“E Malagò non dice niente”. Oppure: “Ma il nostro presidente del Coni ha intenzione di starsene con le mani in mano?”. E ancora: “Scherma, judo e pugilato con l’Italia tartassata, scommetto che nessuno dirà nulla o muoverà un dito”. Sono solo alcuni dei tanti commenti comparsi sul web, nel corso di un pomeriggio surreale per i colori azzurri ai Giochi di Parigi. Italia tartassata alle Olimpiadi, beffata da verdetti arbitrali negativi in pedana (Arianna Errigo), sul tatami (Odette Giuffrida) e sul ring (Aziz Abbes Mouhiidine). E sono in tanti a sollecitare un intervento diretto e influente di Giovanni Malagò, trattato quasi alla stregua del presidente di un club di calcio che dovrebbe battere i pugni sul tavolo dopo una o più ingiustizie subite.
- Scherma, la beffa per Errigo al Var
- Judo, Giuffrida eliminata tra i fischi
- Pugilato, scippo ai danni di Mouhiidine
- Le parole di Malagò sul caso Giuffrida
Scherma, la beffa per Errigo al Var
La sequenza, in effetti, è stata singolare. Una dopo l’altra, tre stelle della spedizione azzurra a Parigi spedite fuori dai Giochi (letteralmente) da una serie di decisioni arbitrali contestate. Tutte in un breve lasso di tempo. La prima a uscire tra urlacci, contestazioni e lacrime è stata Arianna Errigo, portabandiera italiana con Gimbo Tamberi alla cerimonia d’apertura: aveva già esultato per quella che sarebbe stata una miracolosa rimonta contro la statunitense Lauren Struggs, poi però il giudice dopo consulto Var ha dato priorità all’attacco della sua avversaria. Ironia della sorte: pochi secondi dopo su un’altra pedana analoga sorte sarebbe toccata a Martina Favaretto contro la canadese Eleonor Harvey.
Judo, Giuffrida eliminata tra i fischi
Dalla pedana del fioretto femminile al tatami del judo. Odette Giuffrida beffata in semifinale contro la kosovara Distria Krasniqi. Prima due gialli piuttosto severi, poi il doppio giallo – a lei e alla sua avversaria – per reciproca passività che ha deciso in modo surreale il match al golden score, il supplementare del judo. Un verdetto salutato dai fischi di tutto il pubblico del palazzetto, con l’eccezione naturalmente della – piccola – porzione di tifosi kosovari. Un verdetto che ha inevitabilmente condizionato Odette anche nella successiva finalina per il bronzo, persa – sempre per somma di gialli – contro la brasiliana Larissa Pimenta e sempre con la stessa direttrice di gara romena a infliggere sanzioni francamente discutibili.
Pugilato, scippo ai danni di Mouhiidine
Infine, la grande beffa del pugilato, con Aziz Abbes Mouhiidine punito dai giudici (1-4) contro l’uzbeko Lazizbek Mullojonov nel primo incontro della categoria 92kg, di cui era grande favorito, al termine di un match dominato. “Vergognatevi. Ancora una volta l’Italia è scippata”, l’incipit del furibondo comunicato del presidente FPI Flavio D’Ambrosi. “Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato. Niente. Siamo alle solite. L’incontro dominato da Abbes e perso con un verdetto sciagurato dimostra che niente è cambiato. Ciò mi induce a fare serie riflessioni sulla mia ulteriore permanenza in questo mondo che ho amato e che amo al di là delle misere posizioni di potere che qualcuno anela”.
E ancora: “Purtroppo gli sciacalli, anche quelli più anziani, approfitteranno di questa palese ingiustizia e fermeranno anche il cambiamento che a livello nazionale il pugilato lentamente stava subendo. Sono il Presidente e devo rispondere degli insuccessi anche quando non sono a me direttamente riconducibili. Non so, quindi, se mi ricandiderò. Non so se ne troverò la forza. Intanto spero che i pugili italiani ancora in gara non subiscano lo stesso oltraggio di Abbes“, l’augurio di D’Ambrosi. “Con affetto per tutto il movimento pugilistico italiano”. E inevitabilmente il pensiero va a due “scippi” storici per la boxe azzurra: quella ai danni di Nardiello nel 1988 a Seul e quella ai danni di Cammarelle nel 2012 a Londra.
Le parole di Malagò sul caso Giuffrida
Giovanni Malagò, per la verità, qualche mossa potrebbe farla. Almeno a giudicare dal suo commento a una delle “beffe arbitrali” subite dall’Italia a Parigi, avvenuta sotto i suoi occhi. “Onestamente dire che fa riflettere è dir poco”, le parole del numero uno del Coni all’Ansa subito dopo il doppio scandalo del judo. “Ho visto la semifinale e finale per il bronzo col presidente Falcone e il segretario generale Benucci, persone competenti ed equilibrate. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo”.