Che sarebbe stata tosta lo sapevano un po’ tutti, ma Jannik Sinner è il tipo perfetto per risolvere anche le questioni più intricate. E contro Nicolas Jarry ha deciso di cominciare col piede giusto la sua difesa del titolo nella terra d’Australia: finisce 7-6 7-6 6-1, con qualche “legittimo” spavento nei primi due parziali e un terzo set filato via liscio senza più preoccupazioni. Insomma, un test “vero”, col cileno capace di obbligare il numero uno del mondo ad alzare l’asticella, impedendogli di ottenere break nei primi due parziali, prima di cedere senza colpo ferire.
- Battaglia vera e un po' di ruggine: un esordio complicato
- Primo set combattuto, con qualche brivido nel mezzo
- Jarry spinge Sinner al limite, ma il tiebreak è ancora fatale
- Terzo set senza storia: ora Schoolkate
Battaglia vera e un po’ di ruggine: un esordio complicato
Sinner non scendeva in campo per una partita ufficiale da 50 giorni esatti, ma nel caldo del pomeriggio di Melbourne ha fatto capire di essere perfettamente tarato sull’obiettivo che vuole raggiungere. Jarry però non è stato un semplice sparring partner: il sudamericano l’aveva battuto nel 2019 sull’erba di s-Hertogenbosch, poi lo aveva fatto sudare e nemmeno poco lo scorso autunno sul cemento di Pechino. Insomma, non era esattamente un avversario “comodo” per un primo turno di uno slam, per giunta per la prima partita in assoluto della stagione.
E il campo ha sostanzialmente confermato quelle che potevano essere le sensazioni della vigilia: lottatore tenace, Jarry ha costretto Sinner a guadagnarsi ogni punto e ha persino avuto una grossa opportunità nel settimo gioco del primo set, quando ha avuto due chance per effettuare il break, entrambe annullate dal numero uno del mondo grazie a due ottime seconde. Perché se proprio si vuol trovare un difetto all’esordio stagionale di Jannik, quello è da ricercare nella scarsa efficacia della prima di servizio nel primo set, abbondantemente sotto al 50%. Un po’ di ruggine da mettere in conto, ma che pure non ha impedito all’altoatesino di far girare la partita dalla propria parte.
Primo set combattuto, con qualche brivido nel mezzo
Perché non si è numeri uno al mondo per caso, e dopo aver faticato e non poco per tenere la battuta, nell’ottavo gioco è stato proprio Sinner ad avere le prime due palle break del suo torneo, una maldestramente spedita in rete col dritto, l’altra annullata con un’efficace prima esterna da Jarry (13 ace di giornata per il cileno, alla fine saranno 7 per l’italiano). La terza palla break arriva direttamente sul set point, con Jarry obbligato a servire per restare nel match, e seppur la prima non entri il passante di rovescio lungo linea di Jannik termina la sua corsa appena fuori dalla riga esterna.
Epilogo inevitabile al tiebreak, dove però la differenza si nota subito: lo scambio più lungo del set (15 colpi) lo vince Sinner, che trova due minibreak nei primi 4 turni di servizio del rivale e non ne concede alcuno, chiudendo dopo un’ora e 12 minuti sul 7-2 con un ace bello tondo, togliendosi un po’ di pressione dalle spalle e mettendosi al riparo da brutte e sgradite sorprese.
Jarry spinge Sinner al limite, ma il tiebreak è ancora fatale
Che il debutto sarebbe stato più complicato degli eventuali due turni successivi non era un mistero e il secondo parziale lo dimostra una volta di più: Jarry al servizio è una sentenza e soltanto nel settimo gioco concede qualcosa, costretto a risalire da 0-30 (arrivano 4 punti consecutivi, un paio davvero spettacolari).
Di buono però c’è che anche Sinner riesce a mettere a posto le sue percentuali al servizio, tanto da concedere la miseria di quattro punti all’avversario nei suoi turni di battuta. Non arrivano però palle break e ancora una volta la questione va risolta al tiebreak, dove stavolta Jarry si mostra molto più intraprendente rispetto a quello precedente: fino al 4-3 non ci sono minibreak, con Jannik bravissimo a insistere col rovescio nel settimo scambio, chiuso dal cileno con un rovescio che si spegne proprio sul nastro.
In rete ci finiscono anche i due successivi scambi del sudamericano, che praticamente consegna a Sinner tre possibilità per scappare sul 2-0, le prime due delle quali sul proprio servizio, ma entrambe le opportunità vengono sciupate (dritto fuori misura e una palla corta troppo… corta). Alla fine però anche Jarry commette un errore grave col dritto nel dodicesimo scambio del tiebreak, e dopo due ore e 10’ la sensazione è che la partita abbia preso ormai la sua inevitabile piega.
Terzo set senza storia: ora Schoolkate
Lo si capisce meglio in avvio di terzo set, dove Sinner alza decisamente le marce: quando serve ormai non rischia più niente, quando deve rispondere comincia ad approfittare di un calo evidente del cileno, che nel secondo gioco sale sul 30-15 prima di incappare in errori abbastanza evitabili, incluso lo smash in movimento finito in rete che vale il primo sospirato break di giornata.
Jarry prova a caricarsi come può, ma il match è ormai segnato e anzi Jannik si mostra letale infilando un altro break nel sesto gioco, ancora una volta risalendo da 30-15, dove affiora tutta la stanchezza dell’avversario che sbaglia la misura del dritto. Un comodo game tenuto a zero sigilla l’esordio: giovedì prossimo sarò l’australiano Tristan Schoolkate (che ha battuto il giapponese Taro Daniel) a testare gli eventuali progressi del numero uno del mondo. Un po’ imballato all’esordio, ma in fondo si sapeva che contro Jarry non sarebbe stata una passeggiata di salute.