Se potesse, Adam Silver arriverebbe quasi a mettergli le mani addosso. Perché se c’è un anti personaggio in NBA, quello non può che rispondere al nome di Nikola Jokic. Anti divo per eccellenza, e non per punto preso: Jokic è così, prendere o lasciare. Non gli interessa attirare su di sé i riflettori, che lascia ben volentieri addosso a compagni e avversari. Non gli interessa nemmeno sapere cosa pensi davvero la gente sul suo conto. Ama i cavalli, ama scherzare, ama il gioco, benché anche fisicamente non è che sia il giocatore più irreprensibile che possa esistere. Ama la vita, e ama viverla a modo suo. Anche se questo significhi andare spesso e volentieri controcorrente.
- Nike addio: Jokic apre la strada allo sbarco dei cinesi di 361 Degrees
- Una "tranquilla" serata in ufficio: i Nets le provano tutte, ma...
- Le priorità della vita: a NY prima si pensa all'ippica...
Nike addio: Jokic apre la strada allo sbarco dei cinesi di 361 Degrees
Non lo fa apposta, ma è la risultante di tante piccole tessere del mosaico messe assieme. L’ultima, giusto per dire, è di quelle che non passano certo sottotraccia: Jokic ha rescisso il proprio contratto con Nike, che non ne ha mai valorizzato abbastanza i talenti, per firmare con i cinesi di 361 Degrees. Fin qui, obietterà qualcuno, nulla di così strano: se dall’Asia sono arrivati yuan a cascata, anche il cuore apparentemente “freddo” del serbo s’è sciolto all’istante.
In realtà i soldi sono l’ultimo dei problemi: Nike negli anni non ha mai fatto capire di voler puntare per davvero sul talento dei Balcani, al punto da non aver mai pensato di produrre una linea di scarpe che portasse il suo nome (e stiamo parlando di un due volte MVP della regular season, nonché vincitore dell’ultimo anello NBA). A qualcuno è sembrata quasi una “ripicca” nei confronti di quel giocatore venuto dall’Est Europeo a prendersi la scena in America, e il diretto interessato per non saper né leggere né scrivere ha pensato bene di volgere lo sguardo dall’altra parte del mondo, trovando in 361 Degrees il partner perfetto per costruire un nuovo piccolo impero commerciale.
Anche perché l’azienda cinese, in forte espansione sul mercato asiatico ed europeo, se dovesse conquistare fette di mercato consistenti anche negli USA potrebbe mandare in tilt l’attuale sistema “Nike-centrico”. E allora si che sarebbe l’ennesima rivoluzione, partita dal solito Jokic.
Una “tranquilla” serata in ufficio: i Nets le provano tutte, ma…
Che ieri notte ha giocato nella Grande Mela, ospite dei Brooklyn Nets, ai quali ha riversato il solito “pacchetto completo” di serata: 31 punti, 11 rimbalzi e 7 assist, una tipica giornata in ufficio per consentire ai Denver Nuggets di spuntarla per 122-117 e rilanciarli alla caccia dei sorprendenti Minnesota Timberwolves, che guidano la Western Conference.
Serata però un po’ più movimentata del solito, vedendo i tagli ai bracci procurati dagli scontri sotto canestro con gli avversari, che le hanno provate tutte pur di fermare lo strapotere del centro di Sombor. Gli unici che ci sono riusciti sono stati gli arbitri, che a un certo punto gli hanno chiesto di poter cambiare la maglietta, sporca di sangue (c’è una specifica regola in NBA che lo impone, nota come Rule Magic Johnson, istituita nel 1991 dopo l’annuncio della sieropositività del fuoriclasse dei Lakers). La risposta di Nikola, al solito, è stata spiazzante: “Si, ma ce n’è ancora poco”.
Le priorità della vita: a NY prima si pensa all’ippica…
Jokic che durante la trasferta newyorchese ha avuto anche altro da fare: ad esempio s’è presentato all’ippodromo di Yonkers, con temperature sotto lo zero, ad osservare da vicino alcune gare ippiche, tra i pochissimi temerari che hanno deciso volontariamente di sfidare il freddo pur di assistere allo spettacolo. L’ippica è infatti il vero amore del serbo, che da bambino s’è dedicato al trotto, prima di capire che il suo destino sarebbe stato quello di diventare il giocatore di pallacanestro dei Balcani che avrebbe riscritto la storia del gioco nella patria dei “maestri” americani. Jokic peraltro in estate è spesso ospite in Romagna, dove segue diverse gare negli ippodromi ed è una presenza fissa dalle parti di Cesena.
Non solo: è iconica l’immagine che lo vede impegnato a seguire una gara di cavalli sullo smartphone mentre è sull’aereo che lo riporta a Denver dopo una gara delle Finals 2023 giocate contro Miami. Così come il dispiacere mostrato in mondovisione appena dopo aver vinto l’anello nel sapere che, a causa della parata prevista nei giorni seguenti, non sarebbe potuto tornare in tempo in Europa per assistere a una gara alla quale avrebbe partecipato un cavallo della sua scuderia. Qualcuno pensò che l’avesse fatto per fare spettacolo, invece il dispiacere era reale. Perché la vita ha le sue priorità, e Nikola i cavalli li metterà davanti a tutto. Sempre.