giorno e modi opposti

Nel giorno di Carini-Khelif, la sua naturalezza con la vittoria olimpica in corpo nell’amare e nel gioire dopo aver superato pressioni immani, scaturite dalle valutazioni arbitrali ritenute poco congue dalla federazione e che ha indotto i massimi esponenti a sollevare il caso, ci restituisce la complessità di questi Giochi, anche sul versante della gestione delle tensioni e delle polemiche.

Ha scelto di combattere, di abbracciare e baciare la sua compagna, i suoi cari, gli artefici con lei del suo cammino olimpico. Si è fidata degli altri e si è tenuta fuori da certe correnti.

“Ho baciato la mia fidanzata perché quando si è felici, è normale baciare le persone che ami. È un gesto normale, che purtroppo qualche uomo considera ancora straordinario. Ma noi donne siamo molto più avanti, per fortuna”. Poi ha salutato Meloni, accanto ad Al Bano che ha riempito con la sua foto e il selfie con Snoop Dogg il resto della giornata. Tutto nel giorno di Carini-Khelif e delle dichiarazioni della stessa premier.

La sua mental coach è tra le artefici di una ripresa importante, per ammissione della stessa Alice. Laura Pasqua le ha permesso di riprendere in mano il suo percorso sportivo e di entrare in una nuova categoria, quella dei 78 kg quando è stata travolta dalle difficoltà.

Fonte: ANSA

Meloni e Al Bano

Depressione e bulimia

In Giappone infatti gareggiava nella categoria dei 70 kg, ma l’oro a Parigi è arrivato nei 78 kg, una sfida che ha accolto e affrontato uscendone come grande vincitrice. A Tokyo uscì piangendo dall’Olimpiade, quinta con una mole di pensieri e dubbi, anche allora, pesantissimi e crudeli. Nell’ottobre 2020 ha confessato di aver affrontato una battaglia contro bulimia e depressione, proprio mentre si preparava per affrontare i Giochi Olimpici:

“Dopo le gare mangiavo in maniera compulsiva, anche se avevo la sensazione di vomitare. Ho avuto cali immunitari, la menorrea e la tigna. Stavo male, soffrivo senza indovinare le gare. E non potevo fermarmi, perché avrei perso la qualificazione per Tokyo”.

Quel risultato a Tokyo era stata una mazzata. Gareggiava nei 70 chili. Per rientrare nella sua categoria si imponeva un regime logorante, imponnedosi di scendere in pochi giorni e controllando il suo peso: per lei è stata l’anticamere di un periodo devatsante di depressione e bulimia. In un certo senso, si salvò con il lockdown. “Durante quei mesi di sosta forzata, capii che avevo un problema, e che non dovevo vergognarmi a chiedere aiuto”.

“Sono passata ai 78 chili, anche se molti intorno a me erano convinti che non fossi all’altezza. Ma sono abituata a convivere con chi mi parla alle spalle. Intanto, avevo accettato il mio corpo, mi sentivo più libera. Sentivo che senza problemi di peso avrei trovato la sicurezza e la fiducia in me stessa che mi hanno accompagnato fin qui a Parigi”. La dedica dell’oro va a tutti e anche all’Alice che si è palesata nel tempo delle rinunce e dei cambiamenti. L’identità muta. In base alle esperienze, agli incontri, all’amore che la motiva e che l’ha guidata.

Fonte: ANSA

Le lacrime di Alice Bellandi

L’amore come atto di verità

Quel bacio a Jasmine, tra i componenti dello staff, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’ambasciatore della Federazione Judo Al Bano è un atto di felicità ritrovata che ha avvertito la voglia di ribadire, oggi che davanti alle telecamere come sui social, ha portato in alto Alice. “Mi spiace venga visto come una cosa straordinaria. È amore, chi bacereste voi dopo risultati così importanti? Sicuramente come ogni cosa si muove per amore, lo sport è amore, l’amicizia é amore, i partner sono amore… È un oro pieno di amore”.

“Non c’è buio che duri per sempre”, ha riassunto (bene) ai giornalisti. La dedica a “me stessa”, così com’è ed è giusto ammettere con l’oro al collo è la migliore affermazione a fine gara e con l’oro al collo che ci si potesse aspettare. La sincerità è sempre la risposta più convincente, le repliche fanno volume.

Alice Bellandi, chi è la protagonista dell'oro che salva il judo e un'altra Italia dopo Carini-Khelif: risalita, staff, bacio a Jasmine Fonte: Getty Images

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