Con l’inconsapevolezza (e l’emotività) dei suoi 16 anni, Benedetta Pilato non è ricorsa ad alcun filtro nel palesare la sua ingenuità rispetto alle aspettative che la avevano accompagnata, schermata e esposta nel medesimo tempo al giudizio altrui.
“E’ stata una gara orribile”, una dichiarazione confidenziale, quasi un’ammissione che neanche i più adulti che confluiscono spesso e volentieri nel team dei responsabili sono disposti a pronunciare dopo una squalifica inattesa, un risultato impensabile.
Benedetta Pilato: la delusione per la squalifica
Benedetta aveva realizzato l’impensabile sui 50 rana e riscattato la sua Taranto, città sofferente e dolorosa che l’ha accolta e cresciuta e che l’ha vista maturare, in questi pochi anni, grazie a Vito D’Onghia, un allenatore che allenatore, poi, non è secondo quelle che sono le regole federali. Sola e senza punti di riferimento, forse, la Pilato si è abbandonata a una prima Olimpiade che le ha regalato emozioni irripetibili, ma che le è costata sacrificio e fatica ingestibili oltre a una pressione innegabile.
Niente staffetta mista per Benedetta Pilato: rientra in Italia
Così Benedetta, chiude questi Giochi: via da Tokyo, via da questi giorni: l’annuncio arriva dopo la squalifica nella batteria dei 100 rana (gambata irregolare), quest’eliminazione clamorosa anche perché la tarantina vale abbondantemente un crono da 1’0”84. E anche la staffetta, l’ultima possibilità di gareggiare per Benedetta: le è stata preferita però Arianna Castiglioni, primatista italiana. Già martedì per lei c’è un volo aereo per l’Italia.
Tokyo si chiude così, per lei che ha appena incominciato a entrare nel nuoto che conta e che Federica Pellegrini ha contribuito, con il suo talento, a rendere popolare, accessibile e di primissima rilevanza nel mondo dello sport italiano. Benedetta tornerà in Italia forse troppo presto, ma con una lezione.