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Allarme Milan: meno punti e più gol subiti, le cause della flessione

La sconfitta contro il Napoli ha aperto la "mini crisi" in casa dei campioni d'Italia: tutti i dati che spiegano la flessione nel rendimento del Milan

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Stanchi, o quantomeno perplessi, alla sosta. Questo lo stato d’animo dei giocatori del Milan, che hanno chiuso con la bruciante sconfitta in casa contro il Napoli la prima fetta della stagione.

Milan, i numeri della “mini crisi”: nel 2022 la peggior partenza dell’era Pioli

Il bilancio tra campionato e Champions League è buono, ma non esaltante. Vero è che per far cambiare il punto di vista e il giudizio sul primo scorcio di stagione dei rossoneri sarebbero bastati un paio di risultati differenti nelle nove partite ufficiali disputate, la vittoria sul campo del Salisburgo nella prima partita del girone di Champions e magari un pareggio contro il Napoli, risultato che i campioni d’Italia avrebbero anche meritato per la mole di occasioni prodotte, ma è altrettanto evidente come i numeri, prima ancora che le prestazioni, diano lo spunto a qualche riflessione nell’ambiente milanista.

In Serie A, con 14 punti dopo 7 giornate, infatti, la squadra ha vissuto il peggior inizio di stagione dell’era Pioli, considerando le tre annate in cui il tecnico emiliano è stato sulla panchina del Diavolo da inizio campionato: nel 2021-’22 infatti il Milan veleggiava al secondo posto, imbattuto con 19 punti e a -2 dal Napoli capolista, mentre nella stagione precedente i rossoneri avevano 17 punti. I rispettivamente tre e cinque punti in meno non sono pochi in un torneo nel quale ogni punto rischia di pesare tanto a causa dell’equilibrio presente tra le grandi e in un campionato nel quale non pare esserci una formazione in grado di staccare la concorrenza.

Milan, precisione cercasi: tanti tiri, pochi nello specchio

La perdita dell’imbattibilità assoluta, che durava da 11 giornate (ultimo ko il 3-0 in casa della Lazio lo scorso 26 aprile) e in casa addirittura da 22 gare (17 gennaio, 1-2 contro lo Spezia) ha bruciato particolarmente a Stefano Pioli, che tuttavia insieme al proprio staff non potrà non aver osservato alcuni dati più analitici sul momento della squadra.

Il Milan infatti non svetta in nessuna classifica di rendimento, né a livello di squadra, né come singoli. Tra i numeri che balzano agli occhi c’è quello relativo ai tiri: i rossoneri sono terzi per numero di conclusioni complessive, ben 120, ma difettano in precisione, avendo centrato lo specchio appena nel 30% delle occasioni (35 tiri). Si tratta della percentuale peggiore tra le grandi, Juventus esclusa. Il Milan inoltre non eccelle nel possesso palla, poco sopra il 50%, e neppure nella percentuale dei passaggi riusciti, che è “solo” dell’83%. Tra le grandi solo la Roma ha fatto peggio: il dato evidenzia da un lato che i giocatori rossoneri rischiano maggiormente le giocate, cercando linee di passaggio meno scontate, dall’altro che la precisione dei giocatori chiave, quelli più dotati tecnicamente, sta venendo meno.

Gioco prevedibile e difesa sottotono: le cause delle difficoltà del Milan

Questa cifra fa anche capire come gli avversari stiano iniziando a capire quali contromisure attuare rispetto al gioco del Milan, al suo pressing alto e alle triangolazioni strette tra esterni che tagliano, centrocampisti che si inseriscono e terzini che sovrappongono. L’azione è riuscita al meglio nel gol del pareggio contro il Napoli, ma è evidente che serva di più, più imprevedibilità e fantasia. In questo senso è mancato finora l’apporto di Theo Hernandez, peraltro ora infortunatosi e a rischio per la partita dell’8 ottobre contro la Juventus, come si evince dal ridotto numero di cross positivi effettuati dal Milan, così come Rafael Leao, che pur eccelle nel numero dei dribbling riusciti, deve diventare più continuo all’interno del match al pari di un Charles De Ketelaere che alterna belle giocate a pause all’interno delle partite.

Si spiega anche così, oltre che con l’aumento dei gol al passivo (già 8 contro i 5 del 2021 dopo sette giornate) il crollo nel rendimento esterno: nei precedenti due campionati dopo sette giornate il Milan aveva già vinto tre volte fuori casa, quest’anno la squadra di Pioli è ferma a un solo successo esterno, contro la Sampdoria. Del resto l’unico giocatore, oltre ai citati Leao e De Ketelaere, che svetta nelle classifiche di rendimento individuali è per il momento Ismael Bennacer, nella top 5 dei palloni recuperati e delle occasioni create. Non c’è invece traccia dei difensori, la cui capacità di tenere la linea alta e la squadra corta era stato uno dei segreti della cavalcata scudetto: da Tomori in giù, protagonista di un avvio di campionato in sordina, Pioli si aspetta un salto di qualità, per tornare a fare della porta di Maignan un fortino quasi insuperabile.

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