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America's Cup, Emirates New Zealand torna a dettar legge: Ineos è sotto 6-2, domani primo match point

Dopo la doppia sconfitta di mercoledì, Emirates riparte alla grande salendo sul 6-2 grazie a una perfetta interpretazione del campo di regata. Sabato è subito match point.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Quando Emirates alza la voce, allora non ce n’è per nessuno. Nemmeno per Ineos Britannia, che azzecca entrambe le partenze ma arriva poi al traguardo con distacchi superiori o comunque vicini al minuto, un abisso pensando a quello che avevano detto le manovre della precedente giornata di regate della 37esima edizione dell’America’s Cup. Che torna a prendere decisamente la via della Nuova Zelanda, ammesso che le due vittorie ottenute dai britannici mercoledì scorso non fossero state soltanto degli episodi abbastanza isolati: i detentori della vecchia brocca danno un colpo (forse) decisivo per spegnere le speranze di rimonta di Ineos Britannia, che adesso si ritrova a scalare una montagna davvero impervia.

Settima regata: Ineos parte bene, poi è dominio New Zealand

E dire che la partenza della settima regata aveva illuso un po’ tutti, con la manovra di Ben Ainslie e David Fletcher ai limiti della perfezione, utile a costringere New Zealand a regatare sottovento. Ma la scelta di virare per primi al boundary a sinistra (in realtà forzata proprio dallo “speed test” voluto degli avversari) si rivela inefficace per il team britannico, perché così facendo finisce nei rifiuti di vento dell’avversario, pagando immediatamente dazio con 200 metri di ritardo. Anche se poi un centinaio abbondanti ne recupera al termine del primo lato di bolina, quei 12 secondi con i quali Emirates entra al primo gate somigliano già a una sentenza.

Nemmeno il vento intorno ai 10-12 nodi che soffia da terra rimescola le carte: qualche calo di pressione di tanto in tanto si avverte sul campo di regata, ma i neozelandesi navigano senza particolari assilli, riuscendo però a scavare il solco decisivo nel secondo lato di bolina, approfittando anche del fatto che il comitato di regata allunga a due miglia nautiche i lati da percorrere (segnale che il vento aumenta considerevolmente durante il match race).

Il finale è reso un po’ più “elettrico” dalla particolarità di ritrovarsi ad avere un campo di regata dove in alcuni punti c’è bonaccia (intorno a 7 nodi) e in altri un vento che supera i 17 nodi. New Zealand si mostra più scaltra e attenta nel cogliere ogni cambio di direzione del vento, e alla fine il distacco arriva quasi a sfiorare il chilometro.

Ottava regata: stesso copione, Emirates è un siluro

Una prova di forza notevole dei detentori della coppa, ben istruiti dai tecnici presenti a terra. E che di fatto s’è ripetuta anche nella seconda regata di giornata, corsa in condizioni di vento simili, ma che è andato aumentando nel corso del match race, tanto da convincere gli organizzatori ad aumentare da 6 a 8 i lati della sfida. Che ha avuto però lo stesso identico copione della precedente: solita partenza impeccabile di Ineos, con Emirates che ha accettato di andare sottovento sul campo destro di regata, ma perfetta nel tenersi il diritto di precedenza e scaltra nel trovare subito un po’ di pressione per prendere il largo.

Tanto che i 12 secondi di vantaggio al primo gate sono parsi già risolutori: i britannici, pur senza sbagliare nulla, hanno pagato almeno un paio di nodi di media di velocità in tutti i lati, pagando dazio anche a un piccolo errore che in un amen ha spedito i neozelandesi a 400 metri di vantaggio. A quel punto c’è stato soltanto da amministrare: un piccolo calo di pressione del vento è stato l’unico reale inciampo capitato ai Kiwi, che hanno regatato senza alcuna difficoltà lasciando gli avversari a 55 secondi.

Sabato primo match point: sarebbe la settima coppa

Il colpo doppio di Taihoro è l’antipasto di quello che, salvo clamorosi scossoni, già domani dovrebbe manifestarsi come il risultato più scontato e logico: New Zealand è pronta a difendere l’America’s Cup e conquistare una serie di finale per la settima volta nella storia (1995, 2000, 2003, 2010, 2017 e 2021 le precedenti).

Manca infatti soltanto una regata a dividere Emirates da un trionfo che nelle ultime 48 ore, dopo le due regate vinte da Ineos, non sembrava più così scontato. Ma la superiorità mostrata in acqua nelle due sfide odierne ha ribadito al mondo intero la netta e incontrastata superiorità dell’imbarcazione neozelandese: “l’ora o mai più” pronunciato da Ben Ainslie nella giornata di giovedì s’è tramutato in un nefasto presagio.

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