Non era la sua creatura al Franchi: poca rabbia, scelte improvvisate, troppa leggerezza. Non era la sua Dea e per Gasperini è dura accettare la realtà che quello scudetto sotto sotto ancora sognato sembra definitivamente sfumato. Dopo il 4-0 a Torino con la Juventus, con la prospettiva dello scontro diretto in casa con l’Inter, non solo il tecnico dei bergamaschi ci credeva fermamente ma i due ko di fila a cavallo della sosta hanno bruciato la favola. Ora bisogna piuttosto guardarsi le spalle con il Bologna a -2 e la Juve a -3.
Niente regalo d’addio
Voleva essere il regalo d’addio del tecnico piemontese a un universo, quello bergamasco, cui ha dato tutto e da cui ha ricevuto tutto. Scorrono via pensieri e immagini, la prima volta in Champions, la vittoria dell’Europa League, la valorizzazione di decine di giocatori, campioni con lui meno con gli altri, le liti con i suoi giocatori (dal Papu Gomez a Lookman e Samardzic), i tanti successi da sogno. Ora però non bisogna mollare, va quantomeno blindato il terzo posto.
Gasperini non alza bandiera bianca
La sconfitta di Firenze è stata meritata e Gasp cerca di darsi delle spiegazioni ma non abdica al sogno e quando gli chiedono se l’Atalanta deve guardarsi le spalle risponde con orgoglio: “Bisogna sempre guardare avanti, guardarsi indietro non serve a niente, abbiamo 5 gare in casa e ci giocheremo tutte le nostre carte, è chiaro che dobbiamo cambiare marcia. Con la sosta siamo rimasti in 4 ad allenarci e la cosa non ci ha giovato”.
Un’Atalanta che non fa neanche un tiro in porta non s’era mai vista: “Sicuramente non avevamo dinamismo, velocità neanche a parlarne, non avevamo nè energie nè forze. Nel primo tempo avevamo fatto meglio noi, diciamo che nessuna delle due squadre era al top, ma abbiamo complicato tutto con quel gol preso al 45′. Ora abbiamo due scontri diretti in casa e dobbiamo recuperare quelle energie viste con Juve e Inter. Quando capitano prestazioni così dobbiamo solo archiviarle”.
Gasp boccia tutto l’attacco
In queste 8 partite ci sono tante squadre in pochi punti con tanti scontri diretti che dobbiamo cercare di sfruttare bene, anche le altre si toglieranno punti a vicenda. Essere al terzo posto e giocarsela con tutte deve essere uno stimolo forte“. Tre cambi davanti:, bocciatura totale del reparto offensivo “C’era una difficoltà generale, il più attivo è stato Retegui che rientrava, gli altri ci hanno fatto capire che avevamo poche possibilità di essere pericolosi”.