Dopo Antonio Conte, anche Fabio Cannavaro esalta il lavoro di Roberto Mancini e spinge l’Italia a credere alla possibiltità di fare strada ad Euro 2020.
L’attesa per il quarto di finale contro il Belgio è tanta e il capitano del trionfo mondiale 2006, intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, elogia il cammino svolto fin qui dagli Azzurri.
“Non si realizza una striscia di 31 risultati utili se non c’è sostanza, ma con il Belgio siamo a un bivio delle nostre ambizioni. Per crescere bisogna battere avversari forti e bisogna coniugare bellezza e risultato, è logico che andando avanti sale la tensione e tutto si può complicare in un attimo. E poi ci vuole un po’ di fortuna. Questa Italia somiglia a se stessa, evitiamo i paragoni. Si sta compiendo un cammino di crescita. Si vedomo i frutti del lavoro svolto in Federazione negli ultimi anni nelle giovanili”.
Secondo Cannavaro, però, non bisogna fare troppo affidamento sulle possibili assenze tra gli avversari: “Per me De Bruyne è il numero uno al mondo per visione di gioco e qualità nell’ultimo passaggio. In più segna pure con una certa continuità, ma non si può preparare la partita pensando che non ci sarà. Se poi giocher, che si fa?”.
Spazio poi a un’analisi tattico e agli elogi a Mancini: “Il Belgio ci è superiore nell’uno contro uno. Ha almeno quattro-cinque giocatori in grado di risolvere la partita da soli. Con l’Austria abbiamo pagato un po’ la fisicità avversaria, ma per fortuna negli ultimi 20 metri non erano molto pericolosi”.
“Giocatori risolutori? Per me l’uomo in più è Mancini per come fa giocare la squadra e gestisce gli uomini. Abbiamo un’ottima mediana, con qualità e fisicità e c’è Bonucci regista arretrato. In attacco siamo imprevedibili perché in tanti seguono l’azione e dietro c’è solidità, con un portiere di grande livello. Nelle difficoltà il nostro ct ha mostrato di avere le idee chiare, i suoi cambi hanno risolto la sfida. Ogni giocatore deve essere mentalmente pronto, consapevole che un minuto in un Europeo vale 10 partite di Serie A”.