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Calciopoli, Marelli rianima polemica: Perché ne parla uno solo?

L'ex arbitro torna sullo scandalo di 14 anni fa, bufera sul web

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Calciopoli, Marelli rianima polemica: Perché ne parla uno solo? Fonte: Twitter

Sono passati quattordici anni ma la ferita non è mai stata rimarginata e dubbi, sospetti e rabbia sono rimasti in tutti i protagonisti di quello scandalo calcistico passato alla storia col nome di Calciopoli. Nonostante verdetti e sentenze continuano a sentirsi defraudati arbitri, dirigenti, presidenti ed ex presidenti di club in un circolo di accuse reciproche e testimonianze sempre nuove. Di calciopoli oggi parla anche il presidente dell’Aia Nicchi, sia pur a margine di un discorso molto ampio e legato all’attualità, e dice tra l’altro: “in un abbiamo lavorato duro anche in momenti difficili come dopo calciopoli”.

Marelli si chiede perché solo Nicchi parli di Calciopoli

L’ex arbitro Luca Marelli su twitter incornicia quel passaggio dell’intervista a Nicchi e si chiede: “Sono rimaste due categorie di persone a parlare di calciopoli: i complottari e Nicchi. L’oggetto è: non ne parla più nessuno tranne il presidente degli arbitri. E’ questo il fulcro del discorso: perché?”.

Chirico replica a Marelli si Calciopoli

Tra le prime repliche sui social c’è quella del giornalista de Il Bianconero, Marcello Chirico che scrive: “Luca, è giusto e sacrosanto parlare di Calciopoli, anche da parte di una categoria che è stata ingiustamente infamata solo per il desiderio di vendetta da parte di alcuni”. L’ex fischietto comasco risponde: “Marcello, le vicende si discutono, le sentenze si rispettano” e Chirico ribatte ancora: “Se tutti gli arbitri, meno 1, sono stati assolti significa che l’inchiesta era farlocca”.

Sui social riscoppa la polemica Calciopoli

Il trend sui social però è partito e fioccano le reazioni: “A scanso di equivoci: Calciopoli è stata una porcheria. L’andamento dei processi sportivi e penali allucinante e degno del terzo mondo. L’acquiescenza dei media imbarazzante. La verità è evidente, non parlarne non cambia le cose” o anche: “Le sentenze si rispettano perché costituiscono legge. Ma si può dire che spesso sono ingiuste?”.

C’è chi scrive: “Io forse sarò un “complottaro” ma tante cose su Calciopoli non tornano. Questo con un minimo di serenità va riconosciuto”. Un altro utente osserva: “Ci sono le sentenze sportive basta quello, una pagina nera dello sport italiano. Che i designatori e alcuni arbitri avessero rapporti strani con dirigenti di squadre è un fatto, non complottismo”.

Qualcuno teme un bis: “Se ne parla troppo poco di una possibile Calciopoli 2”, altri vorrebbero metterci una pietra sopra: “Non credo serva essere dei complottari per sapere che Calciopoli è stata la più grande porcheria mai orchestrata, detto questo sono d’accordo con lei, parlarne ancora dopo 14 anni non ha più molto senso”.

Infine la chiosa: “Nicchi dice solo che “ci sono stati momenti difficili come dopo Calciopoli”, io non ci vedo niente di male per dire la verità, poi se tu in ogni articolo dove viene menzionato la parola Calciopoli ci vedi qualcosa di male è un altra cosa”.

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