C’è una tigre che fa bella mostra di sé a Melbourne: Aryna Sabalenka, la tigre bielorussa, ha deciso di concedere il bis, conquistando il secondo titolo slam in carriera, che ancora una volta fa rima con Australian Open. Un anno dopo, forma e sostanza non cambiano: la cinese Qinwen Zheng nulla ha potuto contro la forza d’urto dell’atleta dell’Europa dell’Est, che s’è imposta in due comodi set (6-3 6-2) ribadendo la propria superiorità e rispettando appieno il pronostico.
- Un dominio annunciato: la tigre va di corsa
- Solo nel finale il braccio s'inceppa: Aryna chiude al quinto match point
- Zheng, piccola consolazione: sale alla numero 7 del ranking
Un dominio annunciato: la tigre va di corsa
Alla Rod Laver Arena non c’è stata davvero storia: Sabalenka è partita subito col piede premuto sull’acceleratore, conquistando il break nel primo turno di servizio della rivale. Un “favore” che Zheng avrebbe potuto ridare all’istante, se solo non avesse sprecato tre potenziali opportunità per il contro break (la bielorussa s’è ritrovata 0-40).
Al servizio le due rivali non fanno molti sconti: Sabalenka ottiene 14 punti nelle 15 occasioni in cui la prima entra, e questo rende oggettivamente più impervia la strada alla cinese, che salva persino tre set point sul proprio servizio (recupera 0-40 nell’ottavo gioco, salvandosi con ben tre ace) prima di cedere nel turno di servizio della bielorussa. Il vero pasticcio però Zheng lo manda a referto nel primo gioco del secondo set: avanti 30-0, infila una clamorosa sequenza di tre doppi falli, consegnando a Sabalenka l’opportunità di scappare via all’istante.
Solo nel finale il braccio s’inceppa: Aryna chiude al quinto match point
La partita è segnata e non c’è nulla che può rimetterla in discussione. La cinese accusa il colpo, fatica tremendamente a inserire le marce alte nei suoi turni di battuta, tanto che deve salvarsi ai vantaggio nel terzo gioco prima di capitolare nuovamente nel quinto game, consentendo alla bielorussa di salire sul 4-1.
Non c’è modo di rimettere in piedi le cose, tenuto conto che in risposta Zheng è praticamente nulla: nell’ottavo gioco Sabalenka si guadagna tre palle match, ma le prime due le spreca malamente con due dritti fuori misura, mentre la terza è annullata da una pregevole smorzata dell’asiatica. La quarta, procurata dopo un bel servizio al corpo, finisce in rete, e un piccolo passaggio a vuoto consente addirittura alla cinese di guadagnarsi una palla break, annullata con una prima potente ed efficace. Il quinto match point è quello buono: Sabalenka scende a rete e chiude angolando un dritto stretto sul quale Zheng non può arrivare.
Zheng, piccola consolazione: sale alla numero 7 del ranking
La superiorità della bielorussa nel corso del torneo è stata lampante: appena 31 i game persi, con la sola Coco Gauff capace di metterla davvero in difficoltà in una semifinale che ha esaltato le doti di lottatrice di Aryna. Che grazie al secondo titolo slam messo in bacheca rinsalda la sua seconda posizione mondiale, dietro all’inarrivabile Iga Swiatek. Zheng si consola con il best ranking: per la prima volta in carriera entra in top ten, salendo in settima posizione (era 15 prima del torneo).