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Bastianini: "Vorrei essere l'erede di Rossi"

Il pilota MotoGP ammette: "La VR46 è una potenza molto grande, senza poter contare sull'aiuto di nessuno o ricevere consigli da Valentino ha reso tutto più difficile per me".

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Bastianini: "Vorrei essere l'erede di Rossi" Fonte: Getty Images

Ai microfoni di Motorsport.com, Enea Bastianini è tornato a parlare della sua prima vittoria in MotoGP nella prima gara di questa stagione: “Una grande sensazione, un’esplosione di emozioni, nessuno se lo aspettava. È vero che dopo le qualifiche di sabato sentivo di poterlo fare, ma finché non sei in gara non sai come andrà a finire. È stato un giorno magico per tutta la squadra”.

In pochissimo tempo, Bastianini è diventato un contendente per titolo: “Il mio più grande salto l’ho fatto in Moto2, quando sono passato alla Italtrans (2019). Ho capito il mio vero potenziale e ho iniziato a credere un po’ di più in me stesso. Ho capito che non si arriva da nessuna parte solo con il talento, servono altre cose, ho cercato di cambiare il mio metodo di lavoro a casa e anche l’approccio al Gran Premio nel box. Il titolo Moto2 è stato un grande risultato e nel 2021, con Avintia, siamo riusciti a raggiungere risultati incredibili, credendoci sempre ed essendo consapevole del mio potenziale e anche di quello della squadra”.

Il motociclismo italiano ha bisogno di un nuovo volto dopo Rossi e Bastianini vorrebbe candidarsi: “Il ritiro di Valentino ha certamente lasciato un vuoto enorme in Italia ed è logico cercare qualcuno che prenda il suo posto, anche se quello che ha fatto è unico e irripetibile. È ovvio che vorrei, non dico che vorrei prendere il suo posto, ma vorrei essere il pilota italiano di riferimento. Sarebbe certamente un grande risultato per me”.

Bastianini però non ha mai fatto parte del “clan Rossi”: “In realtà quando sono arrivato nel Mondiale (2014) l’Academy era agli inizi e non sentivo il bisogno di essere lì, dato che ero già nel campionato, a differenza di altri ragazzi che forse non erano ancora arrivati al Mondiale. Conoscevo Fausto (Gresini) e tutta la sua squadra, mi sono sempre trovato bene con loro e mi piaceva allenarmi da solo. Diciamo che era un modo di pensare un po’ strano, perché la proposta di Valentino di andare a correre per lui c’era. Ma ho preferito andare per la mia strada sapendo com’era il mio carattere, soprattutto quando ero giovane, ora sono cresciuto e cambiato, ma quando ero bambino ero molto, molto testardo”.

Non essendo stato un protetto di Rossi, Bastianini ammette: “Tutto è stato sicuramente difficile. La VR46 è una potenza molto grande nel Mondiale e crescere da solo, senza poter contare sull’aiuto di nessuno o allenarmi con altri piloti o ricevere consigli da Valentino, ha reso tutto più difficile per me. In ogni caso, non è stato un problema per me, il merito è stato mio e delle persone che hanno creduto in me dal primo momento, come Fausto”.

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