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Campobasso torna in Serie C: dalla proprietà americana al patto con la città, con un occhio alla B

Dalla polvere alla gloria, con la Serie B che può diventare un obiettivo: il progetto dell'imprenditore Matt Rizzetta e la promozione targata Pergolizzi-Filipponi

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

Il Campobasso torna in Serie C e lo fa in grande stile. All’americana. Il club dell’italo-statunitense Matt Rizzetta, pronto a diventare il Rocco Commisso della Lega Pro, si aggiudica il girone F della Serie D 2023/24, al termine di una cavalcata trionfale che ha visto i lupi molisani avere la meglio su L’Aquila, senza dimenticare squadre attrezzate come Avezzano e Sambenedettese. A più di 20 anni dall’ultima apparizione in B, i rossoblù ritrovano il professionismo, con maggiore consapevolezza e rinnovate ambizioni. Doppia promozione nel giro di soli due anni per il Campobasso, non più una semplice favola di provincia.

Campobasso promosso in Serie C: numeri e origini del successo

Evidentemente, il presidente Matt Rizzetta aveva pensato proprio a tutto. Anche a rendere la stagione del Campobasso una pellicola americana, tra duelli senza esclusione di colpi e un finale da vivere con il cuore in gola, persino con la partecipazione degli eterni rivali. Singolare, infatti, che lo scorso 28 aprile sia stato proprio il Termoli a dare una mano alla formazione allenata da Rosario Pergolizzi, fermando sullo 0-0 L’Aquila, seconda forza del girone F di Serie D. Una rivalità antica quella che divide la città capoluogo e la comunità che abita le sponde del fiume Biferno, oggi mai state così vicine. Il Campobasso in Serie C, con 90 minuti d’anticipo, grazie alla vittoria esterna di Chieti, contro l’undici del “Toro de’ Sora” Pasquale Luiso, e al pari a reti bianche tra Termoli e L’Aquila, con gli abruzzesi condannati a vincere per alimentare la fiammella della speranza.

Un’annata incredibile per i colori rossoblù. 20 vittorie, 10 pareggi, 4 sconfitte, a fronte di 55 gol fatti e 29 subiti, con 17 calciatori andati a segno nell’arco della stagione. Partiti da neopromossi, dopo aver vinto il campionato di Eccellenza tra scetticismo e velate ambizioni, Di Nardo e compagni sono riusciti nell’impresa di riportare il Campobasso tra i Pro, bruciando le tappe e rispettando il patto stipulato con la città più di un anno fa. Un sogno diventato obiettivo, per ridare dignità e prestigio ad una piazza spesso abbandonata dall’imprenditoria locale e vittima dei briganti del calcio. 70 punti in 34 giornate, però, oscurano anche il recente passato. Il tandem Pergolizzi-Filipponi, accompagnato da una proprietà che non ha intenzione di lesinare investimenti importanti, non può che essersi rivelato vincente.

Matt Rizzetta, chi è il Rocco Commisso di Campobasso: origini e patrimonio

Da Brooklyn a Campobasso. Un filo sottile che lega queste due realtà, tanto distanti quanto vicine. Un filo che lega indissolubilmente l’Italia agli USA, complici i flussi migratori che hanno caratterizzato la prima metà del XX secolo. Matt Rizzetta, nipote di nonni originari del nostro Mezzogiorno, ha realizzato il famigerato “sogno americano“, diventando numero uno della North Sixth Group, holding con sede a New York che opera in settori quali marketing e media business di tipo futuribile e avanguardistico.

Rizzetta, già socio di minoranza dell’Ascoli in Serie B, ha deciso di investire nel Campobasso nel dicembre 2020, acquisendo anche qui una quota di minoranza, affiancando il fondo di investimento Halley Holding SA, con sede in Svizzera e rappresentato da Mario Gesué sotto il profilo legale. Un investimento storico per il calcio molisano, con l’intenzione concreta di far crescere il settore giovanile rossoblù, migliorando le strutture sportive. Non tutto, però, è andato secondo i piani nelle prime battute del progetto, come dimostrano i risultati delle passate stagioni.

Una volta salutato l’ex presidente Gesué, Matt Rizzetta ha scelto di fare il grande passo. Pur essendo stato partecipe della discesa nell’inferno della D, prima, e dell’Eccellenza, poi, l’imprenditore italo-americano ha voluto fortemente rilevare il pacchetto di maggioranza della società. Da lì, un patto con la tifoseria organizzata del Campobasso e con tutto il capoluogo, da sempre molto legato alla squadra della città, in grado di rappresentare un intero territorio.

Tra gli uomini di fiducia di Rizzetta, oltre al socio Daniel James Hall, c’è senza dubbio Nicola Cirrincione, oggi vicepresidente del Campobasso e uomo che monitora gli affari sul mercato americano, vivendo tuttora a New York. Il primo passo verso il futuro è rappresentato dal cambio di denominazione dell’impianto sportivo che ospita le partite casalinghe dei lupi: da “Nuovo Romagnoli” ad “Avicor Stadium”, con chiaro riferimento allo sponsor canadese che accompagna le sorti del sodalizio molisano. Uno slancio verso la modernità a cui la comunità ha finito per abituarsi.

Campobasso sogna il ritorno in Serie B: dalla polvere alla gloria

A 49 anni dalla prima promozione in Serie C della sua storia, non considerando il salto di categoria registrato in un’arcaica terza divisione del 1933/34, il Campobasso è pronto a rilanciarsi nel calcio professionistico. L’obiettivo è tornare a rivivere i fasti dell’era Molinari, imprenditore edile capace di portare i lupi in B nella stagione 1981/82, al termine di una battaglia sportiva con Nocerina e Arezzo. Poi, gli indimenticabili cinque campionati cadetti e la beffarda retrocessione sul neutro del “San Paolo” di Napoli contro Taranto e Lazio, nello spareggio per non retrocedere che vide soccombere proprio i molisani. Attualmente, i biancocelesti rappresentano l’ultima squadra affrontata dal Campobasso in Serie B.

Dal primo fallimento del 1990 ad oggi, tra la polvere dei campi di provincia e qualche apparizione in C, caratterizzata da rinascite e diversi cambi di denominazione. Da AC Campobasso a Nuovo Campobasso, passando per US Campobasso 1919 a Città di Campobasso, fino ad arrivare al Campobasso Football Club che intende scalare posizioni nelle classifiche del calcio professionistico italiano. Una delle tante nobili decadute che punta a calcare nuovamente i prestigiosi palcoscenici del football nostrano, senza dimenticare il passato e lo straordinario senso di appartenenza che ha sempre contraddistinto il popolo molisano.

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