Il judo a Parigi diventa sempre più un fattore federale. Comunicato durissimo, presa di posizione che non lascia ombre al malinteso: la Federazione internazionale di judo ha replicato alla protesta sollevata dall’Italia del judo per le chiamate dei giudici risultate decisive in almeno tre occasioni, due delle quali hanno riguardato Odette Giuffrida e una, l’ultima in ordine temporale, Manuel Lombardo.
In ciascuno dei casi, la somma di shido ha precluso ai due judoka italiani ogni avanzamento nel tabellone e impedito loro di mettere al collo una medaglia.
I destinatari indicati dalla nota sono i media italiani e la federazione tricolore di specialità. Modi analitici e toni perentori: anche nella forma e nei contenuti si coglie una replica dura.
- L'IJF risponde punto per punto
- Come vengono assegnati gli arbitri
- I supervisori e i membri di supporto
- L'affondo all'Italia
- Non c'è spazio per la manipolazione
- Le parole del Coni e della federazione italiana
L’IJF risponde punto per punto
Piena trasparenza, arbitraggio corretto e imparziale, in linea con le direttive del IJF. Ancora: sorteggio arbitrale casuale per ogni gara, come da priorità della Federazione Internazionale di Judo. I Giochi Olimpici non hanno fatto eccezione.
Nella nota si sottolinea come gli arbitri IJF ai Giochi di Parigi 2024 sono i migliori al mondo, gli stessi che negli ultimi quattro anni hanno fatto da giudici al World Judo Tour. A ciascuno vengono riconosciute professionalità, esperienza, imparzialità e onestà.
Come vengono assegnati gli arbitri
A smontare qualunque insinuazione, il dettaglio sulla assegnazione arbitrale per ciascun match:
- viene effettuata utilizzando il software di competizione IJF.
- La selezione viene effettuata per garantisce la neutralità della nazione e assegna approssimativamente lo stesso numero di incarichi a ciascun arbitro sul tatami.
- Dopo aver seguito queste condizioni, la selezione effettuata è completamente casuale.
- I migliori arbitri delle eliminatorie, quel giorno, vengono selezionati per il blocco finale.
- Alla fine della competizione a ogni arbitro viene assegnata una valutazione (punteggio). Questo punteggio viene quindi aggiunto alla classifica degli arbitri IJF.
I supervisori e i membri di supporto
Non finisce ancora: detto degli arbitri, si passa ai loro supervisori e ai membri della Commissione Arbitrale IJF, ovvero coloro che assistono l’arbitro nelle fasi decisionali, attraverso l’ausilio di un sistema video “all’avanguardia visibile sul feed internazionale affinché anche il pubblico ne abbia contezza in fase di revisione”.
Un ulteriore elemento messo nero su bianco:
- tutte le competizioni vengono riviste dal vivo anche se non è stata richiesta alcuna revisione ufficiale: l’obiettivo è assicurarsi che il vincitore lasci il tappeto senza alcun dubbio.
L’affondo all’Italia
Eccolo, uno dei passaggi centrali: dito puntato verso l’Italia del judo e gli organi di stampa che ne hanno rese pubbliche le proteste: sono del tutto infondate le accuse che mettono in dubbio la regolarità dei risultati di alcune gare, lasciando intendere che ci fosse volontà di ingiustizia o di manipolazione.
La nota prosegue ribadendo che tutte le decisioni vengono prese sulla base di un’analisi chiara e precisa degli elementi di fatto di ciascun concorso, rigorosamente secondo le regole applicate, disponibili al pubblico e ben note a tutte le delegazioni.
Non c’è spazio per la manipolazione
Viene ricordato che l’obiettivo di qualunque competizione di judo è vincere realizzando dei punti mentre l’Italia ha avanzato contestazioni soltanto in relazione a sanzioni comminate. Nello specifico, rimarca la Federazione, non è arrivata alcuna richiesta ufficiale di revisione e, poiché ogni documento può essere consultato con totale trasparenza, l‘IJF decide di includere al comunicato la specifica dei singoli match oggetto di protesta informale.
L’IJF presta particolare attenzione al rispetto delle regole e dei principi, è impegnata più di ogni altra cosa nel fair play e nella filosofia di questo sport. Nel judo non c’è spazio per la manipolazione.
Le parole del Coni e della federazione italiana
Quali sono state le posizioni del Coni e dell’Italia del judo in seguito alle prove di Odette Giuffrida prima e Manuel Lombardo poi? Giovanni Malagò – che aveva assistito alle ultime gare di Giuffrida in compagnia del presidente federale di Fijlkam, Domenico Falcone – aveva chiesto a voce alta:
Perché lo stesso arbitro per entrambe le sfide? Onestamente la cosa fa riflettere: è un fatto che si commenta da solo.
Più duro Falcone, che ha faticato a contenere la rabbia:
Giuffrida è stata danneggiata. Non è contro il regolamento scegliere lo stesso arbitro per semifinale e finalina ma non è opportuno. Mi farò sentire nelle sedi competenti. Il potere degli arbitri sta uccidendo il judo. Si rovinano gli sforzi dei ragazzi e della Federazione. Viene voglia di mandare tutti a quel paese. Cosa ha fatto di male l’Italia? Siamo stati forse troppo bravi a portene tredici?